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19 anni di Cairo: per molti tifosi un incubo per il loro Toro come dimostrano le contestazioniTUTTO mercato WEB
Contestazione tifosi del Toro
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 2 settembre 2024, 11:00Primo Piano
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Elena Rossin

19 anni di Cairo: per molti tifosi un incubo per il loro Toro come dimostrano le contestazioni

Qualcuno festeggerà, ma per la maggior parte dei tifosi del Toro oggi è una ricorrenza da incubo perché 19 anni fa dopo il fallimento e il salvataggio grazie al Lodo Petrucci - permise al Torino di ricominciare dalla Serie B -, messo in atto da chi voleva evitare che una fra le squadre che avevano scritto la storia del calcio italiano finisse fra i dilettanti, quello che fu il Torino Calcio venne preso da Urbano Cairo. All’inizio l’imprenditore alessandrino fu accolto come la manna dal cielo, venne persino soprannominato “Papa Urbano”, poi però con il passare degli anni l’entusiasmo di sempre più tifosi poco alla volta scemò fino alle contestazioni e alla richiesta di vendere il Torino e di andarsene.

Le accuse che vengono mosse dai tifosi al presidente Cairo riguardano la gestione della società. E vanno dall’aver progressivamente svuotato il Torino dello spirito granata. Non aver reinvestito i lauti incassi derivanti dalle cessioni dei migliori giocatori - l’ultima quella di Bellanova all’insaputa dell’allenatore come Vanoli stesso ha dichiarato - per allestire rose più competitive utilizzando solo in piccola parte di quei soldi e per lo più prendendo calciatori da rilanciare o di prospettiva sperando che facessero bene e fossero funzionali o adattabili al gioco dell’allenatore di turno. L’aver accettato esperimenti sociali in Curva Primavera che hanno portato a pericolose vicinanze i propri tifosi con quelli delle squadre avversarie durante le partite. Non avere ancora ultimato il centro sportivo per le  giovanili. Non aver portato ancora il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, che esiste ed è gestito solo grazie alla volontà e all’impegno di tifosi volontari, al Filadelfia come da accordi stipulati al momento della ricostruzione dell’impianto. Gestire male la società. Mantenere la squadra nella mediocrità sportiva, in 19 anni quattro stagioni in B e i massimi piazzamenti in A in campionato sono stati due 7 posti (2014 e 2020), una partecipazione all’Europa League fino agli ottavi e una ai turni preliminari della medesima competizione entrambe avvenute solo per l’esclusione da parte della Uefa rispettivamente di Parma e Milan, un solo derby vinto (26 aprile 2015) e 6 pareggiati (28 febbraio 2008 0-0; 6 maggio 2017 1-1; 3 maggio 2019 1-1; 3 aprile 2021 2-2; 18 febbraio 2022 1-1; 13 aprile 2024 0-0) su un totale di 30 compresi due in Coppa Italia e nelle ultime stagioni il galleggiare a metà classifica. Stesso discorso per la Coppa Italia: il massimo è stato 4 volte arrivare a giocare i quarti (2009, 2018, 2020 e 2023). Non rispettare la gloriosa storia granata.  Di aver utilizzato il Torino per avere maggiore visibilità e riuscire a scalare i vertici dell’imprenditoria italiana, in particolare nel campo dell’editoria infatti dal 4 marzo 2013 tramite la Cairo Communication è proprietario de LA7 e dopo l’opas (offerta pubblica di acquisto o di scambio) del 15 luglio 2016 dal successivo 3 agosto Cairo diviene presidente e amministratore delegato di RCS che annovera fra le altre testate giornalistiche “Il Corriere della Sera” e “La Gazzetta dello Sport”. Di motivazioni comunque ce ne sono tante altre ancora.

Nel tempo i tifosi del Torino hanno aumentato le proteste con striscioni appesi al Fialdelfia, fuori e dentro lo stadio Grande Torino Olimpico, in giro per la città di Torino, a Masio, paese di origine della famiglia Cairo, e anche con cori durante le partite in casa e in trasferta, critiche sui social e manifestazioni varie. Gesti tutti rivolti nei confronti del presidente Urbano Cairo e l’ultima contestazione ha preso il via dopo la cessione del calciatore Bellanova a campionato già iniziato senza neppure informare l’allenatore e a ridosso della partita con l’Atalanta, proprio il club al quale era stato venduto il terzino. Il tutto dopo che prima del ritiro a Pinzolo era stato già ceduto al Napoli, sempre per fare cassa, Alessandro Buongiorno. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, tante le critiche anche da parte di ex giocatori del Torino, di opinionisti e personaggi legati al mondo granata, e così i tifosi hanno organizzato una marcia pacifica dal Filadelfia allo stadio prima della partita e poi durante il match hanno continuato con cori e pure a fine partita, sempre però contemporaneamente sostenendo la squadra e l’allenatore. Anche nella successiva partita a Venezia la Maratona itinerante ha continuato con la contestazione e l’intenzione è quella di andare avanti ad oltranza fino a quando Cairo non venderà il Torino.

Il presidente Cairo a questo punto ha tre alternative: vendere il Torino oppure cambiare politica nella gestione del club o continuare come ha fatto in questi 19 anni esasperando sempre più i tifosi.