
Avellino-Potenza, un altro caso dubbio: la Serie C ha bisogno del VAR
Appena quindici giorni fa sottolineavo l'ironico contrappasso della Serie C: da un lato, l'idea – ormai più di una semplice suggestione – di introdurre l'FVS, il cosiddetto ‘VAR a chiamata’; dall'altro, stadi in cui la massima espressione della tecnologia, talvolta, è una connessione 56k. Chi ha qualche anno sulle spalle avrà già risentito in testa quel nostalgico suono…
Oggi, due giorni dopo Avellino-Potenza, è ancora più palese la necessità che tale contrappasso venga superato. Il più velocemente possibile. Perché un campionato bello e avvincente come quello a cui stiamo assistendo nel Girone C non merita assolutamente di essere deciso da un errore clamoroso della squadra arbitrale. Non lo merita l'Audace Cerignola, autrice di una stagione ben oltre la soglia della fantascienza, ma non lo merita neppure il club irpino che, in caso di promozione diretta in Serie B, potrebbe sentirsi accusato di aver centrato il sorpasso sugli ofantini solo per un errore.
Con questo episodio, che è solo l'ultimo di una lunga trafila, iniziata mesi e mesi fa.
Sia chiara, però, una cosa: sarebbe assolutamente stupido additare questo o quel direttore di gara per aver commesso uno o più errori. Anche per loro, così come per calciatori, dirigenti e allenatori, è un primo passo verso il grande calcio ed è inutile attendersi prestazioni 'alla Pierluigi Collina', giusto per citare il miglior arbitro della storia.
Serve, dunque, dar loro il miglior supporto possibile. Perché, che piaccia o no, il calcio con o senza tecnologia non è certamente lo stesso sport.
Oggi, due giorni dopo Avellino-Potenza, è ancora più palese la necessità che tale contrappasso venga superato. Il più velocemente possibile. Perché un campionato bello e avvincente come quello a cui stiamo assistendo nel Girone C non merita assolutamente di essere deciso da un errore clamoroso della squadra arbitrale. Non lo merita l'Audace Cerignola, autrice di una stagione ben oltre la soglia della fantascienza, ma non lo merita neppure il club irpino che, in caso di promozione diretta in Serie B, potrebbe sentirsi accusato di aver centrato il sorpasso sugli ofantini solo per un errore.
Con questo episodio, che è solo l'ultimo di una lunga trafila, iniziata mesi e mesi fa.
Sia chiara, però, una cosa: sarebbe assolutamente stupido additare questo o quel direttore di gara per aver commesso uno o più errori. Anche per loro, così come per calciatori, dirigenti e allenatori, è un primo passo verso il grande calcio ed è inutile attendersi prestazioni 'alla Pierluigi Collina', giusto per citare il miglior arbitro della storia.
Serve, dunque, dar loro il miglior supporto possibile. Perché, che piaccia o no, il calcio con o senza tecnologia non è certamente lo stesso sport.
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