A Messina passano i giorni e tutto resta fermo. Il ritorno di Sciotto sarebbe l'unica opzione

“Ormai è questione di giorni”. Il presidente del Messina Stefano Alaimo nei giorni scorsi aveva parlato così della situazione in casa peloritana spiegando, dopo un incontro con il Comune, che i fondi della AAD Invest Group per acquistare l’80% del club e provvedere al pagamento di tutte le varie spettanze – gli stipendi sono stati già saldati, ma mancano all’appello ancora i contributi e le ritenute – erano stati sbloccati dopo un problema burocratico. Il tutto con l’avvicinarsi di una nuova scadenza come quella legata al cosiddetto ‘salvacalcio’.

Al momento però in casa peloritana, come riporta La Gazzetta del Sud, si vive una fase di immobilismo che forse solo l’ex patron e presidente Pietro Sciotto potrebbe sbloccare. L’imprenditore messinese infatti detiene ancora il 20% del club e potrebbe esercitare la clausola che gli consentirebbe di riprendersi l’intero pacchetto azionario, in virtù della mancata corresponsione, entro il 20 febbraio, della prima tranche di pagamento pari a un milione e 250 mila euro. Serve però un’accelerata poiché ogni giorno che passa avvicina l’ACR Messina verso il baratro.

Per questo il quotidiano richiama l’amministrazione comunale a fare un passo deciso per cercare di salvare il club con la convocazione di un tavolo con lo stesso Sciotto, o il fratello Matteo che è anche collega di partito del Sindaco Federico Basile, per trovare una soluzione che possa preservare il calcio nella città siciliana e non restare alla finestra ad assistere a quella che è una fine che appare inevitabile.