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Santopadre: "Riduzione della squadre e un 'salary club': ecco cosa ho detto a Marani"
Nel corso del suo intervento ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione 'A Tutta C', l'ex numero uno del Perugia, Massimiliano Santopadre, ha voluto dare la propria ricetta per far fare alla Lega Pro un ulteriore passo in avanti al movimento: “Faccio una piccola premessa: non cadiamo nell’errore di ragionare sul sistema calcistico puntando tutto sulla differenza fra le varie categorie. In Serie C non si prendono contributi, è vero, ma lo è altrettanto il fatto che ci sono ingaggi molto più bassi rispetto alla B e alla A. Tradotto: più si sale di categoria e più salgono gli introiti ma le spese si quadruplicano. Nel mio percorso a Perugia sono andato diverse volte vicino alla Serie A, ma ho sempre creduto che l'idea di salire di categoria per sistemare i conti sia solo una chimera.
Ho detto a Marani che l'unica soluzione per la sostenibilità della Serie C sia quella di abbassare il numero delle squadre e di inserire il salary cap altrimenti si andrà in default. Se il costo del personale è al 95% del fatturato di un club è impossibile portare avanti a lungo termine qualsiasi progetto societario. Anche per questo non ci sono più i magnati italiani, hanno paura ad avvicinarsi al calcio. In più vedono le contestazioni in ogni piazza e quanto vedono i conti in maniera scritta e si spaventano. Per questo sostengo che sia impossibile dividere la torta in 60 parti.
Personalmente, poi, avevo proposto il 'salary club' che permetteva una spesa massima per tutto il club, ovvero: se vuoi spendere tutta la cifra a disposizione su un giocatore lo puoi fare, ma consapevole che poi altro budget a disposizione non lo puoi avere.
Bisogna anche cercare di aumentare gli introiti: quando in Serie B ci fu l’impennata degli introiti da 2.5 milioni a 6 milioni i giocatori che guadagnavano 100 mila euro venivano in sede a chiederne 400mila. Spesso sento prendere come esempio il calcio inglese ha sì 5 miliardi di introiti, ma è anche il movimento calcistico che perde di più in termini di bilancio"
Ho detto a Marani che l'unica soluzione per la sostenibilità della Serie C sia quella di abbassare il numero delle squadre e di inserire il salary cap altrimenti si andrà in default. Se il costo del personale è al 95% del fatturato di un club è impossibile portare avanti a lungo termine qualsiasi progetto societario. Anche per questo non ci sono più i magnati italiani, hanno paura ad avvicinarsi al calcio. In più vedono le contestazioni in ogni piazza e quanto vedono i conti in maniera scritta e si spaventano. Per questo sostengo che sia impossibile dividere la torta in 60 parti.
Personalmente, poi, avevo proposto il 'salary club' che permetteva una spesa massima per tutto il club, ovvero: se vuoi spendere tutta la cifra a disposizione su un giocatore lo puoi fare, ma consapevole che poi altro budget a disposizione non lo puoi avere.
Bisogna anche cercare di aumentare gli introiti: quando in Serie B ci fu l’impennata degli introiti da 2.5 milioni a 6 milioni i giocatori che guadagnavano 100 mila euro venivano in sede a chiederne 400mila. Spesso sento prendere come esempio il calcio inglese ha sì 5 miliardi di introiti, ma è anche il movimento calcistico che perde di più in termini di bilancio"
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