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Pres. Pescara: "Dobbiamo stare compatti con Gravina: persona giusta al posto giusto"
Una lunga intervista quella che quest'oggi il presidente del Pescara Daniele Sebastiani ha rilasciato a Il Centro, dove non c'è stato solo spazio per il momento del suo club - attualmente a pari punti con Ternana ed Entella in vetta al Girone B di Serie C ma con una gara da recuperare (e prossimo al confronto di domani con la SPAL) - ma anche per un commento sulle prossime elezioni federali, previste il 4 novembre 2024: pieno sostegno, da parte del club abruzzese all'attuale Presidente Gabriele Gravina.
"In questo momento dobbiamo restare compatti e vicini alla federazione e al presidente Gravina - ha detto Sebastiani -, che rappresenta una guida solida e apprezzata, per quanto mi riguarda è la persona giusta al posto giusto. Ha governato in anni difficili e peraltro è uno di noi, un dirigente che si è formato nella vecchia Serie C per poi guidarla con capacità e spirito innovativo.
La richiesta di dimissioni dopo la mancata qualificazione al Mondiale? Ritengo che facciano parte della nostra cultura calcistica che guarda solo ai risultati sul campo. Nel caso dei club a pagare sono solitamente gli allenatori, nel caso della Nazionale il discorso diventa più ampio. Molte responsabilità sono da addebitare ai club perché la scelta di andare sempre più su calciatori stranieri anche nei settori giovanili non sono scelte del presidente federale. Così come la poca mancanza di coraggio nel lanciare i nostri giovani nonostante le nazionali giovanili vadano bene”.
"In questo momento dobbiamo restare compatti e vicini alla federazione e al presidente Gravina - ha detto Sebastiani -, che rappresenta una guida solida e apprezzata, per quanto mi riguarda è la persona giusta al posto giusto. Ha governato in anni difficili e peraltro è uno di noi, un dirigente che si è formato nella vecchia Serie C per poi guidarla con capacità e spirito innovativo.
La richiesta di dimissioni dopo la mancata qualificazione al Mondiale? Ritengo che facciano parte della nostra cultura calcistica che guarda solo ai risultati sul campo. Nel caso dei club a pagare sono solitamente gli allenatori, nel caso della Nazionale il discorso diventa più ampio. Molte responsabilità sono da addebitare ai club perché la scelta di andare sempre più su calciatori stranieri anche nei settori giovanili non sono scelte del presidente federale. Così come la poca mancanza di coraggio nel lanciare i nostri giovani nonostante le nazionali giovanili vadano bene”.
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