
Il fatto della settimana - Foggia allo sbando, la salvezza si gioca anche fuori dal campo: cosa riserva il futuro dopo l'addio di Canonico?
Non c'è pace nel girone C, già decapitato dalle esclusioni di Taranto e Turris. Alle note difficoltà del Messina si aggiungono pure quelle del Foggia, dopo il disimpegno annunciato nei giorni scorsi dal patron Nicola Canonico il futuro del club pugliese è sempre più a rischio. La partita di domani sera sul campo del Crotone potrebbe rivelarsi decisiva per la salvezza, ma le premesse con le quali ci si arriva non sono certo delle migliori: quattro sconfitte consecutive che hanno fatto precipitare verso il peggio la situazione di classifica. La scelta presa in autonomia di sobbarcarsi le spese di vitto e alloggio della trasferta in Calabria, per evitare il viaggio di ritorno in pullman nella notte, la dice lunga sulla frattura insanabile ed ormai conclamata con la proprietà dimissionaria.
"Dal 31 marzo sono dimissionario. Ho già chiarito nei giorni scorsi di non essere più intenzionato a corrispondere garanzie economiche per il club - ha sottolineato l'azionista di riferimento rossonero all'ANSA -. Le squadre di calcio si reggono sui versamenti dei loro presidenti. A Foggia una parte della tifoseria mi ha chiesto di togliere il disturbo".
Parole non proprio rassicuranti, che giungono a ridosso della scadenza federale del 16 aprile quando dovranno essere saldati gli emolumenti ai tesserati per non far scattare una penalizzazione da scontare nella prossima stagione. Già, ma in quale campionato? I tre milioni di euro di debiti sono un pesante fardello del quale farsi carico per chi deciderà di rilevare la società e potrebbe far desistere i potenziali acquirenti. Tra questi ci sarebbe chi questa piazza la conosce molto bene: quel Felice Sannella, già presidente nel dal 2015 a 2019, ma si parla anche di un fantomatico Mister X che avrebbe incontrato Canonico nella Capitale per capire i margini di trattativa. I tifosi dei satanelli trattengono il fiato, nella speranza di non dover rivivere gli incubi del passato.







