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Bonatti: "Juventus NG uno squadrone, merita i playoff. Vicenza esempio di resilienza"TUTTO mercato WEB
© foto di Dario Fico/TuttoSalernitana.com
ieri alle 19:00Altre news
di Dario Lo Cascio
per Tuttoc.com

Bonatti: "Juventus NG uno squadrone, merita i playoff. Vicenza esempio di resilienza"

tmwradio
A TUTTA C con Daniel Uccellieri. Ospite: Andrea Bonatti, allenatore
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Andrea Bonatti, allenatore con una lunga esperienza nel settore giovanile della Juventus ed ex tecnico della Triestina, è intervenuto ai microfoni di TMW Radio nel corso della trasmissione A Tutta C.

Ieri, a Coverciano, Francesco Palmieri, responsabile del settore giovanile del Sassuolo, ha sottolineato l'importanza delle seconde squadre per la crescita dei giovani. Lei, che ha allenato tanti ragazzi, anche nel settore giovanile della Juventus, condivide questa visione? Crede che le seconde squadre siano davvero il miglior trampolino di lancio per i giovani talenti?
"Non lo so. Palmieri dice questo, ma poi la sua Primavera vince lo Scudetto, arriva stabilmente tra le prime sei e porta giocatori a giocare titolari in Serie B direttamente dalla Primavera. Quindi, la mia opinione l’ho già espressa più volte: dipende. Ci sono ragazzi che possono fare il salto direttamente, come è successo alla Juventus, che in quanto a difficoltà di inserimento in prima squadra credo abbia la forbice più ampia possibile. Altri invece hanno bisogno di un passaggio intermedio per adattarsi a un calcio più fisico e intenso rispetto a quello giovanile. Le seconde squadre rappresentano un’opportunità e, siccome è sempre meglio averne una che non averla, sicuramente offrono un vantaggio. Ma dire che siano indispensabili o che senza di esse non si possa emergere, mi sembra eccessivo. Lo stesso discorso vale anche per gli allenatori: c’è chi ha bisogno di fare gavetta e chi riesce a imporsi subito. Ognuno ha la sua strada".

Restando sul tema, attualmente c’è una seconda squadra per girone in Serie C e dal prossimo anno si aggiungerà anche quella dell’Inter. C’è chi vorrebbe limitarne il numero e chi invece ne auspica un aumento. Lei cosa ne pensa? Dovrebbero esserci dei paletti per evitare di togliere spazio alle piazze storiche della Serie C?
"Capisco il punto di vista di chi parla di piazze storiche, ma alcune di queste sono gestite da imprenditori che non pagano gli stipendi, accumulano penalizzazioni e non riescono a gestire le pressioni dei tifosi. Se un club strutturato può dare stabilità al movimento garantendo un impegno economico, perché no? Non sono né per escludere a priori né per includere sempre e comunque. Dipende dalle situazioni. L’Inter, ad esempio, ha aspettato sette-otto anni dopo la Juventus per creare la sua seconda squadra. Non si è buttata a caso, ha fatto le cose con calma, con un progetto serio. Questo dimostra che non è una scelta superficiale. Se la presenza delle seconde squadre penalizzasse realtà solide e meritevoli, capisco il malcontento. Ma se vanno a sostituire società che falliscono e non riescono a iscriversi al campionato, mi sembra una soluzione del tutto legittima".

Parliamo ora del campionato. A poche giornate dalla fine, ci sono duelli molto interessanti per la promozione diretta in Serie B: nel Girone A il Padova sembrava in fuga, ma il Vicenza è tornato sotto; nel Girone B Entella e Ternana sono vicinissime, nonostante la penalizzazione degli umbri; nel Girone C, l’Avellino ha appena sorpassato il Cerignola. Qual è la sfida che la intriga di più?
"Il Vicenza è l’esempio perfetto di resilienza. Quando sei a -10 dalla vetta e la capolista continua a vincere, può essere devastante. Giocano lo scontro diretto, subiscono il pareggio all’ultimo secondo, che poteva essere una mazzata, e invece restano lì. È una squadra che non molla mai. Nel Girone B vedo l’Entella favorita, mentre il Girone C è ancora apertissimo. L’Avellino è passato in testa, ma il Cerignola è una squadra organizzata, con una società seria e un allenatore preparato. Potrà lottare fino all’ultimo".

Passiamo alla Triestina, una squadra che lei conosce bene. Con l’arrivo di Tesser sembrava aver trovato la giusta strada, ma ora è in lotta per evitare i play-out e ha un calendario molto complicato. Crede che possa salvarsi senza passare dagli spareggi?
"A prescindere dal calendario, che oggettivamente è tosto, la Triestina ha una rosa di alto livello. Il problema è che è arrivata un po’ corta nel finale. Quando rincorri, all’inizio hai entusiasmo, recuperi posizioni, ma poi alla lunga rischi di pagare qualcosa. Mi auguro che riesca a salvarsi direttamente, perché, anche se la mia esperienza lì è stata breve, ho scoperto una realtà stimolante e sono rimasto affezionato alla squadra. Sarebbe incredibile vedere una società con questi investimenti e questo valore tecnico rischiare grosso".

Abbiamo parlato spesso della gestione della Triestina. In tanti sostengono che la proprietà abbia peccato di inesperienza nel non richiamare subito Tesser. Più in generale, le proprietà straniere che investono in Italia tendono a sottovalutare le complessità del nostro calcio?
"La mia opinione è parziale e superficiale, perché da fuori è difficile avere un quadro completo. Tu hai ipotizzato che sia un problema di arroganza da parte della proprietà, ma io ti rigiro la domanda: siccome era una scelta così logica, perché non l’hanno fatta prima? Forse c’erano dinamiche interne che non conosciamo. Non l’hanno richiamato subito dopo la parentesi Bordin, hanno provato un’interregno con Ciofani, poi hanno preso Clotet e solo alla fine, quasi come ultima spiaggia, sono tornati su Tesser. È una gestione difficile da spiegare. Ciò che è certo è che, da quando è tornato, i risultati si sono visti. Quando una stagione parte male, rimetterla in piedi è molto più complicato che costruire una squadra da zero. Ma adesso la Triestina è lì e speriamo possa giocarsi il rush finale al meglio".

Chiudiamo con la Juventus Next Gen. La squadra era partita malissimo, ma con Brambilla in panchina ha raddrizzato la situazione ed è ora a un passo dai playoff. Secondo lei, i bianconeri riusciranno a conquistarli? Lo scorso anno il cammino è stato simile, e ai playoff la Juventus ha fatto davvero molto bene.
"Guarda, proprio ieri stavo conversando con Massimo, siamo amici, e parlavamo proprio di questo. Ovviamente gli ho fatto i complimenti, perché, come sempre, sono onesto nelle mie opinioni. Per me la squadra è fortissima. Attenzione, dire che è una grande squadra non significa che i risultati siano scontati, né che all'inizio non possano esserci difficoltà. È normale che serva un periodo di adattamento, sia per gli stranieri che devono abituarsi a un tipo di calcio diverso, sia per chi sale dalla formazione giovanile, anche se poi non sono in molti a giocare stabilmente. Perciò qualche difficoltà iniziale era prevedibile, ma resta il fatto che questa è una squadra molto forte. Hanno fatto una grandissima rimonta e sono davvero contento per loro, perché dimostrano di lavorare con serietà e professionalità. Ora serve questo rush finale, che sarebbe la giusta ricompensa per tutti questi mesi di grande impegno. Io credo che possano farcela"