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Di Mariano ricorda Schillaci: "Mio zio il Maradona di Palermo. Spero di renderlo orgoglioso"TUTTO mercato WEB
© foto di Mario Giglio/TuttoPalermo.net
Oggi alle 15:34Serie B
di Luca Bargellini
fonte Alessio Alaimo

Di Mariano ricorda Schillaci: "Mio zio il Maradona di Palermo. Spero di renderlo orgoglioso"

All'uscita dalla camera ardente di Salvatore Schillaci, attaccante icona del Mondiale di Italia '90, allestita presso lo stadio 'Renzo Barbera' di Palermo ha preso la parola Francesco Di Mariano, attaccante del Palermo e nipote del bomber azzurro:

"Era una persona così buona a cui tutti volevano bene. Ricordo quanto ha lottato ed è stata veramente dura. Ci ha provato fino all'ultimo ma questa battaglia non è riuscito a vincerla. Negli ultimi tempi ci siamo sentiti poco per via degli impegni col Palermo, ma ricordo di averlo visto il 31 di agosto e l'ho trovato positivo. Abbiamo parlato come sempre di calcio e mi disse che la cosa più importante era buttare la palla dentro. Il giorno dopo ho segnato e questo è un ricordo che porterò sempre con me.

Che messaggio le ha lasciato in quanto calciatore?
"Mio zio è stato un punto di riferimento. Dopo di lui in famiglia sono stato il primo ad arrivare fra i professionisti e sono cresciuto sempre col sogno di arrivare in azzurro come lui. Ogni volta che mi sono allenato con lui o con gli altri zii mi dicevano di guardare i suoi piedi e come giocava. È partito dal nulla e spero che nel mio piccolo possa averlo reso orgoglioso".

Ha mai rivisto qui gol iconici di Italia '90 con lui?
"Li ho visti su YouTube ed è stato emozionante. Sprizzava gioia ed emozione dai suoi occhi. È stata una persona venuta dal nulla".


Quali sono stati i suoi consigli?
"Di pensare solo a me, estraniandomi dal mondo del calcio e di pensare solo al campo e alla famiglia".

Cosa rappresentava Totò Schillaci per i bambini palermitani con i quali lei è cresciuto?
"Quando ero piccolo ho vissuto la loro stessa infanzia. Sono cresciuto nella sua scuola calcio dove non veniva spesso per impegni di lavoro, ma quando tornava il campo era sempre pieno. Oltre ai bambini ricordo i volti delle persone che lo guardavano come il Maradona di Palermo".

Adesso lei indossa i colori rosanero che suo zio non ha mai indossato. Una responsabilità.
"Sicuramente. La maglia del Palermo è sempre stata una sfida e quando l'ho indossata era felice perché ce l'avevo fatta.

Sarebbe bello celebrarlo con un gol nel prossimo match col Cesena.
"Lo spero con tutto il mio cuore".