Lucescu: "Pirlo costruirà una grande Juve, sono convinto. In Champions non abbiamo chance"
Mircea Lucescu, tecnico della Dinamo Kiev, sconfitto dalla Juventus la settimana scorsa in Champions League, ha parlato a Radio Anch'io Sport sulle frequenze di Radio Rai: "Veniamo da un periodo molto difficile, cinque anni senza Champions League e con problemi finanziari. Abbiamo fatto una squadra con giocatori che vengono dalle giovanili, ci siamo qualificati ma la squadra è ancora da formare. La Juventus ha meritato la vittoria, ha valore ed è riuscita a segnare in momenti chiave. I bianconeri e il Barcellona penso che possano qualificarsi senza problemi agli ottavi. Io cercherò di riportare la Dinamo Kiev ai livelli che merita".
Dopo aver detto sì alla Dinamo si è dimesso perché alcuni tifosi erano contro di lei. Poi è tornato.
"Mi ero dimesso perché se non ero accettato non volevo sedere su quella panchina, non per i soldi ma per la mia vita. Posso fare ancora tanto al calcio e ho deciso di ritornare. Il presidente mi ha chiamato per dare una mano ma non sapevo che i tifosi fossero contrari: a quel punto volevo dimettermi ma sono stato richiamato e sono tornato. Abbiamo vinto la Supercoppa, poi ci siamo qualificati per la fase a gironi di Champions ottenendo vittorie importanti. Ancora però non siamo a un livello competitivo".
Come cambia il calcio con il Coronavirus e senza pubblico?
"Contro la Juventus abbiamo avuto i tifosi, ma in futuro non li avremo. Giocare con o senza pubblico è totalmente diverso, non c'è lo stesso ritmo. I giocatori hanno bisogno dei tifosi, degli applausi e di quella atmosfera. È dura e difficile".
Quali problemi può avere la Juventus? Cosa si sente di dire a Pirlo?
"Non è facile iniziare una carriera con una squadra che deve vincere tutte le partite. Ieri contro il Verona è stato molto sfortunato. Deve trovare un equilibrio sapendo anche che le avversarie danno sempre il 100%, non è semplice. Sono convinto che riuscirà a creare una grande squadra, il rapporto con i giocatori sarà fondamentale. Pirlo e Baronio hanno cominciato insieme, sono come miei figli".
Ha dei consigli per Conte in vista della partita contro lo Shakhtar?
"Il presidente del club ucraino ama molto il calcio, negli ultimi 12 anni hanno preso giocatori bravissimi e stanno continuando a crescere. I nuovi giocatori sono molto forti, veloci e costruiscono bene il gioco. Sarà difficile per l'Inter, anche se lo Shakhtar non ha l'esperienza dei nerazzurri".
Perché è rimasto lontano dal campionato italiano?
"Manca un po' di pazienza. A Brescia, con Corioni, ho avuto un grande rapporto, ma voleva sempre vendere tutti i migliori, non aveva i mezzi per tenere i giocatori per molto tempo. In Italia non c'è la pazienza di far crescere i giovani".
Qual è la squadra che le piace di più in Italia?
"Secondo la mia filosofia dico l'Atalanta. I giocatori sanno quello che devono fare sempre, sono aggressivi e giocano in velocità".
Con questo Barcellona in crisi potrebbe esserci una sorpresa nel vostro girone?
"Non credo, la Juventus è una grande squadra e il Barcellona è più forte rispetto a noi e al Ferencvaros. I blaugrana in Europa sono diversi. Poi è chiaro, il Covid può cambiare le carte in tavola".
Com'è cambiato il calcio in Italia?
"Quando c'ero io c'erano i migliori giocatori del mondo e la Serie A era il campionato più seguito al mondo. Adesso le cose sono molto diverse".