Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / sampdoria / Serie A
I ricordi di Okaka fra Roma, Samp e Udinese: "Ancora non sono certo di aver lasciato"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 31 marzo 2025, 16:15Serie A
di Daniele Najjar

I ricordi di Okaka fra Roma, Samp e Udinese: "Ancora non sono certo di aver lasciato"

Nonostante i tanti rumors di mercato che lo hanno riguardato nelle ultime due sessioni di mercato, Stefano Okaka, non è più tornato in campo dall'agosto del 2023, quando si è conclusa la sua esperienza in Turchia all'Istanbul Basaksehir, dove ha messo a segno 19 reti in poco più di un anno e mezzo, prima di infortunarsi nell'ultima parte di stagione.

Okaka però, che in carriera ha vestito le maglie di Roma, Udinese e Sampdoria fra le altre, non ha ancora annunciato il ritiro ufficiale dal calcio ed intervenendo a TuttoMercatoWeb ha specificato: "Ancora non sono certo di aver lasciato". Ecco le sue parole, fra ricordi ed attualità del nostro campionato.

Ti manca il calcio?
"Un po' sì. Però ho giocato tanti anni, passando praticamente tutta la mia vita fino ad ora nel calcio. E' stato un percorso bello, lungo, mi manca un po' la routine, ma piano piano ci si abitua alla vita normale".

Hai avuto il dubbio di accettare una delle tante offerte di cui si parlava?
"Ancora non sono certo di aver lasciato, il dubbio quindi c'è stato, sì. Quando fai una cosa per tutta la vita, poi staccarsi da quel contesto è sempre difficile. Nonostante abbia ricevuto tante offerte, sono uno che se si prende un impegno lo deve rispettare al 100%. Non sentendomi motivato al massimo, non volevo approfittare di nessuno. Era solo una questione mentale, non fisica, perché fisicamente potrei giocare sicuramente altri 2-3 anni. Se vado in una squadra, voglio essere al centro di tutto e decisivo, altrimenti non ha senso".

C'è un gol cui sei rimasto più legato?
"Sicuramente quello in Roma-Siena, di tacco nel 2010: dopo 20 anni me lo ricordano tutti i romanisti per strada. Poi ce ne sono di bellissimi che ho fatto, ma per significato penso a quello ed alla doppietta con l'Udinese, contro la Spal: ci ha fatti salvere, con Tudor in panchina. Fu un miracolo: eravamo spacciati, ma ce l'abbiamo fatta".

La Nazionale cosa ha significato per te?
"Giocare per la Nazionale è sempre un onore, non è facile per un calciatore professionista farne parte e fare gol. E' stato bellissimo, ma forse non me la sono goduta al 100%. Perché era un momento della mia carriera nel quale andavo forte, ero sempre in cerca di un di più. In quel periodo dovevo anche andare in grandi club. Sicuramente però segnare con la maglia azzurra, per giunta a Marassi dove giocavo tutte le domeniche, è stata una bellissima sensazione".

A chiamarti in Nazionale è stato Conte.
"Un fuoriclasse. Quando mi ha convocato la prima volta, mi è subito venuto a parlare dicendomi che aveva bisogno di me. Saltai solo l'ultima convocazione e non andai all'Europeo, mi aspettavo di andare, ma questo è il calcio e lui è un fuoriclasse in tutto e per tutto. Per come si pone, per come ti spiega il calcio e te lo fa vedere in un'altra maniera. E' veramente unico".

Più duro lui o Tudor?
"Mah, di Conte dicono che è un duro, è vero. Io l'ho visto determinato, sicuramente, ma è una persona che ti spinge a dare il massimo per lui e per la squadra. Quando entri in quel contesto lì sei disposto a fare tutto per lui. Neanche mister Tudor è troppo duro, più determinato e diretto direi. Conte è già a livello mondiale e fa la storia, auguro anche a mister Tudor di fare bene alla Juventus".

Può essere l'uomo giusto per risollevare i bianconeri? E' partito con una vittoria.
"Sì, mancando 8 partite, non c'era profilo migliore in questo momento. Ha già giocato lì, ha allenato con Pirlo, darà tutto fino all'ultimo minuto perché si gioca un grande pezzo della propria carriera in un grande club. Sicuramente saprà sfruttare questa opportunità, i bianconeri hanno fatto la scelta giusta".

Con Spalletti che rapporto avevi?
"Partiamo dal presupposto che Spalletti per me è stato un padre calcistico. Mi ha fatto esordire con la Roma e passavo più tempo con lui che con la mia famiglia. Ci allenavamo, mi teneva lì dopo l'allenamento, poi dormivo a Trigoria e puntava molto su di me, mi ha fatto crescere tanto. E' un fuoriclasse del settore".


Come vedi il percorso della Nazionale con lui, sei fiducioso?
"Per la Nazionale ci vuole pazienza, sono percorsi, momenti, con il calcio che va avanti e le squadre che crescono. Dobbiamo creare anche noi, dai settori giovanili, dalla strada, metterci più impegno per far arrivare i giocatori il prima possibile. Alla fine Spalletti sceglie con quello che c'è, non può creare giocatori. Sicuramente troverà la chiave per far tornare la Nazionale al livello in che merita".

Ranieri ha un tocco magico?
"Anche con lui avevo un rapporto fantastico, ci volevamo molto bene. Lui è così: sapeva esattamente dove andava e cosa significasse fare calcio a Roma. Ha il cuore lì. La prima cosa che ha fatto è stata ricostruire lo spogliatoio, mettere la Roma al centro di tutto, a livello di sensazioni, di orgoglio, di energia. Piano piano ci è riuscito, si vede che ha messo a posto i rapporti, la competitività, la maglia. Roma non è come altre piazze, devi sentirla ed avere uno spogliatoio che ti faccia capire cosa significhi giocare in giallorosso. Lo ha fatto e si vedono i risultati".

Chi per il dopo-Ranieri alla Roma? Magari uno come Gasperini, anche se Ranieri lo ha smentito?
"Gasperini non lo scopro io, è uno dei migliori al mondo e sarebbe perfetto anche per la mentalità che ha, la visione. Uno come lui penso farebbe bene anche per il modo di giocare e di approcciare, molto fisico e intenso, dinamico. Con un gioco così, con una piazza così, se scattasse la scintilla poi sarebbe dura per tutti".

Per te cosa significa la Roma?
"Per me la Roma è tutto, sono nato e cresciuto a Trigoria, praticamente. Ho fatto tutte le mie cose lì: la scuola, il settore giovanile, i miei esordi. Nella mia vita Roma è importante, se dovessi fare un film, prenderebbe 4-5 capitoli. Una storia incredibile".

Hai anche vinto in giallorosso.
"Sì, una Coppa Italia ed anche il campionato Primavera con De Rossi, ci sono stati momenti bellissimi, sono fortunato ad averli vissuti con grandissimi campioni, da giovanissimi. E' sicuramente un pezzo fondamentale della mia vita".

L'Udinese la segui con affetto?
"Sì, rappresenta una parte della mia carriera dove sono arrivato maturo. Ho capito cosa significhi alzare il livello nei rapporti, dato che ero uno dei leader in una squadra dove c'erano giocatori come Behrami e De Paul. Ho avuto la possibilità di avere un rapporto intensi e quotidiano anche con Giampaolo Pozzo. Ero arrivato in un momento disastroso, con una serie infinita di sconfitte consecutive, praticamente eravamo retrocessi. Ma ci siamo messi a lavorare ed abbiamo ricostruito piano piano, salvandoci. Se oggi è tornata la miglior Udinese, un po' di merito è anche nostro che in quella stagione ci siamo salvati".

Ti piace Lucca?
"Sì, è forte. Ha ampi margini di miglioramento. L'Udinese è una delle migliori squadre al mondo nel vendere i giocatori. A Lucca auguro il meglio e gli auguro un giorno di giocare in una squadra ancora più forte".

La Samp vive un momento difficile.
"Con la Samp è stato amore a prima vista, mi hanno accolto e mi trattavano come un re. La Samp è unica, fantastica. Se chiudo gli occhi e devo pensare ad una squadra, penso alla Sampdoria. E' un momento difficile quello attuale, ma torneranno a fare le cose per bene. Quella piazza, con quello stadio e quel pubblico fa presto a tornare al meglio. Devono solo trovare gente che ami per davvero la Sampdoria, ci sono piazze che hanno bisogno di questo. Non puoi adattare la stessa filosofia a tutte le squadre. Alcune le puoi trattare più come aziende, ad altre serve amore. Auguro alla Samp di tornare in A e fare grandi cose".

I più forti con cui hai giocato?
"Cassano e Totti, erano proprio fenomenali. Quei giocatori che ti fanno capire come il calcio ad alti livelli non sia solo tecnica, ma anche una cosa mentale. Proponevano calcio prima con la testa. Poi ovviamente impossibile non citare Buffon, portiere incredibile e campione con la "c" maiuscola dentro e fuori dal campo".

Con chi ti sei trovato meglio in campo?
"Alla Samp eravamo forti, io Gabbiadini ed Eder. Eravamo davvero forti".