ESCLUSIVA SN - Braida: campo e società Sampdoria, Niang, Vialli e il Milan
Tra i principali artefici dirigenziali del Milan nei trionfi dal 1986 al 2013, scelto nel 2014 dalla Sampdoria come nuovo Direttore Generale, Direttore Sportivo del Barcellona fino al 2019. Senza ombra di dubbio tra i più vincenti e competenti Dirigenti nella storia del calcio italiano ed internazionale. Per ricordare il passato ed analizzare il presente della Sampdoria, Ariedo Braida è stato intervistato in esclusiva da Sampdorianews.net:
Direttore, il suo rapporto con la Sampdoria. "La Sampdoria è sempre stata una bellissima realtà, ho sempre avuto ottimi rapporti fin dai tempi di Paolo Mantovani. Parliamo di un club tra i più blasonati e per tanti anni ai vertici del calcio italiano, ha vinto uno scudetto e diverse coppe, è arrivata in finale di Coppa dei Campioni. Scelsi la Sampdoria una volta terminata l'esperienza al Milan, fui chiamato da Edoardo Garrone alla Presidenza, c'era Carlo Osti, un dirigente eccellente al quale non avrei mai rinunciato. Sono stato poco alla Sampdoria, eppure mi stavo affezionando molto. Avevo pensato di portare il brand Sampdoria negli Stati Uniti per contribuire al bene del club, avevo preso contatti con la famiglia Lippi per sviluppare rapporti con il calcio cinese. Ci fu poi la cessione della società e purtroppo non ci erano più i presupposti per restare. Edoardo Garrone è un imprenditore di spessore, talvolta si innescano dei meccanismi in ambito familiare che portano a fare determinate scelte e a seguite certe indicazioni, a volte inaspettate come quella cessione della Sampdoria".
Nel bene e nel male in campo ma la Sampdoria vanta sempre un patrimonio inestimabile, la tifoseria. "La Sampdoria ha una tifoseria pazzesca, davvero innamorata della propria squadra. Il calcio è un sentimento e i tifosi blucerchiati sono trasportati da un sentimento profondo. Ogni grande amore può portare grandi delusioni, come può accadere anche una donna. Le donne però si possono cambiare, la squadra mai. Nel mondo del calcio contano moltissimo le valutazioni tecniche e il valore della squadra, i risultati ottenuti in campo sono imprescindibili e vanno letti a pari passo con l'andamento economico. Dispiace tantissimo vedere la Sampdoria nell'attuale situazione, le auguro di risollevarsi il prima possibile, parliamo di una società con una storia pazzesca, la Sampdoria merita tutto il rispetto dal mondo del calcio. Anche in questo settore l'esperienza non si può comprare, vanno conosciuti i meandri del mestiere".
Niang alla Sampdoria. È stato il vostro Milan a portarlo giovanissimo in Italia. "Niang arrivò al Milan nel 2012, aveva diciotto anni, non poteva essere già pronto, aveva bisogno di un certo percorso. Al Milan trovò persone che gli hanno indicato la strada da seguire, lo hanno consigliato e preparato al meglio. C'è bisogno di tempo per i giovani che arrivano da paesi, culture e filosofie calcistiche differenti. Nel corso della carriera ha compiuto diversi passi intermedi e ha trovato la propria dimensione. E' maturato ed è risultato determinante nella salvezza dell'Empoli. Ancora oggi ricordo il palo clamoroso colpito da Niang a Barcellona, quel goal avrebbe potuto cambiare la storia del Milan in quella edizione della Champions. Parliamo di un giocatore molto valido, è dotato di dinamismo, tecnica e struttura fisica. All'epoca non fu scelto a caso, avevamo visto determinate caratteristiche. L'ho sentito quando è approdato l'anno scorso ad Empoli".
Pochi giorni fa è stata la ricorrenza della scomparsa di Gianluca Vialli, tra i protagonisti della migliore Sampdoria della storia. "Ci disse sorridendo "A Milano non c'è il mare", così rifiutò il Milan. Gianluca piaceva tantissimo al Presidente, era un bravissimo ragazzo. Il Presidente Berlusconi poneva lo spessore umano come priorità nella scelta dei calciatori. Gianluca trasmetteva la bellezza umana ed estetica dei valori positivi che ognuno di noi dovrebbe avere".
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