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Jacobelli: "Fermare lo sport è stato gesto opportuno, giusto e tempestivo"TUTTO mercato WEB
ieri alle 22:30News
di Gaetano Ferraiuolo
per Tuttosalernitana.com

Jacobelli: "Fermare lo sport è stato gesto opportuno, giusto e tempestivo"

"Perché è giusto che lo sport si fermi nel nome di Francesco". Inizia così l'articolo pubblicato dal noto giornalista Xavier Jacobelli, un messaggio che va un po' controcorrente rispetto al pensiero di centinaia di migliaia di tifosi. Ecco la versione integrale:

"Papa Bergoglio è stato una straordinaria figura che ha illuminato il nostro secolo. Credenti e non credenti hanno riconosciuto in lui l'uomo del dialogo, dell'altruismo, della solidarietà. I campioni e i praticanti di ogni disciplina s'inchinano, in segno di rispetto e di cordoglio per la sua scomparsa

La decisione di sospendere ogni attività sportiva odierna in segno di lutto per la scomparsa di Francesco è stata giusta, tempestiva, opportuna. Così come il minuto di silenzio che, ha disposto il Coni, verrà osservato "nelle manifestazioni agonistiche in programma in Italia nel resto della settimana, per piangere la scomparsa del Santo Padre e onorarne la memoria". Bergoglio è stato una straordinaria figura di uomo e di Pontefice che ha illuminato il nostro secolo.

Credenti e non credenti hanno riconosciuto in lui l'uomo del dialogo, dell'altruismo, della solidarietà. In segno di rispetto e di cordoglio per la sua morte, s'inchinano davanti a lui I campioni e i praticanti di ogni disciplina: lo testimonia il fiume di messaggi e di immagini che in queste ore scorre in Rete, senza soluzione di continuità. Nei suoi dodici anni di pontificato, Francesco ha costruito un ponte fra le genti di ogni fede, religione, provenienza, cultura, ceto sociale, parlando a tutti con il linguaggio del cuore.

A cominciare dalle 20.22 di quella sera del 13 marzo 2013, quando si affacciò al mondo e disse semplicemente "buonasera", primo Papa gesuita, primo Papa sudamericano, venuto "dai confini del mondo", mostrando una croce che non aveva nulla di prezioso e, proprio per quest,o si rivelò un simbolo più prezioso di ogni altro. Il primo segnale che Francesco sarebbe stato il Papa dei poveri, degli emarginati, degli esclusi. E perfettamente consapevole di quanto lo sport sia "un alleato formidabile nel costruire la pace, un bene educativo e sociale che non deve cadere in una logica di business consumistico".

IL PERNO DI TUTTO. Sì, lo sport doveva fermarsi per onorare il Papa tifoso del San Lorenzo de Almagro, maglie blu e rosso, una delle cinque Grandi del calcio argentino. I suoi tifosi sono i Cuervos, i Corvi in italiano, per via del colore nero e bianco delle sottane dei Salesiani che fondarono il club, le cui bandiere sono lustate a lutto:

"Francisco non è mai stato solo uno di più, è sempre stato uno di noi. Cuervo da bambino e da uomo. Cuervo da sacerdote e cardinale.. Cuervo anche da Papa. Ha sempre trasmesso la sua passione per il Ciclone: quando andava al Viejo Gasómetro a vedere la squadra del '46, quando cresimava Angelito Correa nella cappella della Ciudad Deportiva, quando riceveva i visitatori del Barça in Vaticano, sempre con totale felicità. Tessera n. 88235. Da Jorge Mario Bergoglio a Francesco, una cosa non è mai cambiata: il suo amore per il Ciclone. Avvolti da profondo dolore, da San Lorenzo diciamo oggi a Francesco: addio, grazie e arrivederci! Staremo insieme per l'eternità!".

Nel nome di Cristo, come disse quella volta il Papa ricorrendo a una metafora cestistica: "Il perno di tutto è la croce di Cristo. Poi uno si muove, proteggendo la palla, con la speranza di fare canestro e cercando di capire a chi passarla".