A Cosenza storicamente è battaglia calcistica. Bel segnale da Sepe, lo scorso anno non sarebbe accaduto. Salernitana non rassegnarti all'anonimato.
Sta per tornare una grande classica del sud Italia, la sfida tra Cosenza e Salernitana, che nel pomeriggio andrà in scena nella città Silana e nell'infuocato catino del San Vito Marulla. Una partita che ha un fascino differente, al punto dall'avere quasi il sapore di un derby, e che fa riaffiorare alla mente del tifoso attempato un bel po' di battaglie calcistiche dagli esiti alterni, ma spesso accomunate dall'essere andate sopra le righe. Tanti incroci tra calabresi e campani si sono verificati nel girone centro-meridionale di quella serie C1, che a lungo ha imprigionato queste due prestigiose piazze, altri in serie B in epoca più recente e nessuna in massima serie. Cosenza-Salernitana vuol dire accesa rivalità tra le due tifoserie e fa affiorare immagini un po' ingiallite dal tempo come le due contese della stagione 1987/88, entrambe vinte dai rossoblù, con beffa finale targata Urban in Calabria e graffio del futuro juventino Michele Padovano in uno stadio Vestuti infuocato e teatro del gioco duro di Cocco e compagni e di incidenti prima e dopo il match. Rossoblù Silani e granata in serie cadetta portano alla mente, invece, lo spareggio di Pescara che vide i lupi vincere grazie alla zampata del compianto Gigi Marulla (a cui anni dopo sarà intitolato lo stadio di Cosenza) ma anche la goleada della Salernitana di Delio Rossi all' Arechi ai danni dei rivali storici nel 1994/95, per un 5-2 che vide il bomber Pisano e Ciccio Tudisco grandi protagonisti della partita.
Amarcord a parte, oggi sarà un'altra battaglia sportiva che vedrà le due compagini puntare ai tre punti sostenute da tifoserie calde e pronte a fronteggiarsi a colpi di cori e sfottò. Il Cosenza di Alvini è squadra ostica e di categoria, che soprattutto in casa concede poco e alza i ritmi della gara, ma la Salernitana ha un tasso tecnico e una capacità di palleggio superiore rispetto agli avversari. La sensazione , però, è che gli uomini di Martusciello, nel pomeriggio del San Vito, dovranno più del solito tirare fuori gli artigli ed essere più fisici ed intensi, nonché soprattutto più cinici nello sfruttare le occasioni che si presenteranno. Il match in terra cosentina potrebbe rappresentare il classico ostacolo e banco di prova per una Salernitana che dovrà essere squadra e gruppo vero, aiutandosi in campo per soffrire allorquando sarà necessario e ripartire per ribaltare il fronte ogni qual volta le sarà consentito. È doveroso sottolineare ed elogiare un episodio che già andrebbe in questa direzione: il recupero lampo del portierone della Bersagliera Luigi Sepe, il quale, fermato da una noia muscolare solo due settimane orsono, ha accelerato il suo rientro e si è messo stoicamente a disposizione di Martusciello per questa difficile trasferta, evitando ai suoi di doversi presentare in campo con il giovanissimo ed inesperto Corriere tra i pali.
Applausi convinti a Sepe ed al suo attaccamento alla causa della Salernitana, ai compagni e al tecnico che si gioca molto in questa gara, e soprattutto complimenti ad un gruppo che quest'anno si comporta da tale. Siamo proprio sicuri che l' anno trascorso una situazione del genere si sarebbe potuta verificare? Non siamo di questa idea, perché questi sono segnali di unione, compattezza e spogliatoio di uomini veri prima che di calciatori, tutto quanto era assente costantemente nella Salernitana 2023/24. Il vento è cambiato dall'arrivo a Salerno di Petrachi e di Martusciello e ci sono state diverse riprove in tal senso, non ultima questo rientro di Sepe a difendere i pali del cavalluccio marino, dietro ad un Ferrari promosso capitano in virtù della sua naturale vocazione ad essere leader e ad un Bronn che potrebbe ritornare titolare ed esaltarsi nel clima di battaglia. A proposito di Ferrari leader della difesa e della Salernitana: l'ex Sassuolo va applaudito per la qualità e la professionalità con cui è arrivato all'ombra del castello Arechi ma anche per quella istantanea che lo vede ringhiare, faccia a faccia, sull'arbitro Scatena, andato alquanto nel pallone nel convulso finale di Salernitana - Cesena.
Quanto è mancato, nel campionato della mortificante retrocessione granata, un vero leader che in campo sapesse trascinare i compagni e sapesse pretendere rispetto dal direttore di gara e quante volte si è respirata passività al cospetto di decisioni arbitrali avverse ed avversari che maramaldeggiavano all'Arechi. La Salernitana del nuovo corso ha già dimostrato di essere fatta di tutt'altra pasta e di avere testa e cuore per ribaltare situazioni avverse, rimontare e stringere i denti nelle sofferenze e, per tutto ciò, non deve assolutamente rassegnarsi ad un torneo troppo presto anonimo e povero di obiettivi. I granata hanno davanti due mesi importantissimi di campionato, dove l'obiettivo dovrà essere restare il più possibile a contatto con la zona play -off per poi poter pensare a rinforzarsi nel calciomercato di gennaio e alzare l'asticella stagionale. I calciatori e lo staff tecnico ci si augura che, a partire da Cosenza, cerchino con vigore quello scatto che potrebbe cambiare il trend di inizio stagione e quelle ulteriori motivazioni che la società e la proprietà non sono finora riusciti a trasmettere, parlando di progetti triennali e lasciando in vendita la Salernitana.