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Salernitana, troppi rischi presi: necessari finalizzatore e alternative valideTUTTO mercato WEB
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
ieri alle 23:30News
di Raffaella Sergio
per Tuttosalernitana.com

Salernitana, troppi rischi presi: necessari finalizzatore e alternative valide

Era ben noto a tutti quale fosse il punto di partenza da cui il nuovo ds della Salernitana Gianluca Petrachi sarebbe dovuto partire a luglio e altrettanto conosciuto era anche il carico di difficoltà che ne sarebbe scaturito. Era necessario come il pane operare un autentico reset generale, iniziando dalla rosa per arrivare all'organizzazione e gestione della stagione sportiva e così è stato, lavoro per il quale non si è mancati di elogiare un manager che ha dovuto (e non voluto) ricostruire dalle fondamenta (e dalle ceneri) un club reduce da un annus horribilis che neppure negli incubi peggiori era prefigurabile. Quel che probabilmente è stato meno considerato, previsto ed apprezzato è stato, invece, la situazione di difficoltà in cui versava la società di via Allende dal punto di vista finanziario. Scelte sbagliate sul mercato per inesperienza e un fardello di contratti pesanti insostenibili dopo la retrocessione imponevano un risanamento economico che doveva passare anche per dolorose cessioni e per un netto ridimensionamento del monte ingaggi.

Tutto corretto e comprensibile, ma si è passati da un eccesso all'altro, da una manica larga ad un braccino corto, senza equilibrio e mezze misure e di ciò Petrachi, che le sue idee le aveva espresse chiaramente, ha pagato dazio. Il direttore sportivo, appreso che il budget stanziato dalla proprietà fosse minimo e non derogabile neppure in presenza di buone opportunità last minute, ha fatto di necessità virtù e qui ha scelto una sua linea, una strada in luogo di altre per fare il meglio possibile per la Salernitana. Non potendo investire in cartellini di calciatori giovani e di prospettiva (non ci si inganni, i virgulti bravi ed emergenti costano già tanto) Petrachi ha optato per l'usato sicuro e per l'esperienza, doti utili e sempre apprezzate specie laddove occorre carattere per gestire le pressioni della piazza e l' essere prima uomini che calciatori per ricostruire uno spogliatoio. Ecco arrivare a Salerno uomini che di partite tra massima serie italiana o estera e cadetteria ne hanno disputate a iosa, gente di carattere e di lungo corso, con esperienze importanti e curriculum significativi, ciò per svoltare e imprimere un'impronta nuova nell'ambiente accelerando i tempi di ripartenza.

Tutto comprensibile e plausibile, ma, per poter innestare siffatte qualità e caratteristiche nel roster granata con un budget acquisti risibile e un limite di ingaggi basso il dirigente leccese (bravo ma che non fa miracoli) si è dovuto orientare su nomi reduci da inattività protratta, infortuni o stagioni anonime senza quasi vedere campo. Atleti indiscutibili sul piano squisitamente tecnico come Soriano, Torregrossa, Reine- Adelaide, Hrustic, Braaf, Tello e Ghiglione sono giunti a Salerno lontanissimi da una condizione accettabile e privi della gamba e del ritmo partita necessari per fare emergere i loro piedi buoni e le loro intuizioni. Tanti e forse troppi rischi tutti insieme, con le belle eccezioni di Ferrari e le mosse in controtendenza rappresentate dal Golden boy Amatucci, play di grande livello e prospettiva, e da Tongya,  ( e non mezzala!), autentiche chicche del calciomercato firmato Petrachi. L'ex primavera viola, a differenza dell'ex Juventus U23,  è qui, tuttavia, soltanto in prestito e non sarà certo facile, continuando così, che resti a lungo all'ombra dell' Arechi.

Alcune scelte, tuttavia, non sembra stiano dando ragione al Ds e allo staff tecnico, Martusciello un primis, e ci si riferisce alla rinuncia voluta ad un centrocampista di interdizione, ad un bomber pronto subito e da potenziale doppia cifra, nonché ad una seconda punta di categoria per poter anche cambiare assetto. La Salernitana ha tre centravanti con caratteristiche assai simili e nessuno poteva verosimilmente fare sperare di raggiungere una buona prolificità, non un Simy generoso e in crescita ma che non sa attaccare gli spazi e la sfera in area e che gioca più di sponda che per concludere a rete, non un Torregrossa irriconoscibile e non un Wlodarczyk ancora acerbo a questi livelli. Troppi i potenziali doppioni in una rosa dove abbondano trequartisti, mezze punte ed esterni di attacco e troppo pesante l'attuale assenza di mezzali in grado di inserirsi e finire sovente nel tabellino marcatori, per poter validamente praticare il 4-3-3 definitivamente optato da Martusciello. Il trainer dell'Ippocampo ha replicato che non può mettersi in campo con le due punte vicine e con un solo trequartista classico perché non ha una seconda punta di ruolo che possa giocare, così come ha detto, dopo lo Spezia, che se avesse avuto più scelte a centrocampo avrebbe operato cambi differenti.

Ecco un'altra nota dolente, la carenza di alternative all'altezza dei titolari, di uomini in grado di subentrare dalla panchina o fare rifiatare i compagni dall' inizio senza abbassare sensibilmente il livello tecnico o atletico della squadra. In parte valutazioni opinabili e rischi eccessivi assunti ed in buona parte problemi cagionati dall'aver dovuto azzerare e dall'aver dovuto fare le nozze con i proverbiali fichi secchi (il paracadute è servito a ripianare e a fare rientrare in parte il patron Iervolino) hanno finora un po' tarpato le ali ai granata e portato a questa altalena di risultati in nome di un'incostanza da classica coperta troppo corta. Ciò detto la Salernitana schiera tanti uomini offensivi, sviluppa sempre e comunque gioco ed ha idee propositive finalizzate ad assumere il controllo della partita e a non subire gli avversari.

Belle e affascinanti caratteristiche queste, ed inoltre la difesa, al netto di limiti da rimuovere sui calci piazzati, si è meglio assestata grazie a giocatori che si stanno ergendo a leader come Ferrari e Stojanovic. Se Iervolino e Petrachi, il primo investendo ed il secondo sfruttando il suo fiuto e la sua credibilità calcistica, scenderanno in campo a gennaio operando bene sul mercato di riparazione, allora questa base e questo lavoro ben fatto di Martusciello potranno essere impreziosite e forse si potrà fare un occhiolino alle ultime piazze della griglia play-off. Diversamente, se ciò non riuscisse, si sarebbero gettatie le basi per ripartire con altre ambizioni la prossima stagione e la piazza saprebbe capire e sostenere il progetto, a patto che la società usi chiarezza ed umiltà, dimostri attaccamento e coerenza di programmi. Petrachi è un patrimonio della società e, al netto di qualche probabile errore, merita un plauso per il suo operato, ma merita soprattutto una società capace di dare solidità e continuità. Ben venga il riavvicinamento del figliol prodigo patron Iervolino, ma a ciò occorre seguano fatti e neppure pochi!