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Salernitana, il 'j'accuse' di Iervolino: "Con Petrachi niente empatia, ho subito le sue scelte"TUTTO mercato WEB
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
ieri alle 22:04Serie B
di Claudia Marrone

Salernitana, il 'j'accuse' di Iervolino: "Con Petrachi niente empatia, ho subito le sue scelte"

Nel corso di 'Vianema', il podcast ufficiale del club, è intervenuto il presidente della Salernitana Danilo Iervolino, che ha parlato a 360 di quello che è stato il percorso in granata. Queste le sue parole, riprese da tuttosalernitana.com: "Ho cercato di metterci tutto me stesso e non ho nessun rimpianto. Ho preferito non parlare perché ho ricevuto offese ingenerose, non potevo passare il mio tempo a smentire notizie circolate sui social che spesso non corrispondevano a verità. Avrei dovuto ricordare quanto ho speso, cosa ho fatto. Però i risultati erano negativi e non ritenevo fosse giusto fare polemiche, con la consapevolezza che il tempo è galantuomo. Ci sono tante cose che mi hanno amareggiato. La retrocessione dell'anno scorso grida vendetta: Pirola gioca in Grecia, i due attaccanti sono andati alla Lazio. Se tornassi indietro farei esattamente quello che ho fatto, ma con una maggiore presenza e con decisioni da prendere da solo senza fidarmi di manager, consiglieri e direttori. La responsabilità è mia, sono arrabbiato con me stesso ed è chiaro che presidenti si diventa, non si nasce. Ora mi interessa programmare per tornare in Serie A in 2-3 anni. In una piazza già carica d'entusiasmo avrei dovuto evitare proclami".

Passando alla vendita della società: "Non posso tutti i giorni smentire le sciocchezze. A un certo punto ho capito non possiamo più andare dietro alla gente sperando nel consenso unanime di prima. Ci sono detrattori sui social e persone che non vogliono darci fiducia e che provano a ostacolarci credendo alle sciocchezze che vengono scritte. I giornali hanno pubblicato cose ridicole. I salernitani sono molto intelligenti, abbiamo una tifoseria attenta e sapranno riconoscere le notizie vere da quelle false. Resto proprietario, ho fatto una scelta in estate utile ad aggiungere competenza. Non sono scomparso. Il discorso delle infrastrutture è importante e la presidenza Busso è dovuta alla volontà di dare maggior peso al club sotto questo punto di vista. Ma sono azionista totalitario, con Milan amministratore e un vice presidente come Petrucci"

Il discorso si sposta poi sulla situazione economica del club: "La società è stata sempre ricapitalizzata da me, i debiti sono fisiologici e non patologici e qualsiasi debito aperto con soggetti terzi è stato garantito con i miei soldi personali. C'è tranquillità finanziaria. C'è chi dice che non ho rispetto, non entro nella sensibilità di una tifoseria che amo e che vorrei fosse felice. Mi piace da morire essere il proprietario della Salernitana e l'ho sempre dimostrato. Mi hanno detto che non mantengo gli impegni, al massimo ho disatteso gli obiettivi. Eravamo ambiziosi, ma da proprietario ho messo tutte le risorse necessarie ridando visibilità alla Salernitana rispetto alle mie personali relazioni. C'è sempre tempo per raggiungere gli obiettivi, guardo al futuro con animo speranzoso provando a mettere da parte quanto di nefasto accaduto l'anno scorso".


E poi tanti aneddoti su allenatori e direttori sportivi che si sono avvicendati: "Mi sento un mangia-allenatori. La verità è questa. Il calcio fagocita, racconta, fa cambiare tante cose. Iniziai quest'avventura chiamando Nicola e un Direttore Sportivo che ha fatto un lavoro incredibile come Sabatini. Con lui ci fu un diverbio, decisi di cambiare e parlai con diversi dirigenti. Arrivò De Sanctis, un giovane con idee effervescenti e un uomo del calcio che però non aveva mai fatto il Direttore Sportivo. Allestiamo una squadra di tutto rispetto, con Nicola allenatore, che è davvero il dodicesimo uomo in campo. A un certo punto della stagione, però, ci fu un ammutinamento da parte dei veterani del gruppo e anche l'allenatore iniziò ad avere mal di pancia. Puntammo su Sousa e ci togliemmo grandi soddisfazioni, con 10 risultati utili di fila e una stagione che entrò nella storia. Merito da dividere con il suo predecessore, Mi sembrava di vivere un favola e decisi di riconfermare un difensore giovane nel giro della nazionale e il terzo capocannoniere della Serie A precedente. Ci fu qualche crepa con Sousa quando decise di andare a parlare con un'altra squadra, ebbe problemi con il Direttore Sportivo e ne divenne quasi una questione personale che coinvolse indirettamente anche la società. Le cose andavano male, decisi di schierarmi al fianco di De Sanctis ma continuavamo a perdere pur avendo trattenuto i migliori della stagione precedente. È arrivato quindi Inzaghi, c'era un feeling ottimo e la rimonta salvezza non era impossibile. Lo spartiacque fu la partita interna con il Bologna: perdemmo 1-2, ci disunimmo e a dicembre ritenni intelligente prendere un Direttore Generale. Ma Sabatini che fa? Nella sua prima conferenza stampa dice che non avrebbe scelto Inzaghi per fare la guerra. Detta da uno di quel calibro fu una frase forte e che ci lasciò di stucco. Fui costretto a chiamare Inzaghi per rinnovargli fiducia. La frittata però era fatta, andammo a vincere a Verona ma il direttore sportivo voleva cambiare guida tecnica e dovetti dargli fiducia. Tutti sappiamo come sia andata a finire".

E sull'attualità: "Con Petrachi non c'è stata empatia, ho subito le sue scelte ed è una cosa che non dovevo permettere a nessuno. Io avrei trattenuto Bradaric, Kastanos, Coulibaly e Daniliuc. Lui era di opinione diversa. Ha portato ottimi giocatori, ma io avrei seguito una strada diversa. Nel tempo ho saputo che ha riferito alcune cose all'Amministratore Delegato. A quel punto, pensando anche ai risultati che non arrivavano, ho pensato di interrompere quest'avventura professionale. Martusciello e Colantuono sono state sue scelte, io mi sono assunto la responsabilità di chiamare a Salerno due professionisti come Breda e Valentini che hanno voglia di costruire qualcosa di importante nel tempo in questa città. Ecco, qui da noi non verranno mai più dirigenti o allenatori che si sentono più grandi della Salernitana. Ora dobbiamo pensare a raggiungere quanto prima il nostro obiettivo, sperando di arrivare alla salvezza nel più breve tempo possibile".

Nota conclusiva, al calciomercato: "Non ho le competenze tecniche per incidere, ho compiti diversi. Ho detto sì a tutte le richieste che mi ha fatto il direttore sportivo, lui è uomo di campo che conosce perfettamente al categoria e se è soddisfatto lo sono di conseguenza anche io. Le parole di Valencia? Ho chiesto spiegazioni ai miei collaboratori, mi hanno detto che a ottobre non ha superato la visita medica e che non c'è stata l'idoneità sportiva. È la legge, non ho deciso io".