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Juve Stabia, Candellone: "Vincere il derby con un mio gol mi ha emozionato"
Nel magic moment della Juve Stabia c'è un calciatore che sta particolarmente brillando e che, sotto l'albero, ha trovato due graditissimi regali: il gol nel derby contro la Salernitana e la chiamata della società che è pronta a rinnovargli il contratto rendendolo, di fatto, una delle bandiere di un gruppo che non smette mai di stupire e che si aggrappa anche alle sue giocate per coltivare il sogno playoff dopo aver raggiunto la salvezza. Protagonista assoluto la scorsa stagione della storica promozione in B a suon di record (con 9 gol a referto e tanti assist), Leonardo Candellone ha rilasciato una intervista in esclusiva alla redazione di TuttoMercatoWeb.com. Ecco le sue dichiarazioni:
Vittoria storica nel derby di Salerno, in uno stadio difficile e senza tifosi. Qual è stata la componente decisiva e cosa ha provato segnando una rete che sarà ricordata a vita dai supporters stabiesi?
"Le motivazioni giocano sempre il ruolo principale. Siamo calciatori giovani che si stanno approcciando per la prima volta al campionato di serie B ed eravamo motivatissimi. Siamo scesi in campo con l'obiettivo di non avere rimpianti. Per gioco e azioni create credo che abbiamo meritato la vittoria. Sono ancora più felice perché ho segnato io il gol decisivo ed è stata una soddisfazione doppia. Devo ringraziare i tifosi che ci hanno accompagnato prima di partire, caricandoci. Per non parlare dei festeggiamenti post gara. E' un momento che noi e la piazza meritavamo".
Al rientro da Salerno siete stati accolti da una folla in festa: ora c'è il rischio di abbassare la tensione in vista della prossima gara?
"L'entusiasmo fa bene. Certo, bisogna avere la testa sulle spalle e i piedi per terra, se abbassi la guardia rischi di fare brutte figure, ma è un gruppo che ha piena consapevolezza. Giusto aver festeggiato, godendosi un momento storico che ha consolidato il rapporto con la piazza che ci ha accompagnato sin dalla vittoria dello scorso anno in serie C. La sinergia con la piazza è un'arma in più. Ma vi assicuro che già dal primo allenamento post derby ci siamo impegnati al massimo pensando al Cesena".
Più meriti vostri o demeriti della Salernitana?
"Io guardo in casa nostra. La Salernitana è una squadra forte, noi siamo scesi in campo davvero con la voglia di conquistare un risultato storico soprattutto per la gente che non ha avuto la possibilità di seguirci. Come ho detto in precedenza credo sia stata una vittoria meritata e che abbiamo disputato davvero una gran bella partita facendo tutto quello che avevamo preparato in settimana".
Quanto vi ha aiutato giocare in uno stadio mezzo vuoto, con lo sciopero del tifo, e quanto è stato brutto non avere al vostro fianco la curva?
"È sempre bello avere stadi pieni, per ogni giocatore è una carica in più sapere che c'è tanta gente che viene a vederti. Non avere la gente al nostro fianco a spingerci ha inciso, però, siamo scesi in campo anche e soprattutto per loro".
Campionato equilibrato e livellato verso il basso. Credete nel sogno playoff o credete che realtà come Cremonese, Salernitana, Palermo e Sampdoria risaliranno e dunque dovete pensare alla salvezza?
"Noi dobbiamo salvarci, non dobbiamo perdere questa consapevolezza. Ok l'entusiasmo, ok la serenità, ma in campo ci sono ancora tante battaglie da affrontare e non dobbiamo perdere di vista il traguardo. Se poi dovessimo raggiungere l'obiettivo in anticipo aprendo altri scenari ancora meglio. Salernitana, Palermo, la stessa Sampdoria non stanno vivendo un momento particolarmente felice, ma hanno organici che sono superiori a tante realtà della categoria e hanno tutte le carte in regola per risalire col passare del tempo".
Quanto è cambiata la serie B rispetto al passato?
"Oggi c'è meno tecnica e conta più il fisico. Credo ci sia molto più equilibrio, in passato c'erano 5-6 squadre che si staccavano rispetto alle altre e che palesavano una certa superiorità. Oggi si può vincere e perdere con chiunque e non puoi permetterti di abbassare la guardia, come testimonia una classifica molto corta".
Che stagione è questa dal punto di vista personale?
"Avverto la fiducia nei miei confronti. Società, tifosi, staff tecnico, dirigenza mi hanno dato sempre grande supporto e questo mi aiuta a superare eventuali momenti di difficoltà. Sono molto contento perchè sto lavorando bene e sto cercando di trovare i miei spazi, aver segnato in tre partite consecutive mi conferma che sono sulla strada giusta. Nel derby c'è stata la proverbiale ciliegina sulla torta".
Adorante, Piscopo, Artistico, lei. C'è competizione all'interno del gruppo?
"La sana competizione fa bene al gruppo e aiuta ad allenarci meglio. E' ovvio che ciascuno di noi faccia il massimo per attirare l'attenzione dell'allenatore e spingerlo a schierarci in campo la domenica, ma tra di noi c'è totale rispetto e sintonia. Fuori dal campo si ride e si scherza e credo che la mentalità del gruppo sia una delle componenti che ci ha permesso di vivere sin qui una stagione da protagonisti. Siamo tutti a disposizione del progetto, quel che conta è il collettivo".
L'anno scorso partenza in sordina prima di un trionfo da capolista. Ora un ottimo girone d'andata in serie B: qual è il segreto?
"Non è una frase fatta, ma siamo davvero una famiglia che rema nella stessa direzione senza individualismi. L'armonia tra le varie componenti fa sempre la differenza. C'è un allenatore che ci guida e che ci spinge a dare il 100%. Abbiamo alle spalle una società presente che ci mette nelle condizioni di lavorare al meglio. L'ambiente è attaccato alla maglia e ci segue in casa e in trasferta. Se vai al campo a fare allenamento e lo fai con gioia, significa che stai costruendo qualcosa di importante e che il gruppo ha acquisito la mentalità che serve per conquistare risultati importanti".
Qual è il sogno nel cassetto?
"Il calcio mi ha insegnato a godermi il presente perché in un mese può cambiare tutto. Vorrei soltanto non avere rimpianti quando finirà la mia carriera professionistica. L'unico pensiero in ottica futura dovrà sempre essere la partita successiva".
Un aggettivo per definire mister Pagliuca e il presidente Langella...
"Maniacale. È il classico allenatore che sta sempre sul pezzo e che trova sempre le soluzioni giuste per portare a casa il risultato. Il presidente è molto presente, è stato con noi durante la cena di Natale, non ci fa mancare nulla ed è bello vederlo al nostro fianco anche in trasferta. Noi in campo proviamo a rispecchiare lo spirito di una società che tiene molto alle sorti della Juve Stabia".
Molto bravo anche il direttore sportivo Lovisa...
"Lo conobbi a Pordenone, era giovanissimo e aveva 20 anni e riuscì comunque a dare un contributo fondamentale. Si sta ripetendo anche a Castellammare, sono sicuro che avrà una carriera importante e che lavorerà in piazze blasonate. Del resto contano i risultati e, da tempo, sono sotto gli occhi di tutti".
Vittoria storica nel derby di Salerno, in uno stadio difficile e senza tifosi. Qual è stata la componente decisiva e cosa ha provato segnando una rete che sarà ricordata a vita dai supporters stabiesi?
"Le motivazioni giocano sempre il ruolo principale. Siamo calciatori giovani che si stanno approcciando per la prima volta al campionato di serie B ed eravamo motivatissimi. Siamo scesi in campo con l'obiettivo di non avere rimpianti. Per gioco e azioni create credo che abbiamo meritato la vittoria. Sono ancora più felice perché ho segnato io il gol decisivo ed è stata una soddisfazione doppia. Devo ringraziare i tifosi che ci hanno accompagnato prima di partire, caricandoci. Per non parlare dei festeggiamenti post gara. E' un momento che noi e la piazza meritavamo".
Al rientro da Salerno siete stati accolti da una folla in festa: ora c'è il rischio di abbassare la tensione in vista della prossima gara?
"L'entusiasmo fa bene. Certo, bisogna avere la testa sulle spalle e i piedi per terra, se abbassi la guardia rischi di fare brutte figure, ma è un gruppo che ha piena consapevolezza. Giusto aver festeggiato, godendosi un momento storico che ha consolidato il rapporto con la piazza che ci ha accompagnato sin dalla vittoria dello scorso anno in serie C. La sinergia con la piazza è un'arma in più. Ma vi assicuro che già dal primo allenamento post derby ci siamo impegnati al massimo pensando al Cesena".
Più meriti vostri o demeriti della Salernitana?
"Io guardo in casa nostra. La Salernitana è una squadra forte, noi siamo scesi in campo davvero con la voglia di conquistare un risultato storico soprattutto per la gente che non ha avuto la possibilità di seguirci. Come ho detto in precedenza credo sia stata una vittoria meritata e che abbiamo disputato davvero una gran bella partita facendo tutto quello che avevamo preparato in settimana".
Quanto vi ha aiutato giocare in uno stadio mezzo vuoto, con lo sciopero del tifo, e quanto è stato brutto non avere al vostro fianco la curva?
"È sempre bello avere stadi pieni, per ogni giocatore è una carica in più sapere che c'è tanta gente che viene a vederti. Non avere la gente al nostro fianco a spingerci ha inciso, però, siamo scesi in campo anche e soprattutto per loro".
Campionato equilibrato e livellato verso il basso. Credete nel sogno playoff o credete che realtà come Cremonese, Salernitana, Palermo e Sampdoria risaliranno e dunque dovete pensare alla salvezza?
"Noi dobbiamo salvarci, non dobbiamo perdere questa consapevolezza. Ok l'entusiasmo, ok la serenità, ma in campo ci sono ancora tante battaglie da affrontare e non dobbiamo perdere di vista il traguardo. Se poi dovessimo raggiungere l'obiettivo in anticipo aprendo altri scenari ancora meglio. Salernitana, Palermo, la stessa Sampdoria non stanno vivendo un momento particolarmente felice, ma hanno organici che sono superiori a tante realtà della categoria e hanno tutte le carte in regola per risalire col passare del tempo".
Quanto è cambiata la serie B rispetto al passato?
"Oggi c'è meno tecnica e conta più il fisico. Credo ci sia molto più equilibrio, in passato c'erano 5-6 squadre che si staccavano rispetto alle altre e che palesavano una certa superiorità. Oggi si può vincere e perdere con chiunque e non puoi permetterti di abbassare la guardia, come testimonia una classifica molto corta".
Che stagione è questa dal punto di vista personale?
"Avverto la fiducia nei miei confronti. Società, tifosi, staff tecnico, dirigenza mi hanno dato sempre grande supporto e questo mi aiuta a superare eventuali momenti di difficoltà. Sono molto contento perchè sto lavorando bene e sto cercando di trovare i miei spazi, aver segnato in tre partite consecutive mi conferma che sono sulla strada giusta. Nel derby c'è stata la proverbiale ciliegina sulla torta".
Adorante, Piscopo, Artistico, lei. C'è competizione all'interno del gruppo?
"La sana competizione fa bene al gruppo e aiuta ad allenarci meglio. E' ovvio che ciascuno di noi faccia il massimo per attirare l'attenzione dell'allenatore e spingerlo a schierarci in campo la domenica, ma tra di noi c'è totale rispetto e sintonia. Fuori dal campo si ride e si scherza e credo che la mentalità del gruppo sia una delle componenti che ci ha permesso di vivere sin qui una stagione da protagonisti. Siamo tutti a disposizione del progetto, quel che conta è il collettivo".
L'anno scorso partenza in sordina prima di un trionfo da capolista. Ora un ottimo girone d'andata in serie B: qual è il segreto?
"Non è una frase fatta, ma siamo davvero una famiglia che rema nella stessa direzione senza individualismi. L'armonia tra le varie componenti fa sempre la differenza. C'è un allenatore che ci guida e che ci spinge a dare il 100%. Abbiamo alle spalle una società presente che ci mette nelle condizioni di lavorare al meglio. L'ambiente è attaccato alla maglia e ci segue in casa e in trasferta. Se vai al campo a fare allenamento e lo fai con gioia, significa che stai costruendo qualcosa di importante e che il gruppo ha acquisito la mentalità che serve per conquistare risultati importanti".
Qual è il sogno nel cassetto?
"Il calcio mi ha insegnato a godermi il presente perché in un mese può cambiare tutto. Vorrei soltanto non avere rimpianti quando finirà la mia carriera professionistica. L'unico pensiero in ottica futura dovrà sempre essere la partita successiva".
Un aggettivo per definire mister Pagliuca e il presidente Langella...
"Maniacale. È il classico allenatore che sta sempre sul pezzo e che trova sempre le soluzioni giuste per portare a casa il risultato. Il presidente è molto presente, è stato con noi durante la cena di Natale, non ci fa mancare nulla ed è bello vederlo al nostro fianco anche in trasferta. Noi in campo proviamo a rispecchiare lo spirito di una società che tiene molto alle sorti della Juve Stabia".
Molto bravo anche il direttore sportivo Lovisa...
"Lo conobbi a Pordenone, era giovanissimo e aveva 20 anni e riuscì comunque a dare un contributo fondamentale. Si sta ripetendo anche a Castellammare, sono sicuro che avrà una carriera importante e che lavorerà in piazze blasonate. Del resto contano i risultati e, da tempo, sono sotto gli occhi di tutti".
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