
D'Agostino: "Roma favorita ma se la Juventus riparte fa male. Il quattro di Totti a Tudor e il sogno Gasperini per il futuro"
Lo scudetto vinto nel 2001 partendo dalle giovanili e osservando la Roma da vicino, coronando anche il sogno del debutto in quell'annata, nel 4-2 contro il Brescia. Un altro sfiorato tre anni dopo, trovando spazio contro ogni pronostico. Poi, dal gennaio 2005, Gaetano D'Agostino ha iniziato il suo tour dell'Italia, trovando a Udine il punto più alto, con la Nazionale e il forte interesse del Real Madrid, rapito dai suoi 11 gol stagionali. Non male per un centrocampista. Una carriera senza Blancos ma comunque proseguita in Serie A con Fiorentina, Siena e Pescara. Gaetano segue ancora oggi i giallorossi e ha anticipato Roma-Juventus in esclusiva per Vocegiallorossa.it.
Roma-Juventus, ci siamo: che partita ti aspetti?
"Vedo la Roma leggermente favorita, sia perché gioca in casa sia per il grande momento che sta vivendo. La Juventus però ha cambiato allenatore da poco ed è ancora un'incognita. Sarà sicuramente un test molto importante per Tudor".
I giallorossi faranno la partita e i bianconeri proveranno a colpire di rimessa?
"La Roma, senza Dybala, dovrà essere brava a lavorare come blocco squadra, cercando di essere imprevedibile. A livello difensivo invece c'è poco da dire, visto che davanti a Svilar c'è una squadra solida, concreta e compatta. La posizione e le caratteristiche di McKennie e Yildiz però potrebbero creare dei problemi, sopratutto se la Juventus dovesse trovare spazi per ripartire. Per questo sarà fondamentale concedere poco campo ai bianconeri".
8 febbraio 2004, Roma-Juventus 4-0: entri al posto di Totti nel finale, nel momento in cui il capitano con le dita indica a Tudor il "quattro".
"Fu una vittoria indimenticabile, meravigliosa. Entrai a pochi minuti dalla fine. Se ne parla ancora oggi, così come il gesto di Totti a Tudor. Sui social vedo spesso dei meme, ne hanno discusso anche Francesco e Del Piero durante la pandemia, scherzandoci sopra".
In quella stagione giocasti molti minuti, nonostante avessi solo 21 anni e la tanta concorrenza.
"Giocai molto, è vero. Era una Roma con tanti campioni, chiudemmo secondi dietro a un Milan pazzesco. Arrivammo allo scontro diretto di maggio a meno 6, con l'opportunità di riaprire il campionato. Vinsero loro grazie al gol di Shevchenko. Peccato, perché avremmo meritato di più. Credevamo nello scudetto, sapevamo di essere forti. Va detto però che i rossoneri sbagliarono pochissimo".
Domanda da un milione di euro: chi sarà il prossimo allenatore della Roma?
"Ho letto davvero tanti nomi, sono curioso di scoprirlo. L’Importante sarà scegliere un allenatore funzionale, visto che, come confermato anche da Ranieri, le prossime due sessioni di mercato non vedranno spese folli. Servirà quindi qualcuno che sappia esaltare e migliorare il gruppo. Tolto Ranieri, penso a Sarri, che sotto il profilo tecnico ha dimostrato di poter lavorare bene con il materiale a disposizione. Il nome che vorrei per la Roma però, data per scontata l'impossibilità di arrivare a Conte, sarebbe quello di Gasperini".







