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Mancini: "Ranieri ha riportato serenità, i Friedkin tengono alla Roma. Se avessimo vinto a Budapest, avremmo lottato per lo scudetto"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 3 gennaio 2025, 12:00Interviste
di Redazione VGR
per Vocegiallorossa.it

Mancini: "Ranieri ha riportato serenità, i Friedkin tengono alla Roma. Se avessimo vinto a Budapest, avremmo lottato per lo scudetto"

Il difensore della Roma Gianluca Mancini ha rilasciato un'intervista a Il Tempo. Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni, dopo l'anticipazione di ieri.

Come ci arriva la squadra?
«Il mister è arrivato e ha portato quella serenità che purtroppo in questo fine 2024 era venuta a mancare e lo si vedeva in campo nelle partite, durante la settimana e a livello personale, anche quando tornavi a casa. Mi sentivo nervoso, sapevo che non stavo facendo bene il mio lavoro e l'aria dentro lo spogliatoio era pesante. Il mister è arrivato e ha portato serenità. Già guardandolo e vedendolo arrivare dentro lo spogliatoio ci ha fatto buttare un po’ giù la tensione e l'aria adesso è positiva. A parte lo scivolone che abbiamo avuto a Como, abbiamo fatto delle partite buone e ci sono stati dei miglioramenti sia tecnici che anche a livello di testa».

Poi è iniziata l’era De Rossi, finito con un esonero con una sorpresa ancora più grande…
«Da quando è arrivato a gennaio e fino alla partita di Leverkusen abbiamo spinto tanto. In tre mesi abbiamo fatto un percorso importante perdendo solo con l’Inter e facendo una rincorsa difficile per il quinto posto che sarebbe valso la Champions. Abbiamo spinto tantissimo ma dopo quella partita ci è caduto il mondo addosso, perché potevamo fare un'altra finale nel giro di tre anni. Dopo Leverkusen eravamo sotto terra proprio, la gente faceva fatica a fare la doccia, ad andarsene dallo stadio. Io fui l'ultimo ad uscire con Pellegrini, il mister e Spinazzola. Siamo arrivati alla fine della stagione un po’ zoppicando, avevamo finito la benzina. Quest'anno siamo ripartiti con il ritiro, con nuovi giocatori giovani e forti, abbiamo cambiato tanto. Con De Rossi c’era un progetto di tre anni e vederlo andare via dopo quattro giornate è stato un trauma per me, per la squadra, per il gruppo, per i giocatori che erano venuti perché era lui l'allenatore, per i ragazzi che c'erano l'anno scorso che avevano dato tutto per lui. Ci sono state delle decisioni societarie sulle quali noi calciatori non entriamo nel merito, perché, sembra una frase fatta, ma i calciatori fanno i calciatori, le scelte le prendono i presidenti. Quel giorno è stato un giorno veramente triste, traumatico per il gruppo».

Ranieri ha detto che l’obiettivo a lungo termine è di vincere lo scudetto con i Friedkin, cosa ne pensa? Come vive il rapporto con la presidenza visto che è qui da quando hanno acquistato la Roma?
«I presidenti tengono alla Roma, lo dimostrano i fatti. In estate hanno fatto una grande campagna acquisti insieme al direttore e a De Rossi acquistando giovani importanti che sono la base per il futuro. Sono presenti, quando vengono parlano con i calciatori, abbiamo visto Ryan alla festa di Natale. Per arrivare a vincere uno scudetto c’è bisogno di un percorso importante, non è facile farlo quanto a dirlo. Devi costruire una mentalità forte, non a parole, ma con i fatti. Allenatori e giocatori possono aiutare a crescere ma serve un percorso lungo. Con Mourinho lo abbiamo fatto in Europa con le due finali e la Conference, che ci hanno reso una realtà solida in campo internazionale. Vincere quella coppa non era affatto facile, e purtroppo Budapest ci ha impedito di avere quella spinta per arrivare a giocartela per il campionato. Vincere dà consapevolezza, come sta accadendo per l’Atalanta dopo l’Europa League. Nelle coppe abbiamo fatto partite meravigliose, dove dicevi “oggi la Roma vince, non ce n’è per nessuno” e siamo arrivati sempre in fondo. Se avessimo vinto a Budapest avremmo avuto quella fame per lottare per lo scudetto».