Cambio Campo - Lorini: "Il Parma fa più fatica contro le piccole squadre piuttosto che contro le big. Pellegrini è un giocatore fantastico"
Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.
L’ospite di oggi è Simone Lorini, giornalista di TUTTOmercatoWEB, con il quale abbiamo parlato di Roma-Parma.
Il Parma si trova al 15º posto e sta mostrando alti e bassi: ha vinto contro squadre più forti sulla carta come Milan e Lazio, ma ha perso anche scontri diretti come quello contro il Cagliari e l’Hellas Verona. Ti aspettavi di più dalla squadra di Pecchia? Oppure, sono situazioni naturali per una squadra che è pur sempre una neopromossa?
"Col Parma è difficile aspettarsi qualcosa, anche perché viene da tre stagioni di Serie B, in cui era indiscutibilmente la squadra più forte e per due anni ha mancato in maniera assolutamente clamorosa la promozione, senza dimenticare l'ultima stagione di Serie A, quando retrocesse spendendo circa 80 milioni durante il mercato estivo. Gli investimenti del Parma di Krause sono simili a quelli del Milan, che nel frattempo ha vinto uno scudetto ed è arrivato in semifinale di Champions. E quindi è pazzesco che si sia ritrovato in una situazione come quella di una retrocessione in quel modo e poi di tre anni in Serie B; allo stesso modo dopo aver speso 30 milioni questa estate, quindi un budget da squadra che non è destinata a lottare per la salvezza, ora si ritrova comunque a doversi guardare alle spalle. Diciamo che un po' di alti e bassi era lecito aspettarseli perché hanno costruito una squadra estremamente giovane e con poca esperienza di Serie A, tant'è che ci sono zero giocatori provenienti da Inter, Milan e Juve, che per una squadra di Serie A è comunque una cosa abbastanza curiosa. È raro trovare una squadra di Serie A che non ha un giocatore proveniente, o che non abbia giocato nelle big, neanche il Venezia può dire una cosa del genere. E quindi sì, era normale aspettarsi un po' di alti e bassi".
L’uomo chiave del Parma è senza dubbio Adrián Bernabé, attualmente alle prese con un infortunio che lo terrà ai box per qualche mese. Quanto ne ha risentito la squadra di Pecchia?
"L'infortunio di Bernabé è pesante, ma il discorso è che il Parma non ha una sola stella polare su cui costruire le proprie fortune. Non è così. Per quanto Bernabé sia un giocatore, a mio parere, nettamente sopra la media in Serie A, che giocherebbe titolare in 18-17 squadre di Serie A senza alcun problema, non è questo il punto. Il punto è che il Parma è discontinuo e non mette a frutto il talento che ha nella propria rosa. L'infortunio di Bernabé non ha aiutato, ma non è la radice del 15° posto che occupa il Parma in classifica".
Adesso, il Parma sarà ospite all’Olimpico della Roma. I crociati in stagione hanno raccolto solo una vittoria in trasferta, contro il Venezia, ma hanno perso solo contro Napoli e Inter. C’è la consapevolezza di poter far punti contro i giallorossi, considerando anche il momento degli avversari?
"Come ti dicevo anche prima, è difficile fare un pronostico basato sul passato, perché ha fatto una sola vittoria, è vero, ma il Parma ha molta più difficoltà a giocare con squadre come il Venezia che con squadre come Lazio, Inter, Milan, Roma. Cioè, l'Inter magari va un po' fuori da questo discorso perché è nettamente più forte. Quando la squadra di Pecchia ha giocato recentemente contro i nerazzurri, il risultato è stato giusto, anzi forse un potevano fare anche più gol. Quindi, se l'Inter gioca al 100%, il Parma gioca al 100%, come credo sia andata, è ovvio che l'Inter vince facilmente. A differenza di quello che è successo contro la Lazio e contro il Milan, che non hanno giocato al 100%, il Parma ha saputo portare a casa la vittoria. È altrettanto vero che c'è una tradizione pessima per quanto riguarda il Parma nelle gare contro la Roma, in particolare all'Olimpico, perché ultimamente in casa qualcosina è riuscito a fare, ma di solito sono sempre goleade per la Roma, quindi non è tradizionalmente la partita più facile per il Parma".
Proprio a tal proposito, la Roma è al 12º posto in classica a +1 dai gialloblù. Per il Parma, questa sfida può essere uno spartiacque tra un campionato tranquillo e la lotta per la salvezza?
"Direi di no, perché non si decidono i campionati a dicembre. Comunque, dando un'occhiata alla classifica, perdere una partita ti fa sprofondare di 5 posizioni e vincere te ne fa guadagnare 2-3. Non è il momento delle partite di spartiacque, se vincerà, se pareggerà o se perderà non significherà niente se non 3 punti, 1 punto o 0 punti".
Restando sulla Roma, ti aspettavi una prima metà di stagione così complicata per i giallorossi? Che idea ti sei fatto a riguardo?
"Non mi aspettavo minimamente un rendimento così deficitario da parte della Roma, anche perché devo dire che mi è piaciuto anche abbastanza, per non dire molto, il mercato vestivo. Forse avrei speso un pochino di meno su Soulé, però Dovbyk, Hummels, Hermoso in particolare, mi ha stupito tantissimo che stia facendo così male. Ha ottimi giocatore e, secondo me, ha fatto un ottimo mercato. La Roma ha un giocatore fantastico, veramente fantastico, che in Italia pochi possono dire di poter avere, Pellegrini: un giocatore che a me fa impazzire. È chiaro che se non sta mai al 100% non può neanche esprimersi. C'è anche la questione caratteriale e motivazionale che in questo momento mi pare sia particolarmente critica per lui. Lo seguo sin da quando era in Under 21 e mi ha sempre fatto impazzire".
Passando a Claudio Ranieri, il tecnico è stato sulla panchina del Parma nei primi mesi del 2007. Hai un ricordo particolare di quel periodo? Più in generale, che ne pensi dell’allenatore giallorosso?
"Ho un ricordo eccezionale di Claudio Ranieri, anche perché arrivò a Parma in un momento non difficile per la squadra, praticamente disperato: era il periodo Ghirardi, la retrocessione si avvicinava a grandi passi e sembrava impossibile che qualcuno potesse salvare quella squadra. Eppure Ranieri ce la fece, fu una grandissima intuizione dell'allora presidente del Parma. Oltre agli incredibili risultati in campo, non scorderò mai la signorilità, la compostezza e la lealtà che questo signore ha subito dimostrato. Lo ricordo come uno dei migliori allenatori dell'era recente del Parma, così come Donadoni, lo stesso Pioli, sono dei signori, ancora prima che allenatori: delle persone che meritano rispetto e lo meritano da subito".