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Più di una calciatrice, Sara Gama lascia il calcio giocato da simbolo e leggendaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 09:04Calcio femminile
di Tommaso Maschio

Più di una calciatrice, Sara Gama lascia il calcio giocato da simbolo e leggenda

Dopo oltre 350 presenze con i club – Polisportiva San Marco, Tavagnacco, Chiasiellis, Pali Blues, Paris Saint-Germain, Brescia e Juventus – e 135 con la Nazionale con cui ha preso parte a tre Europei e un Mondiale, la leggenda del calcio italiano Sara Gama ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo e dedicarsi alla sua seconda vita calcistica all’interno dell’AIC di cui è già vice presidente.

Una lunghissima carriera, iniziata nel 2006 che l’ha vista sempre calcare i campi della nostra Serie A – con l’eccezione delle esperienze negli USA e in Francia – dove ha conquistato sette Scudetti (uno col Brescia e sei con la Juventus), quattro Coppa Italia (una con le lombarde e tre con le bianconere), tre Supercoppa Italiana (due con le Rondinelle e tre con le torinesi). Un palmares che potrebbe allungarsi con un’altra Coppa Italia visto che la Juventus il prossimo 17 maggio si giocherà la finale del torneo contro la Roma.


Ma Gama è stata molto più di una grande calciatrice, è stata infatti il simbolo della rinascita del calcio femminile italiano in campo e fuori: simbolo dell’Italia che torna a disputare un Mondiale a distanza di vent’anni dall’ultima volta (1999, 2019) con tanto di miglior risultato di sempre eguagliato (i quarti di finale), la centrale difensiva classe ‘89 è stata anche il volto della lotta per il professionismo e l’aumento delle tutele sociali e previdenziali per le colleghe, l’idolo delle nuove generazioni che si sono approcciate al calcio femminile e simbolo di una nuova Italia - lei nata da padre congolese e madre italiana, in una città di confine come Trieste – denunciando il razzismo subito, con gli insulti aumentati una volta ereditata la fascia di capitana, e sollecitando le società e la FIGC ad agire in maniera decisa per contrastare questi fenomeni. Un simbolo non solo italiano, ma riconosciuto a livello internazionale, come dimostra anche l’omaggio della Mattel che nel 2018 la omaggiò con una Barbie speciale con le sue fattezze inserendola fra le le 17 personalità femminili internazionali – e unica italiana – “che hanno saputo diventare fonte di ispirazione per le generazioni di ragazze del futuro”.

Una leggenda del nostro calcio, senza distinzioni di sesso, a cui devono andare i ringraziamenti di tutti e tutte. Con l'augurio che anche fuori dal campo il suo lavoro e il suo esempio possano portare a un ulteriore miglioramento delle condizioni del calcio femminile e di quelle che, a breve, saranno le sue ex colleghe.