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Candela: "Con Ranieri Roma in lotta per l'Europa, mentre prima quasi retrocedeva"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 14:23Serie A
di Giacomo Iacobellis

Candela: "Con Ranieri Roma in lotta per l'Europa, mentre prima quasi retrocedeva"

L'ex difensore della Roma, Vincent Candela, ha concesso una lunga intervista ai microfoni di Radio Serie A parlando di vari temi, tra passato e attualità giallorossa. Queste le sue principali dichiarazioni: "Quella di trasferirmi alla Roma è stata una decisione difficile da prendere, perché avevo due squadre importanti in Francia che mi cercavano, il Marsiglia e il Paris Saint Germain. Poi però, c'era la Roma che giocava nel campionato più bello del mondo per me, quindi senza esitare sono andato lì".

Su Totti: "La prima cosa che mi ha colpito di lui è la sua velocità di pensiero. La palla non era neanche arrivata e lui sapeva già dove metterla, anche quando nessuno se l'aspettava. O anche quando gli passavi la palla un po' sporca e lui sapeva renderla pulita. È proprio intelligenza calcistica ".

Sulla Roma dello Scudetto: "Penso avessimo la consapevolezza di essere forti, perché spesso siamo andati sotto di un gol in tante partite anche se sapevamo comunque che poi quelle partite le avremmo vinte. L'ultima, che secondo me è stata anche decisiva, è il 2-0 a Torino contro la Juve dopo 5 minuti dove non abbiamo mollato, siamo rimasti in campo senza perdere la testa finendo sul 2-2 che era molto importante per noi. Eravamo un gruppo spettacolare, c'erano i titolari e quella panchina che era al nostro servizio e viceversa, sia in campo che fuori".

Sull'ambiente giallorosso: "Non ho mai pensato che l'ambiente a Roma abbia condizionato il nostro poter vincere, anzi, ho sempre pensato che fosse bellissimo, avere 80.000 persone allo stadio è meraviglioso. Certo qualche fischio ogni tanto arrivava, ma fa parte del calcio e a me piaceva anche quello perché qualche tirata d'orecchie fa sempre bene. Tanti giocatori erano andati via, come Batistuta. Avremmo potuto vincere di più ma c'erano anche tante squadre forti e un gruppo meno perfetto rispetto all'anno prima".


Sull'addio alla Roma: "Lasciare Roma non è stato semplice, mi ha dato tanto, però era un momento particolare con la mia squadra, con i giornalisti e quindi era arrivato il momento di andare via. A dicembre ho deciso con Baldini di lasciare tutto il mio stipendio per andare via gratis all'estero. Non sono romanista, sono tutto e niente, però forse in quel momento avrei dovuto magari riflettere e pensarci un po' di più".

Sull'esperienza all'Udinese: "Dopo sei mesi spettacolari a Bolton, che è una piccola parentesi perché anche lì è la prima volta che la squadra è riuscita ad arrivare in Europa League, ma dopo quella parentesi mi mancava l'Italia. Mi chiamò Serse Cosmi con Giorgio Perinetti, che era uno di quelli che mi aveva portato a Roma, e rientrai in Italia ad Udine. Fu un anno bellissimo, avevamo una bella squadra dove cominciammo con i preliminari e poi portammo a giocare il Barcellona a Udine".

Su mister Ranieri: "Da quando è arrivato ha fatto quasi un filotto. Stiamo lottando per le competizioni europee quando prima, non dico che la squadra stesse per retrocedere ma quasi. Non credo ai miracoli e alla fortuna, questa squadra non è da scudetto, ma è da quarto o quinto posto e se la può giocare con tutti".

Su Angelino: "Ranieri ha fatto un lavoro straordinario, però ripeto che non è un miracolo, la squadra c'è, ci sono giocatori interessanti come Angelino che è un giocatore che mi piace, perché tecnicamente è bravo, va a cercare il dribbling, il cross giusto, non ha paura di prendersi il rischio. Quest'anno è esploso, ha fatto tanti gol e tanti assist, è molto veloce, quindi è un giocatore veramente importante per la Roma".