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Era meglio il derby? Roma, c'è l'Athletic di Nico Williams: la finale a Bilbao è una spinta in più
Evitato il derby sì, ma la Roma non poteva sperare nella benevolenza dell’urna di Nyon. I giallorossi, superato il Porto negli spareggi di Europa League, dovranno vedersela con l’Athletic Club di Bilbao negli ottavi di finale della competizione. Un avversario tra i più complicati in circolazione, senza contare che - in caso di passaggio ai quarti di finale - è lecito aspettarsi il grande ex José Mourinho, che guiderà il Fenerbahçe con i Glasgow Rangers. Ma facciamo un passo alla volta.
La stagione dell’Athletic. Guidato dal 2022 da Ernesto Valverde, tornato a casa dopo le tre stagioni a Barcellona, la formazione basca si è confermata tra le più competitive della Liga spagnola: attualmente l’Athletic occupa il quarto posto in classifica, con 5 punti di ritardo dall’Atlético terzo (e sei dalla vetta), nonché quattro sul Villarreal. E soprattutto dieci sul Rayo Vallecano sesto: considerato l’harakiri italiano in tema di ranking, i biancorossi sono già pressoché certi di giocare la prossima Champions League. In Europa, sono stati l’unica formazione a tenere il passo della Lazio: 19 punti dopo la fase campionato, superati dai biancocelesti solo per differenza reti. Male in Copa del Rey, vista l’eliminazione agli ottavi patita con l’Osasuna.
La squadra. La stella è uno dei gioielli più apprezzati del panorama europeo, quel Nico Williams che in estate ha trascinato la Spagna alla vittoria degli europei e che poi ha ignorato le lusinghe del Barcellona sul mercato. In quest’annata è stato meno brillante a livello realizzativo: ci hanno pensato suo fratello Inaki e soprattutto il fantasista Oihan Sancet, autore di 13 gol stagionali. Ma sarebbe riduttivo un collettivo interamente basco ad alcuni singoli: in porta c’è Unai Simon, titolare della nazionale spagnola, in difesa Dani Vivian: la lista lunga.
La filosofia. Il riferimento ai Paesi Baschi non è casuale: è nota la scelta dell’Athletic - sposata anche dai corregionali della Real Sociedad - di tesserare solo giocatori locali. Una filosofia che col tempo è diventata meno integralista: dai soli giocatori nati e cresciuti in Euskadi, il club di Bilbao si è progressivamente aperto ai nati baschi ma cresciuti altrove, fino ad arrivare a tessere a inizio terzo millennio anche dei giocatori stranieri figli di baschi e persino alcuni non-baschi cresciuto nel territorio (per esempio Luis de La Fuente, attuale ct della Spagna, il cui padre era solo originario di Bilbao e arrivato nei Paesi Baschi solo a 15 anni).
Favorita naturale. I numeri, i giocatori, il rendimento: tutto fa dell’Athletic una delle formazioni più temibili dell’Europa League. C’è anche una motivazione in più: la finale della competizione è in programma allo stadio San Mamés, la casa del club, il 21 maggio.
I precedenti. Quella con la Roma sarà la partita numero 21 con un’italiana per l’Athletic. Nove le vittorie nei venti precedenti, con cinque pareggi e sei sconfitte. Le due formazioni si sono già incontrate nella fase campionato di questa Europa League - unico precedente diretto - ed è finita col risultato di 1-1: il centrale Aitor Paredes ha risposto all’ultimo alla rete di Dovbyk.
La stagione dell’Athletic. Guidato dal 2022 da Ernesto Valverde, tornato a casa dopo le tre stagioni a Barcellona, la formazione basca si è confermata tra le più competitive della Liga spagnola: attualmente l’Athletic occupa il quarto posto in classifica, con 5 punti di ritardo dall’Atlético terzo (e sei dalla vetta), nonché quattro sul Villarreal. E soprattutto dieci sul Rayo Vallecano sesto: considerato l’harakiri italiano in tema di ranking, i biancorossi sono già pressoché certi di giocare la prossima Champions League. In Europa, sono stati l’unica formazione a tenere il passo della Lazio: 19 punti dopo la fase campionato, superati dai biancocelesti solo per differenza reti. Male in Copa del Rey, vista l’eliminazione agli ottavi patita con l’Osasuna.
La squadra. La stella è uno dei gioielli più apprezzati del panorama europeo, quel Nico Williams che in estate ha trascinato la Spagna alla vittoria degli europei e che poi ha ignorato le lusinghe del Barcellona sul mercato. In quest’annata è stato meno brillante a livello realizzativo: ci hanno pensato suo fratello Inaki e soprattutto il fantasista Oihan Sancet, autore di 13 gol stagionali. Ma sarebbe riduttivo un collettivo interamente basco ad alcuni singoli: in porta c’è Unai Simon, titolare della nazionale spagnola, in difesa Dani Vivian: la lista lunga.
La filosofia. Il riferimento ai Paesi Baschi non è casuale: è nota la scelta dell’Athletic - sposata anche dai corregionali della Real Sociedad - di tesserare solo giocatori locali. Una filosofia che col tempo è diventata meno integralista: dai soli giocatori nati e cresciuti in Euskadi, il club di Bilbao si è progressivamente aperto ai nati baschi ma cresciuti altrove, fino ad arrivare a tessere a inizio terzo millennio anche dei giocatori stranieri figli di baschi e persino alcuni non-baschi cresciuto nel territorio (per esempio Luis de La Fuente, attuale ct della Spagna, il cui padre era solo originario di Bilbao e arrivato nei Paesi Baschi solo a 15 anni).
Favorita naturale. I numeri, i giocatori, il rendimento: tutto fa dell’Athletic una delle formazioni più temibili dell’Europa League. C’è anche una motivazione in più: la finale della competizione è in programma allo stadio San Mamés, la casa del club, il 21 maggio.
I precedenti. Quella con la Roma sarà la partita numero 21 con un’italiana per l’Athletic. Nove le vittorie nei venti precedenti, con cinque pareggi e sei sconfitte. Le due formazioni si sono già incontrate nella fase campionato di questa Europa League - unico precedente diretto - ed è finita col risultato di 1-1: il centrale Aitor Paredes ha risposto all’ultimo alla rete di Dovbyk.
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