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Roma, 18 trasferte di ombre: il dramma a tinte giallorosse
Due facce della stessa medaglia. Una squadra dai due volti: una Roma capace di dominare in casa, ma fragile e irriconoscibile in trasferta.
La maledizione continua per i giallorossi, che con la sconfitta per 1-0 contro l’AZ Alkmaar all’AFAS Stadion toccano quota 18 gare senza vittorie lontano dall’Olimpico. Ranieri aveva descritto gli olandesi come una squadra “curiosa, veloce e giovane” in conferenza stampa, e sul campo hanno dimostrato di incarnare alla perfezione queste qualità, sfruttando una Roma lenta, passiva e priva di ritmo, soprattutto nel primo tempo. Nel secondo si è cercato di fare qualcosa, ma niente ha realmente impensierito il portiere della squadra avversaria.
Nemmeno i giocatori chiave – da Pisilli a Konè, passando per Ndicka e Dovbyk – sono riusciti a incidere, lasciando una prestazione che si può riassumere in tre parole: tutto troppo poco. Una vittoria era fondamentale per mantenere quel 73% di probabilità di passaggio diretto agli ottavi, e invece ora i giallorossi si trovano costretti a giocarsi tutto contro l’Eintracht Francoforte, fortunatamente davanti al pubblico di casa.
Il cammino europeo della Roma non è all’altezza delle aspettative costruite negli ultimi anni: una strada piena di ostacoli, iniziata male e proseguita tra alti e bassi. La mano di Ranieri si intravede in Campionato, ma quando si varcano i confini della propria fortezza, la squadra sembra smarrirsi.
Ma cosa rende la Roma così fragile fuori casa? L’assenza del calore e dei cori del pubblico? La mancanza di fiducia? Forse una combinazione di fattori, o forse qualcosa di più profondo, radicato nell’identità della squadra stessa ormai vittima del suo stesso passato.
Ora, però, non c’è più tempo per riflessioni e passi falsi: la partita contro l’Eintracht rappresenta l’ultima chiamata. Il destino europeo della Roma è ancora tutto da scrivere, e tocca ai giallorossi decidere se trasformare questa stagione in una rinascita o in un altro capitolo amaro di occasioni mancate.
La maledizione continua per i giallorossi, che con la sconfitta per 1-0 contro l’AZ Alkmaar all’AFAS Stadion toccano quota 18 gare senza vittorie lontano dall’Olimpico. Ranieri aveva descritto gli olandesi come una squadra “curiosa, veloce e giovane” in conferenza stampa, e sul campo hanno dimostrato di incarnare alla perfezione queste qualità, sfruttando una Roma lenta, passiva e priva di ritmo, soprattutto nel primo tempo. Nel secondo si è cercato di fare qualcosa, ma niente ha realmente impensierito il portiere della squadra avversaria.
Nemmeno i giocatori chiave – da Pisilli a Konè, passando per Ndicka e Dovbyk – sono riusciti a incidere, lasciando una prestazione che si può riassumere in tre parole: tutto troppo poco. Una vittoria era fondamentale per mantenere quel 73% di probabilità di passaggio diretto agli ottavi, e invece ora i giallorossi si trovano costretti a giocarsi tutto contro l’Eintracht Francoforte, fortunatamente davanti al pubblico di casa.
Il cammino europeo della Roma non è all’altezza delle aspettative costruite negli ultimi anni: una strada piena di ostacoli, iniziata male e proseguita tra alti e bassi. La mano di Ranieri si intravede in Campionato, ma quando si varcano i confini della propria fortezza, la squadra sembra smarrirsi.
Ma cosa rende la Roma così fragile fuori casa? L’assenza del calore e dei cori del pubblico? La mancanza di fiducia? Forse una combinazione di fattori, o forse qualcosa di più profondo, radicato nell’identità della squadra stessa ormai vittima del suo stesso passato.
Ora, però, non c’è più tempo per riflessioni e passi falsi: la partita contro l’Eintracht rappresenta l’ultima chiamata. Il destino europeo della Roma è ancora tutto da scrivere, e tocca ai giallorossi decidere se trasformare questa stagione in una rinascita o in un altro capitolo amaro di occasioni mancate.
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