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Nassi: "Che differenza c'è tra Luciano Spalletti e Paolo Indiani?"
LA TEORIA DEL PIU'
La frase di Simone Inzaghi darà all'Inter la spinta per ricompattarsi?
Quel: "Dimenticate la stella" ricorda, a grandi linee, il giudizio di Bill Walsh, famoso allenatore USA, assertore della "teoria del più" per spiegare le difficoltà di chi vince per riproporsi: ripetersi non è facile perché, mentre tutti erano affamati per conquistare il primo scudetto, una volta conquistato tutti vogliono di più: più soldi, più anni di contratto, più pubblicità, più sponsor, più minuti di gioco, più responsabilità, più voce in capitolo, più potere, più leadership, più importanza e così via.
Non so se è giusto, ma, scavando nel subconscio, si troverà qualcosa.
Chiedo scusa ai miei tre lettori tre se divago, ma nel calcio qualcuno pensa che non pochi allenatori dilettanti siano più in gamba dei professionisti. Con la pressione dei media, cambiamenti di strategia, raddoppi difensivi, calciatori migliori e un programma settimanale che prevede le coppe e tre partite in sette giorni, un tecnico di A fa più lavoro in settimana di quanto un collega in un mese. Gli allenatori dilettanti possono anche preparare programmi, quelli di A solo partite. Il fatto che i pro perdano il posto con facilità non confuta questa osservazione, ma la conferma.
E' vero, molti allenatori di A lavorano con la spada di Damocle sulla testa, ma continuano imperterriti per trovare il sistema di risolvere i problemi.
Interessante potrebbe essere la domanda:
"Quale differenza esiste tra Paolo Indiani, che ha vinto dieci campionati tra i Dilettanti, e Luciano Spalletti, entrambi di Certaldo, C.T.
Sarei in difficoltà a rispondere.
La fortuna certamente, gli emolumenti e la comunicazione, ma non so quanta differenza esista sul piano tecnico.
Eppoi, se tutti dicono che il primo ha grande personalità, i calciatori che ha allenato vogliono tornare con lui, per le idee, il carisma, il fatto che migliorano, oltre ad aver sposato la tesi di Helenio Herrera: "Come ci si allena, si gioca".
Dimenticavo, infine, che non guarda in faccia a nessuno, compresi presidente e D.S.!
Quel: "Dimenticate la stella" ricorda, a grandi linee, il giudizio di Bill Walsh, famoso allenatore USA, assertore della "teoria del più" per spiegare le difficoltà di chi vince per riproporsi: ripetersi non è facile perché, mentre tutti erano affamati per conquistare il primo scudetto, una volta conquistato tutti vogliono di più: più soldi, più anni di contratto, più pubblicità, più sponsor, più minuti di gioco, più responsabilità, più voce in capitolo, più potere, più leadership, più importanza e così via.
Non so se è giusto, ma, scavando nel subconscio, si troverà qualcosa.
Chiedo scusa ai miei tre lettori tre se divago, ma nel calcio qualcuno pensa che non pochi allenatori dilettanti siano più in gamba dei professionisti. Con la pressione dei media, cambiamenti di strategia, raddoppi difensivi, calciatori migliori e un programma settimanale che prevede le coppe e tre partite in sette giorni, un tecnico di A fa più lavoro in settimana di quanto un collega in un mese. Gli allenatori dilettanti possono anche preparare programmi, quelli di A solo partite. Il fatto che i pro perdano il posto con facilità non confuta questa osservazione, ma la conferma.
E' vero, molti allenatori di A lavorano con la spada di Damocle sulla testa, ma continuano imperterriti per trovare il sistema di risolvere i problemi.
Interessante potrebbe essere la domanda:
"Quale differenza esiste tra Paolo Indiani, che ha vinto dieci campionati tra i Dilettanti, e Luciano Spalletti, entrambi di Certaldo, C.T.
della Nazionale, con dalla sua lo scudetto del 2022/'23 a Napoli, successi allo Zenit San Pietroburgo e oltre 600 panchine tra i pro?"
.Sarei in difficoltà a rispondere.
La fortuna certamente, gli emolumenti e la comunicazione, ma non so quanta differenza esista sul piano tecnico.
Eppoi, se tutti dicono che il primo ha grande personalità, i calciatori che ha allenato vogliono tornare con lui, per le idee, il carisma, il fatto che migliorano, oltre ad aver sposato la tesi di Helenio Herrera: "Come ci si allena, si gioca".
Dimenticavo, infine, che non guarda in faccia a nessuno, compresi presidente e D.S.!
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