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Totti: "Tornassi indietro non darei il calcio a Balotelli. Bandiere? E' rimasto solo il manico..."
Ai microfoni di betsson.sport, Francesco Totti ha risposto a tantissime domande dei tifosi riguardanti la sua carriera nel mondo del calcio:
Cosa ha significato Zeman?
"Uno degli allenatori più importanti, mi ha cresciuto fisicamente e mentalmente, lo reputo uno degli allenatori più importanti della mia carriera".
La Lazio l'ha cercata all'inizio?
"Giocavo con la Lodigiani. Chiamarono i miei genitori e dissero che avevo due possibilità: Roma e Lazio, fortunatamente tutti hanno scelto la Roma perché ero tifoso. Se avessero scelto Lazio non so cosa sarebbe successo...".
Il gesto '4 e a casa'?
"Era un Roma-Juve, ci fu un piccolo diverbio in campo con Tudor. Avevo preso una gomitata sul braccio, istintivamente mi sono girato e ho fatto quel gesto, ma senza prenderlo in giro. Noi romani abbiamo questi modi di fare...".
Mai pensato di fare l'allenatore?
"Non ho mai pensato di fare l'allenatore...".
Gol più bello in carriera?
"Ancora non lo so... Forse ne ho due in mente: a Genova contro la Samp ed il pallonetto a Milano contro l'Inter. Non è semplice scegliere".
Mai pensato al Pallone d'Oro?
"Non era la mia priorità... E' uno dei trofei più importanti, ma ancora non ho capito come si poteva vincere. Il giocatore più forte o quello che ha vinto con la propria squadra? Mi sono avvicinato di più nel 2000-2001, se avessimo vinto l'Europeo forse...".
Esistono ancora le bandiere?
"Sono finite. C'è rimasto solo il manico forse...".
Giocatore in cui ti rispecchi della Roma?
"Obiettivamente nessuno... Casomai qualcuno dovrebbe avvicinarsi a me. Ho fatto quello che ho fatto per 25 anni, non è semplice"
La cosa che non rifaresti e quella che avresti voluto fare?
"Tornassi indietro non rifarei il brutto gesto del calcio a Balotelli, sono cose che non devono succedere. Un gesto simile è brutto soprattutto da far vedere a quei giovani che vogliono diventare calciatori. Non lo rifarei mai e gli chiedo scusa pubblicamente, nonostante lui sappia il motivo".
Cosa ha significato Zeman?
"Uno degli allenatori più importanti, mi ha cresciuto fisicamente e mentalmente, lo reputo uno degli allenatori più importanti della mia carriera".
La Lazio l'ha cercata all'inizio?
"Giocavo con la Lodigiani. Chiamarono i miei genitori e dissero che avevo due possibilità: Roma e Lazio, fortunatamente tutti hanno scelto la Roma perché ero tifoso. Se avessero scelto Lazio non so cosa sarebbe successo...".
Il gesto '4 e a casa'?
"Era un Roma-Juve, ci fu un piccolo diverbio in campo con Tudor. Avevo preso una gomitata sul braccio, istintivamente mi sono girato e ho fatto quel gesto, ma senza prenderlo in giro. Noi romani abbiamo questi modi di fare...".
Mai pensato di fare l'allenatore?
"Non ho mai pensato di fare l'allenatore...".
Gol più bello in carriera?
"Ancora non lo so... Forse ne ho due in mente: a Genova contro la Samp ed il pallonetto a Milano contro l'Inter. Non è semplice scegliere".
Mai pensato al Pallone d'Oro?
"Non era la mia priorità... E' uno dei trofei più importanti, ma ancora non ho capito come si poteva vincere. Il giocatore più forte o quello che ha vinto con la propria squadra? Mi sono avvicinato di più nel 2000-2001, se avessimo vinto l'Europeo forse...".
Esistono ancora le bandiere?
"Sono finite. C'è rimasto solo il manico forse...".
Giocatore in cui ti rispecchi della Roma?
"Obiettivamente nessuno... Casomai qualcuno dovrebbe avvicinarsi a me. Ho fatto quello che ho fatto per 25 anni, non è semplice"
La cosa che non rifaresti e quella che avresti voluto fare?
"Tornassi indietro non rifarei il brutto gesto del calcio a Balotelli, sono cose che non devono succedere. Un gesto simile è brutto soprattutto da far vedere a quei giovani che vogliono diventare calciatori. Non lo rifarei mai e gli chiedo scusa pubblicamente, nonostante lui sappia il motivo".
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