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Meglio le dimissioni che il licenziamento: così è maturato l'addio di Souloukou alla Roma
Meglio le dimissioni che il licenziamento. La scelta di Lina Souloukou, da ieri ex CEO dea Roma, va spiegata anche così, si legge sulle pagine de la Repubblica. Una decisione maturata nel clima di altissima tensione nato dopo l'esonero di Daniele De Rossi, voluto dalla dirigente ma avallato dalla proprietà Friedkin. D'altra parte, spiega il quotidiano, negli ultimi temi i proprietari della Roma e l'amministratrice delegata erano sembrati lontani come non mai.
Il report di Eric Williamson, braccio destro di Dan, avrebbe mostrato agli statunitensi una realtà lontana da quella raccontata, a distanza, da Souloukou ai Friekind nei mesi. Da Dybala in poi, tanti casi e uno spogliatoio in difficoltà hanno fatto maturare l'idea di individuare un colpevole, soluzione anticipata dalla dirigente con la scelta delle dimissioni.
Restano, chiosa il quotidiano, tanti dubbi su diversi aspetti. Nel comunicato, piuttosto scarno, i Friedkin fanno un riferimento implicito all'importanza delle bandiere. Perché avallare l'esonero di De Rossi? E inoltre: gli ultimi mesi avevano fatto pensare a una possibile cessione societaria dopo l'alleggerimento dei ranghi, dirigenziali e non. Con l'addio di Souloukou saluta proprio la dirigente considerata più vicina ai potenziali acquirenti arabi. Lo scenario, in ultima analisi, è tutto da decifrare.
Il report di Eric Williamson, braccio destro di Dan, avrebbe mostrato agli statunitensi una realtà lontana da quella raccontata, a distanza, da Souloukou ai Friekind nei mesi. Da Dybala in poi, tanti casi e uno spogliatoio in difficoltà hanno fatto maturare l'idea di individuare un colpevole, soluzione anticipata dalla dirigente con la scelta delle dimissioni.
Restano, chiosa il quotidiano, tanti dubbi su diversi aspetti. Nel comunicato, piuttosto scarno, i Friedkin fanno un riferimento implicito all'importanza delle bandiere. Perché avallare l'esonero di De Rossi? E inoltre: gli ultimi mesi avevano fatto pensare a una possibile cessione societaria dopo l'alleggerimento dei ranghi, dirigenziali e non. Con l'addio di Souloukou saluta proprio la dirigente considerata più vicina ai potenziali acquirenti arabi. Lo scenario, in ultima analisi, è tutto da decifrare.
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