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Milan: il nodo Fofana, gli arrivi di Pavlovic e… Samardzic. Inter: la punta di Inzaghi e la scelta in difesa. Juve: tre nomi nuovi ma un solo vero obiettivo. Napoli: la decisione di Conte su Osimhen e Lukaku. E il futuro di Chiesa
Accadono cose clamorose nell’universo inesplorato del Calciomercato (non è vero). Ne diciamo almeno dieci (non è vero).
La prima cosa riguarda Osimhen e il tentativo non semplice di trovare l’incastro col PSG. Il rischio per il nigeriano è di finire in Arabia a guadagnare milioni in quantità per non giocare a calcio. Il tentativo “parigino” resta vivissimo ma il dato di fatto è uno: bisogna far spazio e pure in fretta. Il motivo? Antonio Conte ha già scelto (Lukaku) e quando Antonio Conte sceglie è difficile fargli cambiare idea.
La seconda cosa riguarda il Como. Per qualcuno in riva al Lago stanno mettendo insieme gli Harlem Globetrotters e lo dicono con fare dispregiativo. In realtà il progetto è molto più ampio: insieme ai “colossi” dal grande nome (da Varane a Moreno) si stanno affiancando giocatori assai più inseriti nel calcio italiano (da Belotti a Dossena). Banalmente si chiama “rivoluzione” e come tutte le rivoluzioni può fallire clamorosamente o, viceversa, può farti bruciare le tappe verso il paradiso della serie A. E non è finita…
La terza cosa riguarda il nuovo pallino di Giuntoli, Karim Adeyemi, il 22enne jolly d’attacco del Borussia Dortmund nel mirino della Juve. Costa un sacco di quattrini ma li vale tutti. Alternative? Galeno del Porto (che a sua volta costa assai) e Sancho del Manchester United (che invece potrebbe arrivare in prestito). Ma la verità è che “a monte” si lavora alacremente per vendere questo e quello e mettere insieme i quattrini (60 milioni) per scardinare la resistenza dell’Atalanta. Il nome è sempre il solito: inizia per K e finisce per oopmeiners.
La quarta cosa riguarda il calcio alle Olimpiadi. Il fatto che a differenza di (quasi) tutte le altre discipline per i protagonisti del pallone i Giochi non siano “l’evento” ma quasi una rottura di balle, dice molto del mondo del pallone.
La quinta cosa riguarda il Milan e il desiderio di completare una rosa che sia il più possibile a immagine e somiglianza di Fonseca. Morata c’è, Pavlovic non ancora ma si è promesso e arriverà. Su Fofana è piombato l’United e ora a Monaco chiedono 35 fischioni, i rossoneri però hanno già in testa l’eventuale alternativa. Si chiama Rabiot e arriva dalla vicina Torino; nel caso, si tratta solo di capire quanto pretenda in commissioni la signora Rabiot (spoiler: tanto). La squadra è completa? Non ancora, ma non è neppure così indietro alle altre come qualcuno vuol far credere.
La sesta cosa riguarda Samardzic che, forse, questa volta non cadrà nell’errore di far decidere tutto al babbo e sposerà il rossonero. Il problema, semmai, sarà riuscire a convincere l’Udinese: richiesta dei friulani 25 milioni, offerta dei rossoneri ferma a 16 (ma la contropartita - Pobega? - può fare la differenza).
La settima cosa riguarda le esigenze di Simone Inzaghi. Inzaghi attende un braccetto di piede sinistro. Il termine braccetto è osceno, ma qualcuno lo ha inventato e ce lo teniamo. Il tecnico gradirebbe un profilo pronto, un giocatore affidabile, qualcuno in grado di giocare senza dover passare dall’”educazione siberiana inzaghesca”, quel genere di scuola che ti permette di diventare grande giocatore ma che necessita di mesi di applicazione e studio intensissimo ad Appiano. La proprietà invece pensa proprio al giovane virgulto da far crescere e trasformare col tempo in succulenta plusvalenza. Attenzione ad Ausilio e Marotta: di nomi ne sono già usciti tanti, ma probabilmente nessuno è ancora quello giusto…
L’ottava cosa riguarda la considerazione parecchio abusata “Inzaghi vuole a tutti i costi una quinta punta”. No, non è così: Inzaghi non vuole per forza un attaccante in più, ma esige certamente un giocatore che abbia caratteristiche simili a quelle che l’anno passato aveva Sanchez. E, quindi, Valentin Carboni o - in caso di uscita dell’argentino - uno che abbia quel genere di qualità.
La nona cosa riguarda il futuro di Federico Chiesa. La Juve troverà una soluzione per sistemare il suo giocatore nei prossimi giorni, questo è piuttosto garantito. Giuntoli sa fare bene il suo mestiere e riuscirà ad evitare lo “scontro frontale”. Lo stesso Chiesa non può permettersi di arrivare a scadenza, perché rischierebbe di passare un faticosissimo anno da separato in casa.
Se per qualsiasi motivo invece si dovesse arrivare alla situazione estrema, allora l’Inter con buona probabilità farebbe il suo tentativo per portare il non più ragazzo ad Appiano per la prossima stagione. Possibilità che tutta la faccenda si incastri? Molto basse, ma “zero” è un’altra cosa.
La decima cosa non esiste. Se siete arrivati fin qua però meritate un’undicesima cosa.
L’undicesima cosa è che venerdì iniziano le Olimpiadi (in realtà qualcuno si dà da fare già a partire da oggi): il massimo godimento per qualunque malato di sport. Buon divertimento a tutti.
La prima cosa riguarda Osimhen e il tentativo non semplice di trovare l’incastro col PSG. Il rischio per il nigeriano è di finire in Arabia a guadagnare milioni in quantità per non giocare a calcio. Il tentativo “parigino” resta vivissimo ma il dato di fatto è uno: bisogna far spazio e pure in fretta. Il motivo? Antonio Conte ha già scelto (Lukaku) e quando Antonio Conte sceglie è difficile fargli cambiare idea.
La seconda cosa riguarda il Como. Per qualcuno in riva al Lago stanno mettendo insieme gli Harlem Globetrotters e lo dicono con fare dispregiativo. In realtà il progetto è molto più ampio: insieme ai “colossi” dal grande nome (da Varane a Moreno) si stanno affiancando giocatori assai più inseriti nel calcio italiano (da Belotti a Dossena). Banalmente si chiama “rivoluzione” e come tutte le rivoluzioni può fallire clamorosamente o, viceversa, può farti bruciare le tappe verso il paradiso della serie A. E non è finita…
La terza cosa riguarda il nuovo pallino di Giuntoli, Karim Adeyemi, il 22enne jolly d’attacco del Borussia Dortmund nel mirino della Juve. Costa un sacco di quattrini ma li vale tutti. Alternative? Galeno del Porto (che a sua volta costa assai) e Sancho del Manchester United (che invece potrebbe arrivare in prestito). Ma la verità è che “a monte” si lavora alacremente per vendere questo e quello e mettere insieme i quattrini (60 milioni) per scardinare la resistenza dell’Atalanta. Il nome è sempre il solito: inizia per K e finisce per oopmeiners.
La quarta cosa riguarda il calcio alle Olimpiadi. Il fatto che a differenza di (quasi) tutte le altre discipline per i protagonisti del pallone i Giochi non siano “l’evento” ma quasi una rottura di balle, dice molto del mondo del pallone.
La quinta cosa riguarda il Milan e il desiderio di completare una rosa che sia il più possibile a immagine e somiglianza di Fonseca. Morata c’è, Pavlovic non ancora ma si è promesso e arriverà. Su Fofana è piombato l’United e ora a Monaco chiedono 35 fischioni, i rossoneri però hanno già in testa l’eventuale alternativa. Si chiama Rabiot e arriva dalla vicina Torino; nel caso, si tratta solo di capire quanto pretenda in commissioni la signora Rabiot (spoiler: tanto). La squadra è completa? Non ancora, ma non è neppure così indietro alle altre come qualcuno vuol far credere.
La sesta cosa riguarda Samardzic che, forse, questa volta non cadrà nell’errore di far decidere tutto al babbo e sposerà il rossonero. Il problema, semmai, sarà riuscire a convincere l’Udinese: richiesta dei friulani 25 milioni, offerta dei rossoneri ferma a 16 (ma la contropartita - Pobega? - può fare la differenza).
La settima cosa riguarda le esigenze di Simone Inzaghi. Inzaghi attende un braccetto di piede sinistro. Il termine braccetto è osceno, ma qualcuno lo ha inventato e ce lo teniamo. Il tecnico gradirebbe un profilo pronto, un giocatore affidabile, qualcuno in grado di giocare senza dover passare dall’”educazione siberiana inzaghesca”, quel genere di scuola che ti permette di diventare grande giocatore ma che necessita di mesi di applicazione e studio intensissimo ad Appiano. La proprietà invece pensa proprio al giovane virgulto da far crescere e trasformare col tempo in succulenta plusvalenza. Attenzione ad Ausilio e Marotta: di nomi ne sono già usciti tanti, ma probabilmente nessuno è ancora quello giusto…
L’ottava cosa riguarda la considerazione parecchio abusata “Inzaghi vuole a tutti i costi una quinta punta”. No, non è così: Inzaghi non vuole per forza un attaccante in più, ma esige certamente un giocatore che abbia caratteristiche simili a quelle che l’anno passato aveva Sanchez. E, quindi, Valentin Carboni o - in caso di uscita dell’argentino - uno che abbia quel genere di qualità.
La nona cosa riguarda il futuro di Federico Chiesa. La Juve troverà una soluzione per sistemare il suo giocatore nei prossimi giorni, questo è piuttosto garantito. Giuntoli sa fare bene il suo mestiere e riuscirà ad evitare lo “scontro frontale”. Lo stesso Chiesa non può permettersi di arrivare a scadenza, perché rischierebbe di passare un faticosissimo anno da separato in casa.
Se per qualsiasi motivo invece si dovesse arrivare alla situazione estrema, allora l’Inter con buona probabilità farebbe il suo tentativo per portare il non più ragazzo ad Appiano per la prossima stagione. Possibilità che tutta la faccenda si incastri? Molto basse, ma “zero” è un’altra cosa.
La decima cosa non esiste. Se siete arrivati fin qua però meritate un’undicesima cosa.
L’undicesima cosa è che venerdì iniziano le Olimpiadi (in realtà qualcuno si dà da fare già a partire da oggi): il massimo godimento per qualunque malato di sport. Buon divertimento a tutti.
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