L'ultimo valzer olimpico della 'Reina' Marta: oro e record di gol i due obiettivi della brasiliana

Fra pochi giorni a Parigi prenderà il via l’Olimpiade e nel torneo di calcio femminile gli occhi saranno tutti puntati su una vera e propria leggenda come la brasiliana Marta Vieira da Silva, nota più comunemente solo come Marta.

Per la classe ‘86 quella in Francia sarà la sesta partecipazione al torneo a Cinque Cerchi, segno di una longevità straordinaria visto che solo la connazionale Formiga vanta – nel calcio – più partecipazioni avendo tagliato tre anni fa a Tokyo quota sette. La centrocampista però non può competere per popolarità con la ‘Reina’ che ha segnato un’epoca calcistica a suon di record segnando 119 reti in 183 presenze con il Brasile e diventando con 17 gol la migliore marcatrice, uomini compresi, nella storia della Coppa del Mondo.

Quello a Parigi sarà però l’ultimo torneo a cui Marta parteciperà con la maglia verdeoro avendo annunciato già da tempo il suo ritiro dalla nazionale per dedicarsi completamente alle sue ultime stagioni da calciatrici con la maglia dell’Orlando Pride negli USA. E per questo desidera chiudere la sua lunghissima esperienza col Brasile, iniziata oltre 20 anni fa, rendendosi protagonista ancora una volta dei Giochi Olimpici con due obiettivi nella testa: il primo è quello di diventare la migliore marcatrice olimpica di sempre superando la connazionale Cristiane con cui ha formato a lungo la coppa d’attacco in verdeoro, il secondo invece è ancora più ambizioso e si chiama oro olimpico. Se il record di gol appare a un passo visto che le manca un solo gol per raggiungere l’ex compagna, il secondo traguardo appare più complicato.

Dopo due argenti (Atene 2004 e Pechino 2008) però Marta vuole mettersi al collo la medaglia più prestigiosa come fatto da un’altra leggenda del calcio femminile, la canadese Christine Sinclair, a Tokyo nella scorsa edizione. Il suo Brasile non è però fra le favorite per il torneo con le padrone di casa della Francia, le campionesse della Spagna e i soliti Stati Uniti d’America (quattro titoli in sette edizioni) che sembrano avere qualcosa in più rispetto alle sudamericane.