Carnevali: "Vogliamo la A con Berardi. Non penso alla Roma. Squinzi, futuro, Sassuolo: dico tutto"
Giovanni Carnevali, a.d. del Sassuolo, protagonista dell'ultima puntata di Barba & Capelli su TRC. Ecco le sue parole trascritte in maniera integrale da SassuoloNews.net: "Come si sta in B? Per noi è un mondo da scoprire, è chiaro che si stava meglio in Serie A. Dobbiamo cercare di ripartire con la grande soddisfazione di portare a casa dei risultati buoni che in questo momento stiamo riuscendo a ottenere. Noi abbiamo fatto 11 anni consecutivi in Serie A, inutile nascondere che la B la conosciamo poco Siamo ripartiti cambiando anche alcune persone, abbiamo cambiato il direttore sportivo con la promozione di Francesco Palmieri che ha fatto un lavoro ottimo con i ragazzi. Ricordo bene che quando siamo retrocessi, la prima cosa è stata contattare mister Grosso, per noi l'elemento fondamentale, e infatti siamo contenti e soddisfatti del lavoro che sta portando avanti. È un numero uno, siamo molto felici di lavorare con lui e potrà avere un grande futuro. Abbiamo iniziato a valutare i giocatori da prendere e da sostituire, ne abbiamo venduti tanti, e abbiamo riportato i giovani a casa, abbiamo fatto degli acquisti e soprattutto siamo riusciti a trattenere dei giocatori fondamentali per noi".
Carnevali ha fatto il punto sul campionato di Serie B: "La fuga a tre? Credo che alla lunga sia solo il Sassuolo a poter scappare. Ad oggi queste tre stanno facendo i risultati più importanti ma ci sono anche altri club. La B è un campionato lungo, bastano due vittorie per cambiare le cose. Con la Cremonese ha una buona squadra, noi abbiamo perso in casa, loro hanno appena cambiato allenatore. Noi piano piano cominciamo a conoscere questo campionato. Sappiamo le difficoltà, poi devi guardarle sul campo queste difficoltà, trovi squadre più piccole ma sono attrezzate. Noi cerchiamo sempre di mantenere sempre la nostra filosofia, cercando di praticare un bel calcio. Abbiamo vinto anche a Lecce in Coppa Italia e abbiamo fatto un'ottima gara, magari in altre situazioni sei più in difficoltà perché le squadre ti fanno respirare meno. Ora a San Siro con il Milan? Ne abbiamo vinte di partite".
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Poi il tema della retrocessione: "Onestamente non penso a quello che è stato fatto perché ci ho già pensato in quei momenti, magari subito dopo, ma adesso ce lo siamo dimenticati e dobbiamo pensare al futuro. Se devo fare una riflessione oggi dico che le cause possono essere diverse: noi come società abbiamo fatto degli errori, i giocatori anche, c'è stato l'infortunio di Berardi, l'allenatore può averci messo del suo, sebbene mi è rimasta la convinzione che anche la squadra dell'anno scorso era un'ottima squadra e che non meritava la retrocessione. Ogni anno in A il campionato è diviso in due dove 10 squadre fanno un campionato e 10 un altro, oggi in A basta veramente poco. L'infortunio di Berardi ci è costato tanto sia in campo ma anche nello spogliatoio perché è un campione. Mi ricordo anche il 2-2 a Salerno con l'errore clamoroso dell'arbitro nel finale che ci ha tolto due punti, che magari avrebbero potuto darci una svolta. Una retrocessione che fa bene per ripartire? Ci sta perché la volontà è di ripartire subito. Io credo che subito dopo la retrocessione, già dal giorno dopo, ci siamo messi a lavorare con la voglia di ricostruire qualcosa, facendo tesoro degli errori ma con l'obiettivo di andare a fare quanto fatto prima perché 11 anni consecutivi in A, in una società piccola come il Sassuolo, sono un miracolo sportivo".
Carnevali ha parlato dell'ambiente Sassuolo e del discorso legato alle pressioni della piazza: "Si può lavorare bene ma a Sassuolo si lavora tanto. Si pensa solo alla prima squadra ma ci si dimentica a quello che fa il mondo Sassuolo, qui si lavora tanto e c'è pressione, ci sono ritmi alti, e abbiamo sempre la voglia di fare qualcosa di importante. Abbiamo un pubblico decisamente inferiore rispetto ad altre società ma questo permette di poter far lavorare bene i giovani. Noi siamo la squadra più giovane della B con l'obiettivo di salire presto in A. Sappiamo che è difficile e non è scontato ma se dovessimo tornare in A abbiamo già un gruppo di giovani perché la nostra politica poi è far sì che questi giovani vengano ceduti a grandi società. Quanto dipende il futuro dal risultato di quest'anno? Faremo di tutto per tornare in A quest'anno ma non possiamo tornare subito in A perché siamo stati per 11 anni in Serie A, basti vedere Frosinone e Salernitana che ora sono in difficoltà. Bisogna trovare i giocatori che abbiano la voglia, il desiderio, l'ambizione per ripagare gli errori fatti l'anno scorso e che possano capire il campionato".
Spazio poi alle voci sulle voci che vedono Carnevali nel mirino della Roma: "Leggo anch'io queste notizie ed è chiaro che ti gratifica perché la Roma è una società importante ma oggi tutto quello che riguarda me è concentrato sul presente e non sul futuro e ad oggi penso solamente al Sassuolo Calcio. Se ho mai pensato di fare altro? Finché non c'è nulla di concreto non ci penso. Qualcosa c'è stato, anche qualche opportunità importante, ma non ho mai avuto recriminazioni. Rapporto con la famiglia Squinzi? È un rapporto straordinario, c'è un legame particolare che è iniziato da quando c'era il dottor Squinzi e la dottoressa Spazzoli, ora ci sono i figli e c'è grande continuità, con la voglia di crescere. Molti pensavano a cosa potesse succedere con il Sassuolo in B, nulla, perché il desiderio di Marco e Veronica era di ripartire subito con voglia. Lavorare con delle prospettive è la forza di questa società. Il fatto di essere campioni d'Italia con la Primavera è una cosa straordinaria, vuol dire che il lavoro portato avanti in questi anni è straordinario. Abbiamo vinto anche la Supercoppa Primavera, un altro tassello in più per il nostro mondo giovanile che riguarda anche le femmine, dove c'è una squadra in Serie A e un settore giovanile con 200 bambine tesserate. Il centro sportivo è stata una grande opportunità per darci questa crescita maggiore ma sta soprattutto nelle idee e nel voler fare cose che altre società non fanno, come ad esempio le finali di Champions League imputati o la finale di Champions League femminile, siamo stati i primi in Italia a farlo. Abbiamo il progetto Generazione S che sta riscuotendo un successo incredibile in Italia e all'estero. Ci sono tante situazioni al di là della prima squadra e quando si parla di sociale siamo molto felici di questo".
Il discorso si sposta nuovamente sul campionato di B con il confronto sulla classifica dell'anno scorso con le gerarchie dopo 13 giornate e l'equilibrio del campionato e anche sui rapporti con il Modena: "Io non guardo queste tabelle perché la classifica è corta, guardando la tabella l'unica cosa che mi dispiace è per i miei amici Rivetti del Modena e spero possano risalire in fretta ma hanno il potenziale per potercela fare, per cui auguro al Modena una risalita veloce. Tanti ex Sassuolo al Modena? L'importante è avere collaborazioni tra i vari club. Perché il Sassuolo in A non ha mai fatto affari col Modena? Penso sia stato un caso. I rapporti fanno la differenza. Con la famiglia Rivetti abbiamo ottimi rapporti, le opportunità ci potranno essere".
Poi il tema Berardi: "L'infortunio è stato importante ed è riuscito con grande sacrificio da parte sua in questa ripresa ottimale e ora sta tornando il Berardi di prima, non è ancora nelle condizioni giuste ma lo sarà in tempi brevi. Per noi Berardi è tutto, è il giocatore più importante che abbiamo, ed è ovvio che in B non ci possa stare ma speriamo che non ci stia nemmeno il Sassuolo in B, per cui speriamo che possa andare in A insieme al Sassuolo perché lui può trainare i giovani in maniera importante. Lui è un giocatore da grande club, ha tutte le possibilità di ritornare in Nazionale. Oggi sta rispondendo in modo molto positivo, capisce le difficoltà, ma siccome questa società ce l'ha nel cuore anche lui vuol portare questa società in Serie A. Resta? Non c'è mai nulla di scontato nel calcio. Per tornare in A ci vuole sacrificio da parte di tutti ed è normale che se hai un giocatore importante in squadra ti aiuta molto. Non dobbiamo dimenticarci di Doig, Thorstvedt, Laurienté, che sono giocatori da grande club. Opera di convincimento? Con qualcuno non facile, con altri più semplice, in altre situazioni molta volontà da parte della società. Il nostro monte ingaggi il più alto di tutti? Vero, ma tutto sommato ci sta, dal momento che abbiamo ancora in essere molti dei contratti che avevamo in A, che la retrocessione non ha alterato. Parliamo di contratti che indubbiamente pesano, ma non dimentichiamo che da una parte abbiamo comunque ‘alleggerito’ il peso con una quindicina di cessioni e che il saldo tra acquisti e cessioni, in sede di mercato, è comunque risultato largamente positivo. È un problema per tanti club che retrocedono, se pensiamo anche alla Sampdoria ad esempio che era in B anche l'anno scorso, e questa tabella va comparata anche con quella dei diritti tv".
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