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È morto Raffaele il tifoso di origine lucana della Pro Patria caduto nello stadio del Novara
Oggi alle 17:34News
di Redazione
per Tuttopotenza.com
fonte malpensa24.it

È morto Raffaele il tifoso di origine lucana della Pro Patria caduto nello stadio del Novara

Raffaele Carlomagno non ce l’ha fatta, purtroppo. Ha lottato come una vera tigre fino all’ultimo, resistendo con tutte le sue forze, ma le sue condizioni erano davvero disperate. All’ospedale Maggiore di Novara, dove il tifoso della Pro Patria di origini lucane era stato ricoverato sabato 25 gennaio a seguito della caduta nel fossato dello stadio “Silvio Piola”, i medici hanno tentato di tutto per tenerlo in vita, ma l’emorragia era davvero grave, troppo grave.
Il decesso è stato comunicato oggi, 3 febbraio. Ora in ospedale stanno facendo tutti gli esami necessari per predisporre la donazione degli organi, visto che Carlomagno aveva espresso questa volontà. Dove verrà allestita la camera ardente e la data dei funerali verranno comunicati nelle prossime ore.

Ce ne eravamo purtroppo già accorti di persona in quel piovoso pomeriggio al “Silvio Piola”, di fronte all’assordante silenzio di una curva letteralmente sotto shock, mentre i sanitari rianimavano Raffale; di fronte a quel post partita surreale, con Raffale passatoci proprio a fianco in barella ancora sanguinante; di fronte a quegli infiniti minuti passati da Raffale in ambulanza, prima che il mezzo lasciasse lo stadio a sirene spente.
In quegli attimi, vissuti a stretto contatto con giocatori e dirigenti di Pro Patria e Novara, il nostro tanto amato calcio ci ha fatto capire – anche nel dramma – la grandezza della solidarietà umana. Nei nostri articoli non abbiamo mai sottolineato la partecipazione emotiva di tutto il personale intervenuto (dai volontari della Croce Rossa, al personale sanitario, fino ai vigili del fuoco), ma è grazie alla loro tempestività e professionalità che Raffaele ha avuto almeno una speranza.
Una speranza cui si è aggrappato non solo tutto il popolo biancoblù, ma tutto il mondo ultras italiano. E la vicinanza dimostrata delle tifoserie di tutta Italia – da Trieste ad Ostia, passando per Trento, Ferrara e Fermo, senza dimenticare lo striscione esposto dai tifosi del Novara al di fuori dall’Ospedale e soprattutto quello dei Boys lilla allo stadio “Giovanni Mari” – è stata vera e toccante.

Purtroppo non servirà a restituire Raffaele ai suoi cari, né a riportarlo a vedere la sua Pro allo “Speroni”, ma la sua famiglia (la sorella Nella e la mamma Antonietta) – che anche nella tragedia ha dimostrato compostezza, dignità e grande amore – può essere certa che Raffa è non è morto da solo: fino all’ultimo è stato circondato dall’affetto di tutti.
Certo morire a 42anni per una partita di calcio è assurdo (e a tempo debito apriremo un capitolo sulla sicurezza dello stadio “Piola”, alla luce di un fossato tanto pericoloso quanto inutile), ma ora preferiamo concentrarci sul ricordo di Raffaele: di chi l’ha conosciuto, alla Pro o nella sua Sant’Antonino (dove per i suoi amici di Lonate era è sarà sempre Carletto), di chi gli ha voluto bene: davvero in tanti.
E anche nel suo ultimo viaggio, Raffaele ha avuto un pensiero per gli altri, acconsentendo la donazione degli organi.
Ciao Raffa, fai buon viaggio