Ciro Ferrara ricorda Maradona, Vialli e Marinelli
Il ricordo di Diego Maradona, Gianluca Vialli e Vincenzo Marinelli, i primi passi da calciatore, poi da allenatore e l'esperienza da apprezzato opinionista televisivo. Ciro Ferrara, ex difensore di Napoli e Juventus, ospite d'onore dell'evento "Marketing e Storytelling. Il successo: tra talento e pratica" che si è svolto ieri all'Aurum di Pescara. Insieme all'ex ct dell'Under 21 c'era Gianfranco Butinar, comico e imitatore che ha mandato in estasi la platea con performance esilaranti. Ferrara, ora commentatore Dazn, ha raccontato l'inizio della carriera da calciatore. «Avevamo da poco vinto il campionato Allievi Nazionali ed ero in spiaggia insieme ai miei amici - dice Ferrara - A un certo punto mi chiamano dall'altoparlante dello stabilimento balneare. Mi avvicino e mi passano il telefono, dall'altra parte c'era il segretario del Napoli che dice: "Domattina parti per il ritiro con la prima squadra". Avevo 17 anni, avrei dovuto giocare con la Primavera, invece mi ritrovai con Diego Maradona e altri campioni. Di lui mi colpì subito la straordinaria disponibilità. Ricordo che dopo l'allenamento gli chiesi un autografo. Tra l'altro lasciai la penna nella sua camera e qualche giorno dopo me la restituì. Pensavo fossero momenti irripetibili, non credevo di poter fare carriera (Ferrara ha vinto tutto con Napoli e Juve, ndc), invece da lì ebbe inizio la mia nuova vita».
Prima della manifestazione è stato osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Vincenzo Marinelli, scomparso lo scorso 24 ottobre. «Ho partecipato al funerale, era doveroso esserci. È stato un mio dirigente quando allenavo l'Under 21, l'ho sempre chiamato presidente. Era un uomo buono e altruista, ha cresciuto tanti ragazzi con grande sensibilità. Avevo un ottimo rapporto con lui, gli ho voluto bene». Ferrara ricorda il suo feeling con il compianto Gianluca Vialli. «Abbiamo condiviso momenti indimenticabili, sia da compagni di squadra nella Juve e nella Nazionale, sia da avversari. È stato un punto di riferimento, un giocatore carismatico con grandi doti umane, lo ha dimostrato quando ha affrontato la malattia con positività. Non lo dimenticherò mai».