Amarcord: il Pescara ad Arezzo conquistò la Serie A
Domenica ad Arezzo i tifosi pescaresi più attempati torneranno indietro di tanti anni con la mente e il cuore. Impossibile dimenticare ciò che accadde il 7 giugno del 1987, quando il Pescara di Giovanni Galeone, secondo in classifica, affrontò i toscani alla penultima giornata del campionato di Serie B in un match decisivo in chiave promozione. L'Arezzo, nonostante fosse già salvo, onorò l'impegno giocando con grande determinazione. Addirittura, intorno al 20' del primo tempo, i toscani passarono in vantaggio grazie alla rete di Ugolotti. Il Pescara cercò di riorganizzarsi e, soprattutto nella ripresa, alzò i ritmi schiacciando gli avversari nella loro metà campo. Nei pressi dell'area aretina mischie furibonde, tentativi imprecisi dei biancazzurri, episodi da moviola e veementi proteste di Rocco Pagano e compagni.
Lo stadio era quasi tutto biancazzurro. Il Pescara era in svantaggio e ad inizio ripresa i tifosi presenti in curva, infuriati a causa di alcune decisioni discutibili dell'arbitro Mattei di Macerata, iniziarono ad agitare con forza l'inferriata divisoria della curva, che dopo un po' cedette uscendo dal basamento di cemento nella quale era imperniata. A quel punto Enrico Alberti, compianto dirigente biancazzurro, corse verso la curva spiegando ai supporters che quel comportamento avrebbe potuto provocare pesanti conseguenze (sconfitta a tavolino). I supporters si calmarono, rialzarono l'inferriata mantenendola dritta con le mani fino al fischio finale. A poco più di un quarto d'ora dalla fine l'apoteosi: sugli sviluppi di un calcio d'angolo Giorgio Benini colpì il pallone di testa realizzando il gol del pareggio. Un punto fondamentale per la conquista della promozione in A che divenne realtà una settimana dopo grazie alla vittoria all'Adriatico contro il Parma.