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Damaschi sull'addio di Santopadre al Perugia: "Abbandonato da falsi amici"
A due giorni dalla conferenza stampa di presentazione di Javier Faroni quale nuovo presidente del Perugia al posto dell'uscente Massimiliano Santopadre che ha ceduto l'intera proprietà del club al manager argentino, ha preso la parola Roberto Damaschi, ex dirigente del Grifo attraverso le colonne de Il Messaggero:
"Il calcio vive di cicli e il suo era finito da tempo. Nel giudizio sono condizionato dal rapporto che ho con lui, ma voglio spezzare una lancia in suo favore. Ha preso una società con un piede e mezzo in Lega Pro, l'ha mantenuta 12 anni soprattutto in Serie B e l'ha consegnata in Serie C non piena di debiti. Come sarà ricordata la sua gestione? Non è stato uno dei migliori presidenti del Perugia, ma neanche tra i peggiori, come ora si dice in giro. Nel finale tanti falsi amici lo hanno abbandonato e ne esce male oltre i demeriti. Il suo modo di fare un calcio prettamente personalistico e senza empatia con la piazza però lo ha penalizzato. Quale può essere stato il rimpianto più grande? Il playoff con il Benevento.
Dopo il Covid è finito tutto. Non avrei mai pensato che chiamasse Cosmi né che puntasse su Castori. Con Castori vedono il calcio in modo diametralmente opposto. La promozione con Caserta e l'anno di Alvini hanno avuto una componente di fortuna, sulla quale gli va dato merito di avere sempre puntato. L'ultima stagione la considero un'appendice di cui avrebbe fatto volentieri a meno". E in conclusione un augurio a Faroni: "Fare la mia media punti (2,12), anzi migliorarla
"Il calcio vive di cicli e il suo era finito da tempo. Nel giudizio sono condizionato dal rapporto che ho con lui, ma voglio spezzare una lancia in suo favore. Ha preso una società con un piede e mezzo in Lega Pro, l'ha mantenuta 12 anni soprattutto in Serie B e l'ha consegnata in Serie C non piena di debiti. Come sarà ricordata la sua gestione? Non è stato uno dei migliori presidenti del Perugia, ma neanche tra i peggiori, come ora si dice in giro. Nel finale tanti falsi amici lo hanno abbandonato e ne esce male oltre i demeriti. Il suo modo di fare un calcio prettamente personalistico e senza empatia con la piazza però lo ha penalizzato. Quale può essere stato il rimpianto più grande? Il playoff con il Benevento.
Dopo il Covid è finito tutto. Non avrei mai pensato che chiamasse Cosmi né che puntasse su Castori. Con Castori vedono il calcio in modo diametralmente opposto. La promozione con Caserta e l'anno di Alvini hanno avuto una componente di fortuna, sulla quale gli va dato merito di avere sempre puntato. L'ultima stagione la considero un'appendice di cui avrebbe fatto volentieri a meno". E in conclusione un augurio a Faroni: "Fare la mia media punti (2,12), anzi migliorarla
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