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Perugia avvolta in questi giorni nel clima di “Alibi Festival – Dialoghi e narrazioni sul crime”
Oggi alle 16:26News
di Redazione Perugia24.net
per Perugia24.net

Perugia avvolta in questi giorni nel clima di “Alibi Festival – Dialoghi e narrazioni sul crime”

I nuovi linguaggi delle mafie al centro dell’incontro con le scuole secondarie di secondo grado di Perugia che ha visto protagonisti Don Antonio Coluccia (sacerdote impegnato nella lotta alla criminalità organizzata), Giovanni Melillo (procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, in collegamento streaming) e Sergio Sottani (procuratore generale della Corte di appello di Perugia), ad aprire la prima edizione di “Alibi Festival – Dialoghi e narrazioni sul crime”  venerdì 21 marzo nell’auditorium San Francesco al Prato di Perugia. Durante l’appuntamento, introdotto da Giovanni Parapini (direttore RAI Umbria) e moderato da Klaus Davi (giornalista), numerose le classi del il liceo artistico Bernardino Di Betto, il liceo scientifico Galileo Galilei, il liceo classico e musicale Annibale Mariotti, l'Istituto istruzione superiore Giordano Bruno, l'Istituto tecnico economico tecnologico Aldo Capitini e dell’Istituto Alberghiero di Assisi, che hanno gremito la suggestiva location, partecipando attivamente al dialogo, interessati e curiosi nel porre domande e sollevare momenti di confronto.

Ad aprire l’incontro e a portare i saluti istituzionali del Comune di Perugia ai 600 studenti presenti, la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi e il vicesindaco Marco Pierini felici di constatare la grande risposta delle scuole al panel di rilievo che ha preso il via simbolicamente proprio nella Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie.

«La situazione non è facilmente definibile attraverso un formula stereotipata – le parole del procuratore Melillo – e mi sembra che la questione della criminalità organizzata sia diventata un po' laterale, un po' marginale rispetto al dibattito pubblico, ma anche in generale nelle politiche pubbliche. Questa è una ragione che forse contribuisce a sottolineare l'importanza dell'evento che avete creato dando vita a questo incontro». «Una questione - ha proseguito - ridotta ad essere affidata ai magistrati, alle forze di polizia. Mentre il fenomeno mafioso è molto più complesso e avrebbe necessità di una risposta coordinata nell'insieme delle politiche pubbliche della Repubblica, perché passa attraverso le politiche educative, le politiche di inclusione e protezione sociale, le politiche urbanistiche».

«Abbiamo alle nostre spalle gli anni delle stragi, della contrapposizione militare e violenta delle mafie all'autorità dello Stato. Nel 2024 sono stati compiuti su un intero territorio nazionale soltanto 15 omicidi riconoscibili a organizzazioni mafiosi. Un dato che potrebbe essere interpretato semplicemente come segno dello spegnimento delle energie, della forza delle organizzazioni mafiose. Ma è un dato che va considerato in comparazione con la situazione del passato. In realtà non siamo fuori dall'emergenza, perché la mafia non è un'emergenza. Le organizzazioni mafiose sono una componente strutturale del tessuto economico e sociale del Paese. E non soltanto di questo Paese».

Occorre considerare l'evoluzione di questi fenomeni sotto alcuni segni “che potremmo ricondurre ai concetti di internazionalizzazione e di mimetizzazione. Oggi le nostre organizzazioni mafiose operano su mercati globali, come quelli del traffico internazionale di stupefacenti e del riciclaggio degli enormi proventi. La mimetizzazione è invece visibile attraverso l'abbassamento del profilo violento delle organizzazioni mafiose, intorno alle quali ruota una gigantesca costellazione di imprese, che si confondono con quelle che mafiose non sono, ma che offrono servizi illegali”. «In pratica - ha concluso il procuratore Melillo - oggi le organizzazioni mafiose non parlano più con le armi, ma parlano due linguaggi molto più semplici e molto più efficaci, che sono quelli della frode fiscale e della corruzione».

In conclusione, come terzo concetto per comprendere lo stato delle cose attuali, Melillo ha parlato del rapporto "sempre felice con le tecnologie" da parte delle mafie: "Hanno una profonda conoscenza della modernità e questo le fa diventare capaci di sfruttare più facilmente queste tecnologie".

"Se fossi un mafioso ora starei più tranquillo" ha inoltre affermato commentando il ddl intercettazioni che è diventato legge. "Le intercettazioni - ha sottolineato Melillo - sono strumento indispensabile anche quando si procede per reati diversi che sono la spia e rivelatori di strategie ed interessi mafiosi".

Un linguaggio quello della mafia, ha sottolineato poi il procuratore Sottani, che parla per “spot”, puntando ad allinearsi con quello delle nuove generazioni così da inserirsi negli ambienti frequentati dai ragazzi ed attirare i giovani nei pericoli della rete, facendo riferimento anche all’ultimo eclatante caso dello studente universitario Andrea Prospero e relativa istigazione al suicidio.

Molto soddisfatto don Colucci nel vedere le numerose presenze in platea: «Dobbiamo fare una memoria operante di ciò che è accaduto nella nostra cara Italia - ha detto - cercando di impegnarci soprattutto nei vari territori perché oggi la mafia è ovunque». Una mafia che si alimenta in continuazione, «soprattutto attraverso il narcotraffico, la droga, perché deve ripulire e riciclare soldi sporchi». I ragazzi «sono una risorsa e, come diceva Papa Francesco rivolgendosi proprio ai giovani, la vostra vita non è all'asta, la vostra vita non ha prezzo, quindi non lasciatevi sedurre dalle logiche malavitose, non lasciatevi sedurre dal guadagno facile e dallo spaccio della droga, non lasciatevi sedurre da ogni forma di criminalità, da ogni forma di violenza che può affascinare anche il mondo. Sappiate essere voi stessi, siate forti e siate soprattutto voi stessi, cercando di impegnarvi nel territorio come cittadinanza attiva e partecipazione sociale». 

Ora il festival entra nel vivo con le ultime due giornate. Sabato 22 marzo: alle 10 "I libri del festival" presentazione del libro "Il gioco degli opposti" di François Morlupi, moderano Giuseppe Fabiano (psicologo e docente universitario) e Annamaria Romano (curatrice di eventi culturali); alle 10.50 "Ritratti in nero" con Francesco Specchia che racconta Alda Merini; alle 11.10 "I libri del festival" presentazione del libro "I figli dell’istante" di Edoardo Albinati, che dialogherà con Anna Lia Sabelli Fioretti (giornalista); alle 12 "Ritratti in nero" con Francesco Specchia che racconta Luciano Bianciardi; alle 12.20 “I libri del festival" presentazione del libro "Uccidi i ricchi" di Sandrone Dazieri, che dialogherà con Nicola Calocero Giannoni (scrittore e sceneggiatore); alle 16.30 "La scomparsa degli elettori: la democrazia alla deriva?" con Nicola Piepoli (sondaggista), Francesco Specchia (giornalista e scrittore), moderano Giuseppe Carboni (direttore Rai Parlamento) e Paolo Mirti (scrittore); alle 17.45 Presentazione in anteprima europea del documentario "Dark Frames" di Tom Thurman (durata 73’) che a seguire (ore 19) dialogherà con Fabio Melelli (professore di Storia del cinema Università per Stranieri di Perugia), modera Umberto Berlenghini (autore e saggista); alle 21 "La fiction italiana: dai personaggi alla realtà" con Carlo Degli Esposti (produttore Palomar), Stefano Fresi (attore), Aldo Giannuli (storico, consulente Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle Stragi), Dimitri Deliolanes (giornalista e saggista, ex corrispondente di Ert Tv in Italia), modera Umberto Berlenghini (autore e saggista)

Domenica 23 marzo: alle 10 "I libri del festival" presentazione dei libri "L’innocenza dell’iguana" di Paolo Roversi e "La ballata dei padri infedeli" di Rosa Teruzzi, moderano Giuseppe Fabiano (psicologo, docente universitario) e Annamaria Romano (curatrice di eventi culturali); Alle 11.10 "La Storia raccontata dal cinema e dalla fiction" dialogo tra Maurizio Braucci (scrittore e sceneggiatore) e Umberto Berlenghini (autore e saggista); alle 12.20 "I libri del Festival" presentazione del libro "Pietro Germi in nome di John Ford" di Nicola Calocero Giannoni, che dialogherà con Umberto Berlenghini (autore e saggista); alle 17.15 "I libri del festival" presentazione del libro "Le verità spezzate" di Alessando Robecchi, che dialogherà con Paolo Mirti (scrittore); alle 18 "Presunti innocenti: nella mente dei criminali" con Luciano Garofano (docente in Criminologia, ex comandante del Ris di Parma) e Mariangela Montagna (docente di Diritto processuale e penale), modera Alvaro Fiorucci (giornalista e scrittore); alle 21.00 "Raccontare il crimine" dialogo con Pablo Trincia, modera la giornalista Donatella Miliani (evento a pagamento).

Gli appuntamenti sono tutti ad ingresso gratuito eccetto quello con Trincia (prevendite su Ticketitalia). Alibi Festival è organizzato da Mea Concerti e Associazione Umbra della Canzone e della Musica d’Autore (Aucma) in collaborazione con Rai Umbria, Rai Direzione Cinema e Serie Tv, Rai Radio 3, Direzione Rai Day Time, Direzione Rai Contenuti Digitali e con il sostegno della Regione Umbria e del Comune di Perugia.