
Lecce, Corvino: "Giampaolo in linea per salvarci. Abbiamo alzato il monte ingaggi"
Pantaleo Corvino, responsabile dell'area tecnica del Lecce, è stato intervistato da TeleRama: "Andare in Serie A e riuscire a rimanerci per tre anni è eccezionalità: quando questo diventa normalità è pericoloso", ha detto esordendo nell'intervista. Per poi proseguire: "Sappiamo quanto sia difficile un campionato come il nostro, lo è per tutte le squadre e non solo per chi lotta per la salvezza. Con Giampaolo siamo ripartiti dopo un inizio che non rispondeva alle nostre aspettative. I 16 punti in 17 partite sono quasi uno di media, è tanto. E abbiamo segnato 16 gol, quasi uno a partita, in linea con chi si deve salvare".
Prosegue quindi Corvino nelle sue valutazioni: "L'andamento delle prime 12 partite era davvero troppo lento. Quando i tifosi vedono una domenica una formazione e quella dopo un'altra ancora, significa che qualcosa non va. Ora abbiamo un percorso consono. E fare quattro partite senza vittorie rientra nelle logiche: si vive tutto con troppe ansie. Sono tre anni che lottiamo per l'obiettivo della salvezza, da 105 partite i nostri tifosi non vedono la squadra in zona retrocessione e questo è un godimento. Ne mancano nove, speriamo di farli contenti ancora". Quindi Corvino spiega: "Si parla sempre di prima squadra, ma il mio lavoro è rivolto anche alla Primavera. Siamo la società italiana che ha portato più giocatori in prima squadra negli ultimi 4 anni. Se mi chiedete del percorso, sono soddisfatto".
Corvino si sofferma anche sulle critiche: "Sono 12 anni di critiche, ma devono esserci perché ti aiutano. Anche se, devo essere sincero, molte mi amareggiano. Solo chi non lavora non fa errori, è il presupposto. I manager di un'azienda devono dar conto alla proprietà e chi lo è nel calcio ha una doppia responsabilità. Perché il tuo lavoro viene giudicato dai media e dai tifosi". Un errore di questa stagione? Risponde il dirigente del Lecce: "Un errore è quando finisci il campionato senza aver raggiunto l'obiettivo. Ma quest'anno ci sono club come Venezia, Parma e Como che hanno speso milioni salendo dalla Serie B. Cosa ti devi rimproverare? Vorrei avere una proprietà da 100 milioni come quella del Como, ma condivido che chi non può spendere come gli altri debba fare una politica di sostenibilità. E sugli errori, il più bravo è quello che ne fa di meno. Il calcio è fatto di episodi e questi condizionano anche nello stabilire cosa sia un errore".
Cosa manca a questo Lecce? Va avanti nelle sue riflessioni Corvino: "Il campionato è complicato e fatto anche di situazioni che non avevi messo in preventivo, è figlio di momenti. Il resto rientra in tutto ciò che può fare il Lecce e lo stiamo facendo. Diamo tutti il massimo, ci sono momenti fisiologici in cui non riesce ogni cosa". Sul poco minutaggio dei nuovi acquisti, quindi, aggiunge: "Giampaolo sapeva che c'erano giocatori reduci da lunghi infortuni, magari si è fidato di chi lo portava al risultato. Ma sono scelte dell'allenatore". Nello specifico, poi, si sofferma su Rebic e sulle speranze fin qui mal riposte da parte dei tifosi del Lecce: "Ha fatto un gol decisivo che vale un punto e non è poco se devi salvarti. È venuto a giocarsi le sue chance con Krstovic. Non mi porrei il problema". Per qualcuno il problema è, genericamente, l'attacco: "Non è colpa dell'attacco, magari manca il gol del centrocampista da fuori area o quello da palla inattiva. Sfido a trovarmi però quanti attacchi hanno fatto più di 21 gol, difettiamo con i numeri in altri reparti".
A Lecce c'è chi accusa Corvino di fare la formazione: "Non so perché vengano dette queste cose, ogni allenatore che ha lavorato con me può testimoniare che non è così. Sono l'ultimo che vuole fare la formazione, ma non mi credono. Guardate Gotti, è passato dal 4-3-3 al 4-2-3-1, io mi adeguo alle idee degli allenatori". Quindi il dirigente torna sul mercato di gennaio: "In linea con le nostre possibilità e con ciò che offriva. Siamo riusciti a prendere, ed abbiamo venduto Dorgu e Oudin, tralasciando quei 3-4 ragazzi che non avevano mai giocato. E poi Karlsson, che il Bologna aveva pagato 12 milioni. N'Dri ancora non è stato scoperto perché Pierotti davanti a lui ha fatto 4 gol. Poi è tornato in rosa Helgason: passa come mio pupillo, eppure era fuori rosa. Perché seguiamo le linee guida degli allenatori".
L'asticella del Lecce, quindi, è stata alzata? Dice Corvino: "Faccio fatica a trovare di meglio. Noi però abbiamo alzato l'asticella. C'è Gaspar che non gioca perché il mio allenatore si fida di chi c'è. Se gioca Jean vuol dire che ha visto bene. Anche sul monte ingaggi abbiamo alzato l'asticella, da 15 a quasi 19 milioni di euro". E per Krstovic avete ricevuto offerte? Risponde Corvino: "Non solo per lui... Ma ora concentriamoci sulle ultime 9 partite e sulla salvezza. Mercato al risparmio? Gendrey, Coda, Pongracic, Hjulmand: non sono arrivati per opera dello spirito santo. Abbiamo creato risorse tecniche e poi dovuto renderle economiche. Un club come il nostro deve fare i conti con quello che entra, perché se fai di più ci si indebita e finisci in rosso. Siamo un club di Serie A che non ha niente in strutture, tanti sacrifici per affittare campi e tutto il resto. Io sono tifoso del Lecce e condivido la politica della mia società, è giusto fare così. Siamo in Serie A da tre anni ma bisogna essere preparati alle cadute, metterle in preventivo per poi rialzarsi".
Conclusione su altri micro-argomenti per Corvino. Per esempio sul rinnovo biennale di Gotti: "Quando fai una cosa pensi sempre che sia la migliore. Abbiamo avuto talmente tanta fiducia che può essere stato un errore, ma solo col senno di poi. Pensavamo di aver trovato l'allenatore giusto". E un messaggio ai tifosi: "Avere paura ma non ansia, quella che aiuta a dare il meglio. La calma piatta fa male". Infine, quale partita teme di più Corvino tra Roma e Venezia? "Il Venezia. È troppo in palla, ha una squadra con tante risorse tecniche date da quelle economiche immesse. Non vince, ma non perde".
Prosegue quindi Corvino nelle sue valutazioni: "L'andamento delle prime 12 partite era davvero troppo lento. Quando i tifosi vedono una domenica una formazione e quella dopo un'altra ancora, significa che qualcosa non va. Ora abbiamo un percorso consono. E fare quattro partite senza vittorie rientra nelle logiche: si vive tutto con troppe ansie. Sono tre anni che lottiamo per l'obiettivo della salvezza, da 105 partite i nostri tifosi non vedono la squadra in zona retrocessione e questo è un godimento. Ne mancano nove, speriamo di farli contenti ancora". Quindi Corvino spiega: "Si parla sempre di prima squadra, ma il mio lavoro è rivolto anche alla Primavera. Siamo la società italiana che ha portato più giocatori in prima squadra negli ultimi 4 anni. Se mi chiedete del percorso, sono soddisfatto".
Corvino si sofferma anche sulle critiche: "Sono 12 anni di critiche, ma devono esserci perché ti aiutano. Anche se, devo essere sincero, molte mi amareggiano. Solo chi non lavora non fa errori, è il presupposto. I manager di un'azienda devono dar conto alla proprietà e chi lo è nel calcio ha una doppia responsabilità. Perché il tuo lavoro viene giudicato dai media e dai tifosi". Un errore di questa stagione? Risponde il dirigente del Lecce: "Un errore è quando finisci il campionato senza aver raggiunto l'obiettivo. Ma quest'anno ci sono club come Venezia, Parma e Como che hanno speso milioni salendo dalla Serie B. Cosa ti devi rimproverare? Vorrei avere una proprietà da 100 milioni come quella del Como, ma condivido che chi non può spendere come gli altri debba fare una politica di sostenibilità. E sugli errori, il più bravo è quello che ne fa di meno. Il calcio è fatto di episodi e questi condizionano anche nello stabilire cosa sia un errore".
Cosa manca a questo Lecce? Va avanti nelle sue riflessioni Corvino: "Il campionato è complicato e fatto anche di situazioni che non avevi messo in preventivo, è figlio di momenti. Il resto rientra in tutto ciò che può fare il Lecce e lo stiamo facendo. Diamo tutti il massimo, ci sono momenti fisiologici in cui non riesce ogni cosa". Sul poco minutaggio dei nuovi acquisti, quindi, aggiunge: "Giampaolo sapeva che c'erano giocatori reduci da lunghi infortuni, magari si è fidato di chi lo portava al risultato. Ma sono scelte dell'allenatore". Nello specifico, poi, si sofferma su Rebic e sulle speranze fin qui mal riposte da parte dei tifosi del Lecce: "Ha fatto un gol decisivo che vale un punto e non è poco se devi salvarti. È venuto a giocarsi le sue chance con Krstovic. Non mi porrei il problema". Per qualcuno il problema è, genericamente, l'attacco: "Non è colpa dell'attacco, magari manca il gol del centrocampista da fuori area o quello da palla inattiva. Sfido a trovarmi però quanti attacchi hanno fatto più di 21 gol, difettiamo con i numeri in altri reparti".
A Lecce c'è chi accusa Corvino di fare la formazione: "Non so perché vengano dette queste cose, ogni allenatore che ha lavorato con me può testimoniare che non è così. Sono l'ultimo che vuole fare la formazione, ma non mi credono. Guardate Gotti, è passato dal 4-3-3 al 4-2-3-1, io mi adeguo alle idee degli allenatori". Quindi il dirigente torna sul mercato di gennaio: "In linea con le nostre possibilità e con ciò che offriva. Siamo riusciti a prendere, ed abbiamo venduto Dorgu e Oudin, tralasciando quei 3-4 ragazzi che non avevano mai giocato. E poi Karlsson, che il Bologna aveva pagato 12 milioni. N'Dri ancora non è stato scoperto perché Pierotti davanti a lui ha fatto 4 gol. Poi è tornato in rosa Helgason: passa come mio pupillo, eppure era fuori rosa. Perché seguiamo le linee guida degli allenatori".
L'asticella del Lecce, quindi, è stata alzata? Dice Corvino: "Faccio fatica a trovare di meglio. Noi però abbiamo alzato l'asticella. C'è Gaspar che non gioca perché il mio allenatore si fida di chi c'è. Se gioca Jean vuol dire che ha visto bene. Anche sul monte ingaggi abbiamo alzato l'asticella, da 15 a quasi 19 milioni di euro". E per Krstovic avete ricevuto offerte? Risponde Corvino: "Non solo per lui... Ma ora concentriamoci sulle ultime 9 partite e sulla salvezza. Mercato al risparmio? Gendrey, Coda, Pongracic, Hjulmand: non sono arrivati per opera dello spirito santo. Abbiamo creato risorse tecniche e poi dovuto renderle economiche. Un club come il nostro deve fare i conti con quello che entra, perché se fai di più ci si indebita e finisci in rosso. Siamo un club di Serie A che non ha niente in strutture, tanti sacrifici per affittare campi e tutto il resto. Io sono tifoso del Lecce e condivido la politica della mia società, è giusto fare così. Siamo in Serie A da tre anni ma bisogna essere preparati alle cadute, metterle in preventivo per poi rialzarsi".
Conclusione su altri micro-argomenti per Corvino. Per esempio sul rinnovo biennale di Gotti: "Quando fai una cosa pensi sempre che sia la migliore. Abbiamo avuto talmente tanta fiducia che può essere stato un errore, ma solo col senno di poi. Pensavamo di aver trovato l'allenatore giusto". E un messaggio ai tifosi: "Avere paura ma non ansia, quella che aiuta a dare il meglio. La calma piatta fa male". Infine, quale partita teme di più Corvino tra Roma e Venezia? "Il Venezia. È troppo in palla, ha una squadra con tante risorse tecniche date da quelle economiche immesse. Non vince, ma non perde".
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