
PL - Valiani: "A Chivu servirebbero Giovinco ed Amauri. Con la Juve gli stimoli sono più forti"
Si recupera oggi, mercoledì 23 aprile, alle 18:30 al Tardini, il match della 33esima giornata, Parma-Juventus. Per l'occasione è intervenuto in esclusiva ai microfoni di ParmaLive.com l'ex giocatore crociato Francesco Valiani, protagonista del centrocampo gialloblu per tre stagioni in Serie A: dal gennaio 2010 al luglio 2012. Di seguito le sue parole:
L’annuncio del rinvio di Parma-Juventus è giunto il giorno stesso della sfida, con un recupero solo due giorni dopo. Le è mai capitata una situazione simile in carriera? Come reagisce un giocatore e come può influire sulla preparazione della sfida?
"Sì, ma non con questo preavviso. Può essere ovviamente un disagio a livello logistico. Riguardo i giocatori, loro sono dei professionisti, che hanno tutte le capacità per capire il momento e riorganizzarsi in pochi giorni. A mio parere, dal punto di vista dei trasporti, degli alloggi, dei pernottamenti e di tutta quella parte logistica, è più complicato rispetto al lato sportivo, che si può, invece, riadattare bene anche nel giro di due o tre giorni".
Entrambe le squadre arrivano in fiducia, il Parma ha dimostrato di saper far male alle big. Che partita si aspetta?
"Sicuramente è una partita che già quando l'avevo vista in calendario per lunedì ero già pronto a vedermela, perché è una partita molto interessante, per mille motivi. Uno di questi è, di certo, che il Parma sta tentando di dare una svolta a questo campionato, di mettersi in tranquillità con un calendario non facile e che, con le grandi, riesce sempre a fare prestazione. Questa è una prerogativa del Parma, probabilmente perché spesso, in questi campionati qui e in piazze come il Parma, è più difficile trovare stimoli contro le squadre piccole, mentre con le grandi, dati anche i ricordi che ho, in casa spesso e volentieri si facevano grandi risultati contro le grandi squadre. È successo più volte, ma bisogna fare quello step in più, ma è una squadra in fiducia, che ha qualità e ragazzi di grande valore e di sicuro avvenire: una squadra che a me piace molto nell'organico. Per quanto riguarda la Juventus, è una squadra forte, che ha fatto un cambio alla guida tecnica che non è una cosa che succede spesso alla Juventus a campionato in corso e, anche loro, stanno cercando di raddrizzare la situazione. Sono in piena corsa Champions e gli ultimi risultati sono stati positivi".
Sia Parma che Juventus hanno cambiato allenatore nel corso dell'anno. Come sta vedendo Chivu e, seppur da meno, Tudor?
"Chivu a primo impatto subito vinse in casa contro il Bologna, che comunque è una squadra in grande forma. Sicuramente ha impattato bene sul cambio panchina fin dall'inizio. Poi, i cambi allenatore danno sempre una botta iniziale, lo storico ci dice questo. In seguito bisogna vedere come e se la squadra riesce a recepire l'allenatore e se lui riesce veramente ad integrarsi. La mia idea è che l'allenatore deve convincere i giocatori a fare qualcosa che renda. L'allenatore non impone, ma propone e soprattutto deve riuscire ad entrare in empatia totale con i giocatori. Allora, a quel punto, quello che viene proposto viene visto come una cosa giusta, mentre quando viene visto come una forzatura diventa più complicato. Quindi, il lavoro importante di Chivu e di Tudor sarà quello di far capire ai giocatori cos'è conveniente fare per ottenere e il giocatore questo, una volta che lo riconosce, agisce di conseguenza e ti dà tutto sé stesso. Abbiamo l'esempio, secondo me più lampante di tutti, con Italiano a Bologna, che, nelle difficoltà iniziali, mentre stava lavorando, è riuscito a convincere i giocatori che quello che proponeva era vantaggioso anche per loro".
Se dovesse nominare i due uomini copertina della sfida, chi sceglierebbe nelle due squadre?
"Dal mio punto di vista i giocatori che possono sicuramente dare una botta a questa gara sono sicuramente in mezzo al campo. Per me, la Juve è in mezzo al campo che può fare la differenza, quindi direi Thuram, se fornisce il suo dominio fisico, come ha fatto tante volte, e, se non fosse stato indisponibile, avrei detto anche Koopmeiners. Dall'altra parte, si troveranno davanti uno di quelli che è uno dei miei giocatori preferiti del Parma, che è Bernabé. Poi davanti anche Pellegrino ha dimostrato di essere un giocatore come si deve, trovando fiducia e gol, che è il nutrimento per ogni attaccante. In più, ci metterei anche, per i bianconeri, Vlahovic, che sicuramente ha bisogno di trovare il gol con continuità, quel doping naturale che è concesso".
Se dovesse scegliere un suo ex compagno del Parma da mettere a disposizione di Chivu, chi secondo lei farebbe comodo a questo Parma?
"Me ne vengono in mente due che potrebbero dare delle caratteristiche un po' diverse a questo Parma: uno è Giovinco sicuramente e l'altro potrebbe essere Amauri, perché c'erano dei momenti che il gol lo aveva veramente nelle vene. Diciamo che servirebbe e potrebbe essere un bel mix quello tra Amauri, per fisicità, e Hernan Crespo, per il fiuto del gol".
Nelle ultime partite con Chivu il Parma è passato al 3-5-2. Per le qualità che ha, un giocatore come Valeri può fare davvero la differenza in fase offensiva?
"Valeri è un giocatore che ha completezza, che ha gamba e che sta mettendo anche diversa esperienza. Sicuramente è un giocatore che può spostare gli equilibri e creare quella superiorità sull'esterno che ti concede di mettere una palla e di arrivare a puntare un avversario in uno contro uno. Questo lo può fare. In generale, il Parma di giocatori che possono battersi in dei duelli, vincerli e crearsi dei presupposti per segnare, ne ha tanti davanti, come può esserlo Man. Tanti giocatori che hanno un background importante in qualità tecniche superiori e con spunti importanti, che li hanno portati ad essere giocatori non dico affermati, ma quasi, in Serie A".
Nell'annata 2010/11 il Parma ha vinto entrambe le volte contro la Juventus. Cosa ricorda di quelle sfide e come si battono i bianconeri?
"Ricordo un po' di più l'andata: il 4-1 con la doppietta di Giovinco (il secondo, al 48', con assist di Valiani), dato che eravamo in un periodo di grande ricostruzione. In generale, il Parma come imprese e come storia, le sfide con la Juve se le ricorda bene, soprattutto ai tempi d'oro. Quando s'incontra la Juve, lo stimolo è altissimo per tutte le squadre, a Parma sicuramente ancora di più. Ricordo che con la Juve, quando ho giocato a Parma, sono state più le vittorie che le sconfitte e non è una cosa che capita spesso, anzi. Anche l'anno prima con Guidolin ricordo che vincemmo 3-2 a Torino. Da quel punto di vista, non ci si può lamentare delle partite che facemmo contro la Juve in quegli anni: è uno stimolo che arriva quando hai davanti i più forti, o comunque squadre blasonate, con oltre 30 scudetti, ed è logico tirare fuori sempre qualcosa in più".
Infine, in tutte e tre le sue stagioni al Parma i crociati si sono sempre salvati, raggiungendo posizioni anche alte in classifica. Come si raggiunge l’obiettivo salvezza? In questo caso, contro la Juventus può essere il passaggio chiave per la salvezza del Parma?
"Può essere sì sicuramente un passaggio chiave, ma non è una partita da dentro o fuori, dato che contro certe avversarie una sconfitta va messa in conto. Quello che mi piacerebbe vedere dal Parma è un po' quello che le società solide, come il Parma stesso è diventato in questi anni, inizino veramente ad andare step by step. Squadre come Bologna e Atalanta possono fare da scuola a molte realtà importanti, perché non si può passare a lottare dalla salvezza a lottare per l'Europa o per il campionato. Ricordo, per esempio, personalmente, che le mie stagioni al Bologna sono state sofferte, poi ci sono state nel mezzo quelle 4 o 5 stagioni dove il Bologna ha vagato nella metà della classifica, nel limbo: questi sono i passaggi che una società, una squadra, deve fare. È difficile fare in un anno un cambiamento così. Credo che il Parma debba mantenere la categoria, riorganizzarsi per scalare quelle due o tre posizioni tutti gli anni per poi diventare una realtà che può giocarsela, con una società solida, per entrare nell'Europa. È una cosa che richiede tempo e non fretta, avendo la voglia e la continuità, come sta facendo, di cavalcare i suoi giovani, di aspettarli, di farli maturare e di fare in modo che questa possa diventare una squadra che possa stare più in alto".







