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Gravina: "Tenuto vivo il calcio italiano nella pandemia. Sfida più dura degli ultimi 70 anni"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 15:43News
di Alessandro Tedeschi
per Parmalive.com

Gravina: "Tenuto vivo il calcio italiano nella pandemia. Sfida più dura degli ultimi 70 anni"

Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, candidato unico alle elezioni di oggi della Federazione, ha parlato di vari argomenti prima della sua rielezione. Queste le sue parole raccolte da TMW: "Cari delegati, prima di tutto grazie di essere in tanti davanti alle nostre più alte istituzioni sportive. Il presidente Infantino, al presidente Ceferin grazie della vostra presenza, per questa comunità è un onore e una responsabilità. Un saluto ai vice presidenti UEFA Boniek e Duca, agli amici Shevchenko, Savicevic, Tura e Vassallo. Un ringraziamento anche a Giorgio Marchetti, artefice di queste nuove straordinarie competizioni internazionali. Tutti amici del calcio italiano che accogliamo con piacere. Mi ricandido e chiedo il privilegio della vostra fiducia per chiedervi due cose: unire e cambiare. Mi rimetto a voi con orgoglio ed emozione, l’orgoglio di aver guidato questa Federazione per sei anni e di sentire ancora lo stesso entusiasmo del primo giorno.

Emozione perché avverto la vostra fiducia, vivo il calcio da 40 anni e ho assaporato vittorie e sconfitte. In queste altalene di emozioni c’è una convinzione radicata in me: non ho mai smesso di considerare il calcio come l’attività più rassicurante del mondo. Questo mi regala un’incrollabile fiducia morale, il calcio fa bene all’Italia. Non smettiamo mai di testimoniarlo con forza. Se guardo indietro a questi sei anni vissuti insieme ci sono tanti momenti felici. Abbiamo tenuto vivo il calcio italiano nel tunnel della pandemia, sfidando il pessimismo e il moralismo affermando il diritto alla felicità che rappresenta il calcio come più grande fabbrica di emozioni del pianeta. È stata la sfida più dura degli ultimi 70 anni, abbiamo promosso la trasparenza, la sostenibilità economica del calcio pur considerando il ritardo nelle strutture e la maggior concorrenza europea con flussi economici provenienti anche da potenze che fanno lievitare contratti e costi.

Abbiamo proposto la nuova giustizia sportiva, un presupposto fondamentale per la tutela del nostro sport per sanzionare offese, discriminazioni, atti di violenza e intimidazione dentro e fuori dallo stadio segnando i doveri dei club nello spirito di collaborazione. Ci siamo offerti come apripista e modelli di sperimentazione per aumentare la spettacolarizzazione del nostro sport. Grazie al presidente Infantino per la fiducia dimostrata nella nostra federazione. Abbiamo adeguato la democrazia e la governance del calcio, andando ben oltre le previsioni del legislatore valorizzando nella rappresentanza il peso economico portato al sistema e rafforzando l’autonomia delle leghe. Tutto questo è stato vissuto nell’unione delle varie componenti, è stata la condivisone di un progetto comune nella ricerca di un punto comune tra tutte le componenti. Unità è stata la nostra forza, ci ha consentito di superare le incomprensioni e contrastare attacchi diretti e indiretti, di smascherare menzogne, tranelli e calunnie di cui talvolta è fatta la vita pubblica del nostro paese.

La nostra autonomia poggia interamente su questa capacità di ascoltarci reciprocamente e di presentarci a questi appuntamenti con un solo progetto e un solo nome. L’ampia condivisione è stata una condizione posta per sciogliere i dubbi sulla mia candidatura. Deve essere intesa come una vera e propria comunione sugli obiettivi da perseguire. Ciò che è valso per il passato vale per il domani, nessun progetto può risultare efficace senza il contributo di ogni componente. Il dialogo è aperto, l’ascolto reciproco farà parte dei nostri principi. Così come il rispetto, che continuerà a far parte dei nostri parametri.

Insieme continueremo a cambiare, questa è la seconda ragione della mia candidatura. Vogliamo un calcio efficiente, responsabile, sostenibili e inclusivo, libero da ogni violenza e discriminazione. Questi impegni non sono un semplice slogan, ma gli assi di due documenti, piano strategico e piano strutturale. Con questa strategia cercheremo di migliorare la gestione federale, nuovi parametri economici per l’iscrizione ai campionati dei club professionisti, l’aumento delle seconde squadre e la creazione dell’accademia under 23. L’individuazione dei cinque stadi per l’Europeo del 2032, lo sviluppo di Vivo Azzurro per il racconto sulle attività della federazione. Rivisitazione del settore giovanile scolastico con l’obiettivo di aumentare i tesserati, il miglioramento del settore giovanile scolastico di dialogare con il territorio. La valorizzazione del calcio femminile e degli investimenti nei settori giovanili, in piena linea con la riforma Zola. Questo è quello che il calcio può fare da solo, poi ci sono delle riforme che impegnano governo e lo stato.

Mi riferisco alla necessità che il legislatore reintroduca un regime fiscale agevolato per tesserare calciatore di primo livello residenti all’estero. È un dato oggettivo, grazie ai benefici del decreto crescita non più vigente i nostri club sono stati protagonisti a livello internazionale. Mi riferisco ancora al riconoscimento del tax credit per investimenti virtuosi nei settori giovanili e nelle strutture, snellire la burocrazia con una legge sugli stadi. Investire una percentuale degli introiti delle scommesse, associando percorsi di contrasto alla ludopatia. L’abolizione di divieto di pubblicità di scommesse sul calcio, al completamento della disciplina sull’apprendistato e il riconoscimento della FIGC di impresa sociale. Questa non è una richiesta simbolica, il calcio è un asset strategico e una straordinaria opportunità per gli italiani. Siamo uno dei motori del paese, per ogni euro riconosciuto allo stato ne riconosciamo allo stato 19,7. Siamo anche decisivi per la salute pubblica grazie all’equilibrio sociale che costruiamo, questo è condiviso dall’UEFA che ha sostenuto la nostra strategia. Nella famiglia del calcio europeo grazie alla guida di un presidente illuminato come Aleksander Ceferin stiamo definendo l’idea di un calcio europeo aperto al futuro, capace di stupire e di attrarre le società contemporanee. Questo vuol dire perseguire quella visione integrante e integrata che ci ha permesso di dare maggior credibilità al nostro calcio.

C’è una filosofia dietro questa visione, il calcio è eccellenza ma il calcio ha anche al centro la persona, con le sue qualità e i suoi bisogni, oltre che le sue fragilità. Dobbiamo farci carico di questo insieme, non possiamo pensare di poter ritagliare la parte più conveniente e scartare tutto il resto. Un calcio che lascia indietro i più deboli sarebbe un mondo discriminatorio, noi non vogliamo questa deriva. Al presidente Ceferin continueremo a dimostrare un sostegno forte per portare avanti questa sfida. Vi chiedo di unirvi a questa sfida, prometto di ascoltarvi e di impegnarvi più di quanto abbia fatto finora. Come ogni processo riformatore, non sarà un percorso privo di ostacoli. Se lo percorreremo convinti però raccoglieremo i frutti, con la consapevolezza di lasciare qualcosa di nuovo, di bello e di libero a chi verrà dopo di noi. Grazie per la vostra partecipazione, grazie per la vostra fiducia, grazie per il vostro sostegno. Viva il calcio”.