
Inter, Marotta: “Ruolo di favoriti? Siamo abituati alle pressioni forti! Di Triplete non parlo”
Il presidente dell'Inter Beppe Marotta ha parlato a Sky Sport in vista di un finale caldissimo di stagione che vede i nerazzurri in piena corsa su tutti i fronti, visto il primato in campionato, il quarto di finale di Champions League da giocare col Bayern Monaco e la semifinale di Coppa Italia col Milan: "E' un momento felice, ma con sano realismo sappiamo di dover affrontare ancora gli ultimi due mesi della stagione e poi il Mondiale per club, in una prosecuzione atipica della stagione. Abbiamo competizioni in cui siamo presenti da protagonisti e lo vogliamo essere, lo dice la nostra storia ed i nostri meriti attuali. L'allenatore si è comportato in modo eccellente così come giocatori, squadra e tifosi, c'è un clima giusto per arrivare al fotofinish nelle migliori condizioni".
Il ruolo di favoriti non vi spaventa? C'è un pensiero verso la possibilità del Triplete?
"Di triplete non parlo. Parlo invece di un ambiente che deve essere sempre ambizioso. L'ambizione non è presunzione, è qualcosa che ti fa dare di più nell'ambito delle tue possibilità all'interno della sfera motivazionale. Noi siamo abituati a competere anche con pressioni forti, l'importante è farlo fino alla fine, poi se altri saranno più bravi di noi ci inchineremo".
In questi ragionamenti, ci sarà spazio anche per il possibile rinnovo di Simone Inzaghi?
"Lo abbiamo sempre fatto a bocce ferme. Ci sono tutti i presupposti per immaginare che possa proseguire con noi. Conta la simbiosi che si è creata, ci sono i presupposti migliori per sedersi al tavolo. Con Inzaghi siamo tutti cresciuti, stiamo attraversando un ciclo che non è alla sua conclusione, c'è una nuova società che ha portato nuova linfa, c'è la questione del nuovo stadio... ci sono tutti i presupposti per proseguire insieme".
La filosofia futura dell'Inter punterà a portare giocatori giovani pur cercando di mantenere alta la competitività?
"Serve essere duttili e serve capite il momento storico dell'Italia. Bisogna modellare le società in riferimento a un modello socio economico dell'Europa sportiva. Non ci sono le possibilità per spendere tanto per un giocatore, bisogna essere bravi a fare una squadra forte e competitiva che però abbia davanti lo slogan della sostenibilità, concetto che va sempre raggiunto e sostenuto".







