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Clemente di San Luca a TN  "Zero interesse per gli spifferi su Conte, tutti uniti per l'Inter"
Oggi alle 10:00Esclusive
di Arturo Minervini
per Tuttonapoli.net

Clemente di San Luca a TN "Zero interesse per gli spifferi su Conte, tutti uniti per l'Inter"

Adesso l’unica cosa che conta è tener botta il più possibile. Tenendo d’occhio l’Atalanta.

Guido Clemente di San Luca, Docente di Giuridicità delle regole del calcio presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università Vanvitelli, commenta così il momento del Napoli sulle pagine di Tuttonapoli.net

"È inutile nasconderlo. Quelli in vista del big match con l’Inter sono giorni in cui, dentro tutti coloro che vivono nell’azzurrità, a farla da padrone è uno stato di crescente schizofrenia. Il tifoso che è in noi sogna, e spasmodicamente desidera, di ‘schiattarli’, provando forte l’ottimismo della volontà. L’altra metà di noi, connotata da (una più o meno effettiva) competenza, teme fortemente che si confermi il calo delle ultime quattro giornate e svanisca il sogno di battersi fino alla fine per lo scudetto, lasciando che prevalga lo scoramento, e dunque che ci si abbandoni al pessimismo della ragione. Anche se – a essere onesti – nemmeno l’Inter sta benissimo. Per il vero, con uno sguardo all’andamento delle cose tendenzialmente obiettivo, senza sfociare nella faziosità, si può dire che col Genoa i nerazzurri non hanno affatto sofferto meno del Napoli a Como, anzi. Il Kairos favorevole che ci ha assistito a lungo nella prima parte della stagione, da un mesetto ci ha lasciati. E pure l’ormai consueta e odiosa diseguale applicazione delle regole ha avuto il suo peso (fra le tante decisioni illegittime, si vedano gli indegni trattamenti favorevoli riservati a Lautaro e Mkhitaryan).

Sottoscrivo perciò, quasi parola per parola, la mirabile descrizione emotiva di Maurizio De Giovanni all’indomani della sconfitta coi lariani. «Chi non avrebbe firmato, quest’estate, per essere in questa posizione a questo punto del campionato? […]. Ti amo. Perfino quando vinci. Figurati adesso. E sono mille volte orgoglioso di te. Non ti cambierei mai con nessun’altra squadra. Grazie di tutto l’azzurro che metti nella mia vita, e grazie anche per tutti i risvegli difficili che mi regali. È tutto amore. È solo amore». Ci descrive proprio nel fondo dell’anima. Tranne che su un punto. Perché considero improprio, più precisamente non veritiero, il collegamento fra il «nostro tifo identitario» e l’«allenatore del sud». Conte è – come vado dicendo da tempo – un serio, bravissimo, professionista. Ma non ha niente a che vedere con Napoli e con il sud. Noi siamo «legati a una terra e a una maglia». La sua storia, invece, racconta che la cultura che incarna (da cui, legittimamente, ritiene di non prendere le distanze) è l’antipode della nostra. È, dunque, un grave errore mitizzarlo, farne una sorta di messia. Lui mai si arrende, vuole vincere sì. Ma per sé stesso, e per la società che l’ha assunto (e lo paga, insieme allo staff, una cifra mai spesa). Non per Napoli e il popolo azzurro.

E al mister va anche riconosciuta onestà intellettuale. Quando spiega che «tutto è opinabile», che gli infortuni muscolari, tutti simili e tutti insieme, non hanno una spiegazione unica. Che «la metodologia funziona». Che «finora siamo stati bravi e fortunati». Che ogni calciatore ha la sua storia, non tutti, nella loro carriera, essendo stati ‘sani’ a lungo. Che, per esempio, Oliveira era «recidivo al polpaccio». Che «Neres e Anguissa non avevano niente a fine partita, poi il giorno dopo hanno avuto il problema muscolare», il che può dirsi obiettivamente «curioso». Che bisogna ora «scegliere» pensando anche al «prosieguo del campionato per non fare danni fisici».

Forse, però, fin qui non l’ha sempre fatto benissimo se, alternando qualcuno per una ventina di minuti ogni partita, magari si sarebbe ottenuto, per alcuni giocatori, un po’ di minore stress fisico, e di ridurre, per altri, il rischio di ‘depressione’. Non è questo, comunque, il momento opportuno per ragionare sul tema. Adesso conta solo che «la nostra forza è il collettivo, lo spirito, anche in questa situazione». Men che meno conta inseguire le voci che pure si sentono arrivare da spifferi provenienti dal di dentro. Di segno diametralmente opposto. Chi riferisce che Conte, dopo il mercato di gennaio, sarebbe ai ferri corti con ADL, e perciò andrà via a fine stagione (voci da Torino lo confermerebbero indicandolo quale prossimo allenatore della Juventus). E chi invece racconta che fra i due non v’è alcun dissapore, e addirittura il mister sarebbe l’uomo di fiducia di un pool assai facoltoso che sarebbe in procinto di acquistare la società. Strologare sulla maggiore o minore credibilità delle voci è esercizio che mai m’ha appassionato. Serve a niente. Soprattutto quando si è in ballo per poter conquistare il ‘quarto’. Andiamo a vedere come va, poi si vedrà.

Adesso l’unica cosa che conta è tener botta il più possibile. Tenendo d’occhio l’Atalanta. Anche il bravissimo Conte ha commesso degli errori. È nel normale ordine delle cose. Fino a Genoa-Napoli ha pensato solo alla fase difensiva. Verosimilmente, a un certo punto ha forse forzato la preparazione, contribuendo a spremere fino ad usura alcuni giocatori. E non è stato proprio

impeccabile nella gestione della rosa, sotto-utilizzandone altri, così finendo (affetto da un certo qual ‘integralismo’) per compromettere qualche risultato.

Ma adesso, pensando ad oggi pomeriggio, cosa importa? Ognuno vede il calcio come crede. Io me la giocherei così. Con un 4-3-3 ‘cangiantesi’ alla bisogna in 4-4-2 (oppure in 4-3-1-2). Difesa a 4, con Oliveira a sinistra finché regge (tenendo pronto Spinazzola). Centrocampo a 3, con Gilmour e Lobotka a far girar palla e a mordere sulle caviglie di Calhanoglu e Mkhitaryan (brevilinei e palleggiatori come i nostri). McTominay pronto ad allargarsi a sinistra per fronteggiare le temibili scorribande di Dumfries. Davanti a 3, con Raspa che da sinistra, a corrente alternata, converge al centro su Lukakone, mentre Politano arretra allineandosi con Gilmour e Lobo, facendo scivolare Mc Tominay verso sinistra. Naturalmente, è solo una suggestione. Solo Conte conosce la situazione reale, lo stato di forma, dei singoli giocatori. Staremo a vedere.

Chiudo rivolgendomi a voi ragazzi azzurri. Sono anni ormai che vado predicando che per vincere ci vogliono tre cose. Una squadra forte che gioca bene. Essere assistiti da Kairos favorevole. Che la competizione si svolga nel rispetto eguale delle regole. Sta a voi, dopo un appannamento di quattro partite, riportare in vita il primo requisito (e pure per la legge dei grandi numeri il ritorno alla vittoria ci sta tutto). Anche il secondo requisito (che ci ha sicuramente assistito fino a Genoa-Napoli) dovrebbe/potrebbe tornare a sorriderci. Quanto al terzo (che è in generale sempre più preoccupante), la designazione al VAR di chi, nella stessa partita della scorsa stagione, fece strame di Regolamento e Protocollo, dovrebbe/potrebbe lasciar supporre che non vengano generate ancora una volta decisioni illegittime. Allora, incrociamo fiduciosamente le dita.

A prescindere da tutto, ricordate, ragazzi, che la città ha bisogno di questa vittoria. Battetevi per lei facendo pulsare il cuore azzurro fino allo stremo. Se lo farete, comunque finirà, il suo umore scaccerà la depressione. Andiamooo!!! Buttiamo tutti insieme il cuore oltre l’ostacolo. FNS!!!

P.S. Mentre scrivevo queste righe siamo stati travolti dall’incredibile gesto di Trump nei confronti di Zelensky. Nel provare orrore e angoscia, quasi mi vergogno di stare pensando ad una partita di calcio, e mi domando se, per una persona così, sia possibile ritenere che non sussistano, secondo il nostro ordinamento, i presupposti di un TSO per grave infermità psichica".