Restyling Maradona, cons. Acampora: "Siamo a un bivio, serve un progetto! Non possiamo perdere Euro2032"
La città di Napoli dopo anni di attesa avrà un nuovo palazzetto dello sport pronto ad accogliere eventi sportivi e concerti: l'arena si chiamerà AreNapoli, dovrebbe vedere la luce nel 2027, sorgerà nella zona est della città, avrà una capienza di circa 11mila posti per manifestazioni sportive e una capienza di 14mila posti per gli eventi musicali.
I tifosi del Napoli, intanto, sono in attesa di novità per il futuro dello stadio Maradona, sospeso tra l'ipotesi restyling e il tempo che corre. Ne resta sempre meno per non farsi trovare impreparati in vista di Euro 2032. Napoli vuole rientrare tra le città ospitanti ma dovrà fare in fretta. Di questi temi ha parlato a Tuttonapoli il capogruppo per il Partito Democratico nel consiglio comunale di Napoli, Gennaro Acampora: "AreNapoli? Premesso che la vera e piena soddisfazione ci sarà quando aprirà il cantiere, i lavori procederanno spediti e il progetto sarà in via di realizzazione, non nego che il primo passo fatto dal consiglio comunale è storico. Dalla chiusura del PalArgento del 1998, tutte le amministrazioni comunali prima della nostra hanno fatto promesse, presentato plastici, avviato persino dei lavori che però hanno solo reso il vecchio palazzetto un rudere fatiscente. Con la delibera 600 invece dichiariamo che su un grande terreno abbandonato di Napoli Est, quello dell'ex mercato ortofrutticolo, c'è un progetto di pubblico interesse per creare non solo una grande arena per eventi sportivi e di intrattenimento da 12-15mila spettatori, ma anche un grande parco urbano attrezzato di 44.000 metri quadri, un centro sportivo, una parte commerciale con area food e merchandising, oltre ai parcheggi e alla grande piazza pedonale. In altri termini non ci limitiamo a dare l'ok a una "cattedrale nel deserto", ma a un'opera che, entro un periodo ragionevole, punta a rigenerare un'area dalle enormi potenzialità, aumentandone il valore e la sua capacità di attrazione".
Il progetto sarà finanziato totalmente da privati. Cosa si intende per project financing?
"Il progetto è stato presentato nei mesi scorsi da due eccellenze imprenditoriali del territorio, la S.S. Napoli Basket e la Italstage srl. Questo progetto è stato poi esaminato, corretto e integrato attraverso una cabina di regia, la conferenza dei servizi, che tra luglio e novembre ha fissato alcuni paletti. Il risultato di questo lavoro è che il privato che si aggiudicherà la gara investirà circa 54 milioni di euro, mentre il Comune concederà i diritti a costruire e a gestire quel terreno per 63 anni, tempo oltre il quale il terreno stesso e tutte le strutture realizzate torneranno nella piena disponibilità della città. Questo passaggio, mi consenta evidenziarlo, è molto importante: noi non cediamo nulla a titolo definitivo, non svendiamo nulla, ma puntiamo a collaborare con un privato serio, che in tempi brevi ha le risorse per fare ciò che il nostro ente non potrebbe mai realizzare, anche per il grosso debito ereditato dal passato".
Per lo stadio Maradona, invece, qual è ad oggi la situazione?
"Come ha ricordato tante volte anche il sindaco Manfredi, noi aspettiamo con grande attenzione e considerazione un progetto di fattibilità realizzabile, una proposta concreta che però ancora manca. Da tifosisissimo del Napoli, non posso che confidare in un pieno restyling del nostro Maradona, per fare in modo che la casa di tutti i tifosi azzurri, il luogo in cui il Napoli è diventato mito e leggenda del calcio italiano e mondiale, diventi finalmente uno stadio ultra-moderno con tanti servizi per Fuorigrotta".
Quali sono le difficoltà principali e c'è davvero il rischio di veder sfumare la candidatura di Napoli a Euro 2032?
"Con grande chiarezza dico che Euro 2032 è un'opportunità da non perdere, soprattutto dopo i grandi successi che la nostra città sta cogliendo in tanti altri sport, non ultimo l'arrivo del Giro d'Italia per il quarto anno consecutivo. Ma con altrettanta schiettezza bisogna dire che la mole di investimenti da fare per un Maradona rinnovato o un nuovo stadio è enorme, e non può dipendere dal Comune. Ci vuole un progetto, ci vuole un proponente che metta i capitali da investire. Ma soprattutto serve la piena disponibilità a collaborare con diverse parti come il Coni, il Ministero dello Sport, la FIGC, e fare sintesi in modo che camminino tutte nella stessa direzione. Al momento siamo sempre di fronte a un bivio: una è l'ipotesi del Maradona rinnovato, l'altra di un impianto nuovo che però non si comprende mai nel merito, dopo che negli anni sono state enunciate varie location sia in città sia in provincia. Sulla provincia non condivido la scelta, in città non so quante aree siano di disponibili per un impianto così grande".
Il 'privato' in questo caso, per il Maradona, potrebbe essere De Laurentiis: siete aperti alla cessione dello stadio?
"Ricordo che per la cessione esiste una legge nazionale, quindi tutti gli studi e i progetti devono seguire un certo iter regolamentare, amministrativo e normativo. Se si propone la vendita, io sarei più per un programma a lungo termine negli anni, esattamente come cercheremo di fare per l'AreNapoli: la proprietà resta al Comune e quindi dei napoletani, mentre restyling/costruzione e gestione spettano al Calcio Napoli in quanto società della città".