Ulivieri racconta: "Mi sono dovuto confrontare con la morte. Persi 14 kg e temuto di non farcela"
Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione Italiana Allenatori Calcio, ha rilasciato un'intervista molto particolare al Corriere della Sera, ripercorrendo un brutto periodo della sua vita: "Me la sono vista anche brutta. Quattro mesi in ospedale e due a casa, tre operazioni per un problema grave all’intestino, per fortuna adesso risolto. Mi sono dovuto confrontare con la morte, che mi ha marcato stretto, come un difensore arcigno. Ho perso 14 kg e ho temuto di non farcela. La mia fortuna è stata che mi sono sentito male a Roma, allo stadio Olimpico, durante una partita della Nazionale e mi hanno ricoverato al Santo Spirito dove sono stati bravissimi".
Questa esperienza dura l’ha cambiata? Ha trovato la fede?
"Non ho trovato nulla. Però ho fatto molte riflessioni, ho sposato la mia compagna Manuela, mamma della terza figlia, Valentina e ho anche tracciato un bilancio della mia vita. Che è stata bella: non mi sono arricchito, ma ho guadagnato bene e ho fatto quello che mi piaceva fare".
Ora si ricandida a presidente dell’Associazione Allenatori, che guida dal 2004.
"Ci ho pensato molto, specialmente quando non sono stato bene. Qualcuno potrebbe obiettare che sono vecchio, ma dentro ho lo spirito di un ragazzino. E poi non ho scelto da solo. Anche i miei compagni di viaggio, i vice presidenti Camolese, Perondi e Vossi, mi hanno spinto, al pari del consigliere federale Beretta. Non abbiamo ancora finito il lavoro, restano delle cose da fare. La più importante: che ogni squadra affiliata alla FIGC sia guidata da un tecnico diplomato".