Santo Romano, la mamma: “Ringrazio Meret e la SSC Napoli! Lancio un appello alla città…”
Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, è intervenuta Mena Di Mare, la madre di Santo Romano, ragazzo assassinato a San Sebastiano al Vesuvio.
Di seguito le sue parole: “Io provo un grande dolore, chi è genitore può immaginare quello che provo. Combatterò per far avere giustizia a mio figlio, non mi arrenderò mai, perché i ragazzi buoni che vogliono godersi la vita ci sono. Qualcosa deve cambiare, per forza. Il dolore è mio e lo custodisco, ringrazio tutte le persone che hanno dimostrato tanta solidarietà nei miei confronti, alcune delle quali non le conosco nemmeno. Ci dobbiamo impegnare tutti, affinché lo Stato ci senta e affinché questi minori paghino per le proprie azioni.
Ci tengo a ringraziare Alex Meret per il gesto che ha fatto poiché mio figlio era un suo fan, essendo portiere, e lo adorava. Ringrazio tutta la SSC Napoli, il portiere dell’Udinese che ci ha mandato la maglia e i tantissimi calciatori che ci hanno manifestato supporto e solidarietà. La cosa più bella è che, senza che noi chiedessimo nulla, ci sono stati gesti dal cuore da parte di tantissime persone. Io non sto chiedendo niente, sto solo portando avanti la mia battaglia e ci sono persone che mi stanno supportando, anche senza conoscermi e senza conoscere Santo.
Per Santo il calcio veniva prima di tutto. Se c’era un evento importante, lui mi diceva che c’era l’allenamento o una partita e che sarebbe venuto dopo. Per lui veniva sempre prima il calcio. Ha iniziato a 4 anni su un campo da calcio, dicendo vicino al Presidente “Io voglio fare il portiere”, ci ha sempre creduto.
Lancio un appello alla città: disarmiamo la città per cambiare i destini. La riabilitazione deve essere fatta dopo, il minore deve essere prima punito con una giusta pena. Solo così possiamo riabilitare i giovani, disarmandoli e facendoli pagare per le proprie azioni. In questo modo portiamo gli altri minori a rifletterci. Se il messaggio che passa è che il minore può agire senza pagare, la città non si disarma mai. È il senso del carcere che deve cambiare.
Scuse della mamma dell’assassino? Non parlo, per questo ci sono i miei avvocati. Si è scusata tramite social, personalmente non mi è arrivato niente. Non posso perdonare mai, non accetto scuse. Cito una frase sarcastica: “Perdona Dio, io non sono Dio, ma sono un essere umano””.