Orsato: "Pensavo l'arbitro fosse uno sfigato. Cosa mi manca di più? La designazione"
L'ex arbitro Daniele Orsato è intervenuto sul palco del Festival dello Sport a Trento e, come si legge su Gazzetta.it, non ha fatto mistero di essere un po' un nostalgico dei tempi in cui era sul terreno di gioco: "Il campo mi manca tanto, mi mancano i miei compagni della mia squadra, mi mancano i raduni e stare coi colleghi e dare consigli anche perché ho qualche capello bianco. La designazione è il momento che mi manca di più, scoprivi dove andavi ad arbitrare".
Quali erano i suoi sogni da bambino?
"Giravo per casa con un cacciavite per capire come si accendeva la luce. Volevo fare l’elettricista e ogni tanto facevo saltare per aria tutto in casa. Mi sono iscritto a una scuola, ho fatto 3 anni e poi ho trovato un posto di lavoro. Un amico mi chiese di fare il corso da arbitro di calcio. Io dissi: 'Ma l’arbitro è uno sfigato...' Ma lui mi sfidò dicendo che potevo saperlo solo arbitrando una partita. Io dissi a tutti che in 16 anni sarei andato in Serie A. Andavo a vedere le categorie superiori per vedere come si arbitrava".
Quali sono le doti fondamentali per essere come Orsato?
"Ma non devono copiarmi, sentir dire 'arbitra alla Orsato' mi fa piacere, ma devono scommettere su stessi e sbagliare con la propria testa. L’offesa più grande è sentirsi dire che sei scarso. Un giocatore non me lo ha mai detto, i tifosi ovviamente si".
Cosa si prova ad arbitrare in Champions?
"Sentire quella musica mette i brividi. Ho arbitrato la finale Bayern-Psg ma senza pubblico, mi è mancato tanto. Il momento più bello è stato quando me lo hanno detto, sapevo che c’era la possibilità. Quando Rosetti me lo disse scoppiai a piangere".
Sugli errori qual è la sua idea?
"L’arbitro deve essere uniforme, ma siamo in tanti ma non è facile creare una mentalità uniforme. Ci vuole tempo e bisogna avere pazienza con gli errori degli arbitri".
San Siro che cosa suscita?
"La mia prima gara a Milano è stata Milan-Siena e il primo ammonito fu Maldini. Mi dissero di non guardare il terzo anello di San Siro perché 'se lo guardi te la fai addosso'. Avevano ragione: quel terzo anello l'ho guardato solo alla fine della partita. Il capitano del Siena mi disse: 'Che coraggio venire a Milano e ammonire Maldini'. Gli risposi: 'Non è coraggio, faccio l'arbitro'".