Inchiesta ultrà, Zanetti li difende in tribunale: "Non facevano nulla di male contro l'Inter"
Dopo Simone Inzaghi, che ieri ha avviato le interrogazioni dei soggetti tesserati per società di Serie A ritenuti informati sui fatti in merito all'indagine portata avanti dalla Procura della Repubblica di Milano sulle curve di Inter e Milan, oggi è stato invece il turno del vicepresidente nerazzurro Javier Zanetti. E l'edizione online de La Gazzetta dello Sport svela anche alcuni dei virgolettati dell'interrogatorio dell'argentino. Al centro dell'attenzione due intercettazioni sopra le altre: quella di cui Simone Inzaghi dice all'ormai ex capo ultrà della Nord, Marco Ferdico, che si sarebbe impegnato con la società per far avere ai tifosi nerazzurri un quantitativo superiore di biglietti rispetto a quelli inizialmente assegnati; e l'altra in cui Marco Materazzi dice a Ferdico di aver saputo dallo stesso Zanetti delle indagini avviate sulle curve dei club milanesi.
Alla domanda su quest'ultimo questione, Zanetti smentisce: "Non è vero". E quindi assicura di non avere informato delle indagini della polizia nessuno. Per quanto riguarda la prima questione, Zanetti dice che il capo ultrà Marco Ferdico "mi accennò la questione" biglietti per la finale di Champions del 2023 e "io ne parlai con la base della dirigenza", non con Marotta, ha spiegato Zanetti, sentito come teste. L'ex capitano interista ha detto di non aver subito mai pressioni, minacce, intimidazioni e che parlava con i capi della curva, ma sempre in un clima "tranquillo". E questi non "facevano mai nulla di male" nei confronti del club". Un interrogatorio durato un'ora e mezza circa, specifica 'Gazzetta.it'.