
I campi di Castel Volturno nel mirino di Conte, l'agronomo della Serie A: "Dico una cosa"
Tra i temi sollevati da Antonio Conte nelle sue ultime dichiarazioni, anche le condizioni dei campi di allenamento di Castel Volturno che - sospetta l'allenatore del Napoli - potrebbe incidere sull'elevato numero di infortuni che sta riscontrando.
Per approfondire il tema Radio Marte ha contattato Giovanni Castelli, agronomo della Serie A: "È chiaro che non posso sentenziare nulla in merito alle dichiarazioni di Conte non conoscendo il dettaglio della situazione denunciata dal mister perché mi occupo del terreno degli stadi, non di quello dei centri di allenamento. Ad oggi in questo periodo particolare dove si è beneficiato della pausa nazionali di marzo e delle piogge delle scorse settimane, i campi degli stadi stanno bene. I campi stanno bene quando ci si gioca bene, sono ben irrigati e sono di buon aspetto: in questo caso, assicurano un calcio bello, spettacolare e antinfortunistico. Il terreno interagisce con l'espressione di gioco: la durezza o sofficità del terreno hanno una ricaduta sulla fatica dell'atleta nel calpestare la superficie erbosa”.
Prosegue e conclude Castelli: "La condizione del terreno di gioco certamente influenza la prestazione e nei casi più gravi può determinare anche un fattore non secondario rispetto all'infortunistica o alla micro-infortunistica dell'atleta. Ovviamente le situazioni vanno valutate singolarmente. Quando è troppo morbido o troppo duro non va bene, infatti i centri di allenamento prevedono una gestione del campo capillare: per non esporre i giocatori agli infortuni, si seguono i feedback dell'atleta inoltre c’è un attrezzo - il Clegg hammer (martello di Clegg) - che è uno strumento che misura la durezza o sofficità del campo, ausilio per il manutentore per capire se sta facendo bene ed è risposta all'atleta che può chiedere una morbidezza o durezza del campo diversa. Quindi ci sono ampi strumenti che aiutano a gestire i campi rispetto alle richieste sempre più pressanti dei calciatori che devono assicurare un calcio veloce e tecnico”.
Per approfondire il tema Radio Marte ha contattato Giovanni Castelli, agronomo della Serie A: "È chiaro che non posso sentenziare nulla in merito alle dichiarazioni di Conte non conoscendo il dettaglio della situazione denunciata dal mister perché mi occupo del terreno degli stadi, non di quello dei centri di allenamento. Ad oggi in questo periodo particolare dove si è beneficiato della pausa nazionali di marzo e delle piogge delle scorse settimane, i campi degli stadi stanno bene. I campi stanno bene quando ci si gioca bene, sono ben irrigati e sono di buon aspetto: in questo caso, assicurano un calcio bello, spettacolare e antinfortunistico. Il terreno interagisce con l'espressione di gioco: la durezza o sofficità del terreno hanno una ricaduta sulla fatica dell'atleta nel calpestare la superficie erbosa”.
Prosegue e conclude Castelli: "La condizione del terreno di gioco certamente influenza la prestazione e nei casi più gravi può determinare anche un fattore non secondario rispetto all'infortunistica o alla micro-infortunistica dell'atleta. Ovviamente le situazioni vanno valutate singolarmente. Quando è troppo morbido o troppo duro non va bene, infatti i centri di allenamento prevedono una gestione del campo capillare: per non esporre i giocatori agli infortuni, si seguono i feedback dell'atleta inoltre c’è un attrezzo - il Clegg hammer (martello di Clegg) - che è uno strumento che misura la durezza o sofficità del campo, ausilio per il manutentore per capire se sta facendo bene ed è risposta all'atleta che può chiedere una morbidezza o durezza del campo diversa. Quindi ci sono ampi strumenti che aiutano a gestire i campi rispetto alle richieste sempre più pressanti dei calciatori che devono assicurare un calcio veloce e tecnico”.
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