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SOS Genitori, possibile fare i procuratori dei propri figli? Ecco la risposta
Nuovo appuntamento con la rubrica di TMW, curata dall'Agente Sportivo Jean-Christophe Cataliotti, "SOS Genitori", per rispondere ai tanti quesiti che spesso pongono i genitori alle società di calcio, ma senza ricevere risposte chiare ed esaustive.
Un genitore di un calciatore di 17 anni si è rivolto alla nostra redazione per sapere se sia o meno possibile gestire il proprio figlio calciatore direttamente, senza, pertanto, avvalersi dei servizi di un agente regolarmente iscritto all'elenco degli agenti sportivi.
La risposta è negativa perché non è ammesso dal Regolamento Agenti Sportivi che un parente possa svolgere l'attività (oggi regolamentata anche dal Coni) di agente sportivo neppure a favore di un calciatore della famiglia. Non si può sottacere che in anni passati fosse, invece, legittimo che il parente di un calciatore potesse assistere quest'ultimo anche senza aver conseguito la licenza.
Ritengo che, al di là della normativa oggi vigente, l'attività di rappresentanza degli interessi di un calciatore (soprattutto se giovane) debba necessariamente essere riservata a coloro che hanno dimestichezza quotidiana con tesseramenti, contratti e trasferimenti. Va anche rimarcato che il coinvolgimento emotivo di un papà - come nel caso qui riferito - potrebbe portare a scelte irreparabili per la carriera del proprio figlio calciatore.
In ogni caso, nessuno può vietare a un genitore di fare il procuratore del figlio, purché l'aspirante agente superi le due prove di idoneità indette dal Coni e dalla Figc; solo così potrà assistere regolarmente il figlio-calciatore.
Per consigli, domande, spiegazioni scrivete a avvcataliotti@libero.it all'attenzione di Jean Christophe Cataliotti, Agente Sportivo e Direttore della Scuola del Calcio (per info clicca qui https://cataliottifootballschool.it/).
Un genitore di un calciatore di 17 anni si è rivolto alla nostra redazione per sapere se sia o meno possibile gestire il proprio figlio calciatore direttamente, senza, pertanto, avvalersi dei servizi di un agente regolarmente iscritto all'elenco degli agenti sportivi.
La risposta è negativa perché non è ammesso dal Regolamento Agenti Sportivi che un parente possa svolgere l'attività (oggi regolamentata anche dal Coni) di agente sportivo neppure a favore di un calciatore della famiglia. Non si può sottacere che in anni passati fosse, invece, legittimo che il parente di un calciatore potesse assistere quest'ultimo anche senza aver conseguito la licenza.
Ritengo che, al di là della normativa oggi vigente, l'attività di rappresentanza degli interessi di un calciatore (soprattutto se giovane) debba necessariamente essere riservata a coloro che hanno dimestichezza quotidiana con tesseramenti, contratti e trasferimenti. Va anche rimarcato che il coinvolgimento emotivo di un papà - come nel caso qui riferito - potrebbe portare a scelte irreparabili per la carriera del proprio figlio calciatore.
In ogni caso, nessuno può vietare a un genitore di fare il procuratore del figlio, purché l'aspirante agente superi le due prove di idoneità indette dal Coni e dalla Figc; solo così potrà assistere regolarmente il figlio-calciatore.
Per consigli, domande, spiegazioni scrivete a avvcataliotti@libero.it all'attenzione di Jean Christophe Cataliotti, Agente Sportivo e Direttore della Scuola del Calcio (per info clicca qui https://cataliottifootballschool.it/).
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