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Beppe Galli rieletto presidente dell'Aiacs: "Ora una battaglia anche sulle procure comprate"
L'agente Giuseppe Galli è stato rieletto presidente dell'Associazione Italiana Agenti Calciatori e Società. Al termine dell'Assemblea, ha così parlato ai microfoni di TMW: "E' una giornata importante perché siamo stati rieletti in toto, tutti quelli del consiglio, dopo un lavoro straordinario svolto e gli associati lo hanno capito. Fa piacere, ora dobbiamo continuare più carichi di prima sperando che anche dall'alto capiscano che serve parlare delle criticità del calcio".
La volontà di essere coinvolti nelle scelte da parte delle istituzioni calcistiche?
"Noi vorremmo che capissero il nostro lavoro, per prima cosa. Serve tenerci al corrente e fare delle tavole rotonde, se poi un domani ci sarà la possibilità di essere coinvolti perché no... Noi il calcio lo conosciamo bene perché siamo sul campo. Vorremmo avere un rapporto collaborativo perché a nessuno fa piacere che il pallone si sgonfi, per questo mi piacerebbe avere una collaborazioni con i club ed i dirigenti. Poi farò una battaglia sulle procure comprate: tutti ne parlano ma nessuno fa nulla. Ci sono aziende con 200-250 giocatori, come puoi avere una leale concorrenza? Dobbiamo cercare di mettere qualche paletto".
C'è omertà in merito all'interno del vostro mondo?
"Non c'è omerta, noi abbiamo sempre denunciato ma non c'è mai stata risposta... Avrei piacere, al terzo mandato, di fare questa battaglia. Come ho sempre detto, occorre dire nomi e cognomi. Da parte nostra non c'è omertà, dall'altra forse sì...".
Ci può essere l'idea di mettere un tetto alle procure dei giocatori per ogni agenzia?
"Non è questo, è questione di correttezza che non c'è. I giocatori sotto contratto non andrebbero neanche contattati. Sarebbe bello mettersi al tavolino e creare qualcosa di costruttivo".
La sentanza Diarra potrà cambiare il mercato?
"Non sono un avvocato, su quello che non so non mi piace dire baggianate".
La volontà di essere coinvolti nelle scelte da parte delle istituzioni calcistiche?
"Noi vorremmo che capissero il nostro lavoro, per prima cosa. Serve tenerci al corrente e fare delle tavole rotonde, se poi un domani ci sarà la possibilità di essere coinvolti perché no... Noi il calcio lo conosciamo bene perché siamo sul campo. Vorremmo avere un rapporto collaborativo perché a nessuno fa piacere che il pallone si sgonfi, per questo mi piacerebbe avere una collaborazioni con i club ed i dirigenti. Poi farò una battaglia sulle procure comprate: tutti ne parlano ma nessuno fa nulla. Ci sono aziende con 200-250 giocatori, come puoi avere una leale concorrenza? Dobbiamo cercare di mettere qualche paletto".
C'è omertà in merito all'interno del vostro mondo?
"Non c'è omerta, noi abbiamo sempre denunciato ma non c'è mai stata risposta... Avrei piacere, al terzo mandato, di fare questa battaglia. Come ho sempre detto, occorre dire nomi e cognomi. Da parte nostra non c'è omertà, dall'altra forse sì...".
Ci può essere l'idea di mettere un tetto alle procure dei giocatori per ogni agenzia?
"Non è questo, è questione di correttezza che non c'è. I giocatori sotto contratto non andrebbero neanche contattati. Sarebbe bello mettersi al tavolino e creare qualcosa di costruttivo".
La sentanza Diarra potrà cambiare il mercato?
"Non sono un avvocato, su quello che non so non mi piace dire baggianate".
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