
Nesta: "Il primo esonero di Monza mi ha fatto soffrire. Oggi il calcio è diverso, da allenatore mi rivedo in..."
Il tecnico del Monza Alessandro Nesta è stato ospite del format "Fenomeni" condotto da Luca Toni per Prime Video raccontando la sua carriera, prima da calciatore e poi da allenatore. "Allenatori ne ho avuti tanti, Zoff mi ha fatto esordire in prima squadra, una persona super con il suo carisma e la sua calma. Eriksson l'ho visto l'anno scorso, mi ha insegnato a trattare bene le persone, mi ha sempre trattato bene, un signore. Ancelotti è stato come un padre, mi ha coccolato, rincuorato, abbiamo gioito insieme, è stato calciatore e sa come prenderti in ogni momento. Zeman mi ha massacrato, mi ha cambiato la vita facendomi diventare centrale ma mi ha fatto correre come un disperato e non mi ha mai detto bravo. Un allenatore duro. Allegri è arrivato dal Cagliari, i vecchi lo hanno aiutato a integrarsi al Milan, abbiamo vinto lo scudetto, non è stato facile per lui mettere a posto tanti caratteri forti.
Io come modo di fare mi ispiro a Eriksson e Ancelotti, per la calma e il modo di gestire lo spogliatoio. Io mi arrabbio ma non grido mai troppo. Certo se uno sbagliava entrambi ti mandavano via e io sono così. Ho deciso di fare l'allenatore quando ho capito che era la scelta giusta, mi ha preso, ho iniziato a studiare. Prima squadra a Miami, serie B americana, ero ovviamente teso, devi pensare a tante cose, poi prendi il ritmo e cominci ad avere la tua idea di calcio ma devi studiare. Sono andato da Sarri, Pioli, tanti altri. Molti mi hanno aperto le porte, qualcuno anche no...
Allenare tra B e A c'è tanta differenza, in B riesci a fare il tuo campionato, la A non perdona, puoi fare qualche colpo ma quando le squadre prendono il giro non riesci a fare risultato tanto facilmente. Primo anno a Frosinone finale per andare in A con lo Spezia, ci siamo andati vicino. Facevo però fatica a imporre un mio calcio e sono andato via. L'esonero di Monza l'ho sofferto la prima settimana ma i punti erano pochi e l'ho capito. Abbiamo perso con la Juve, non pensavo di essere esonerato, me lo aspettavo più dopo la sconfitta di Lecce invece lì mi avevano salvato. Oggi è diverso rispetto ai nostri tempi, la bravura di un allenatore è trovare la chiave giusta, i giocatori sono più fragili, in alcuni casi ovviamente, e devi studiare la nuova generazione anche a livello mentale. Noi siamo cresciuti a calci nel sedere ma oggi non funziona. Tornare alla Lazio da allenatore? No sarei pazzo, magari ci vado ma farei fatica a livello emotivo, è parte di me, della mia famiglia, sarei poco lucido da allenatore. Milan? Magari... Ma devi fare meglio, quest'anno è stato duro, vedremo in futuro".







