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Caso doping, Papu Gomez racconta: "Orribile, l'ho saputo via mail. Ero in finale al Mondiale"
Alejandro 'Papu' Gomez non è più come prima. L'ala sinistra di 36 anni è stato squalificato per positività al test anti-doping fino all’ottobre 2025, ma per non cadere in un buco nero di sconforto e delusione per la mancanza del campo da calcio ha deciso a inizio mese di unirsi agli allenamenti del Renate, squadra di Serie C, per mantenersi in forma. Nell'intervista rilasciata a Relevo, tuttavia, l'ex Atalanta non ha voluto girare intorno all'argomento e ha buttato fuori tutto il suo malessere dopo essere stato svincolato dal Monza in estate.
Prime parole: "Cosa vorrei cancellare dalla mia mente? La cosa più facile sarebbe dire: "Perché mi sono preso quel sciroppo?" O magari 'Proprio mi sono dimenticato di avvisare il dottore che mi sono preso quel sciroppo per la tosse'. Però dico sempre che le cose succedono per un motivo. Molte volte scherzavo dicendo: 'Se vinco il Mondiale non gioco più a calcio'. E ho vinto il Mondiale, ho giocato ancora qualche mese e poi sono stato sospeso. Dunque bisogna stare molto attenti a quello che si desidera, perché la vita te lo può restituire sempre a modo suo. Quindi, beh, per fortuna oggi sono qui e mi sto godendo di nuovo il calcio".
Come ti hanno comunicato la sanzione? È arrivato un messaggio prima della finale del Mondiale?
"Sì, è stato orribile. Credo che sia una delle cose peggiori che possano capitare a uno sportivo, a meno che non si tratti di un infortunio grave: un caso di doping. Nel mio caso, immagina, stavo vivendo il momento migliore della mia carriera, ero in finale di un Mondiale, apro la mia casella di posta e vedo "CELAD". Vedo l'email: Alejandro Gómez, CELAD, antidoping, positivo, terbutalina. Dico: 'Cos'è questa roba?'. Non capivo nulla. Quando chiedo al dottore cosa fosse la terbutalina, mi dice che di solito è presente negli sciroppi per la tosse. Subito dopo vado a chiedere a mia moglie se c'era qualche sciroppo per la tosse in casa che contenesse questa sostanza. E sì, c'era uno sciroppo per la tosse chiamato Flutox. E lì mi sono reso conto che avevo preso lo sciroppo del bambino. E beh, ti giuro che mi sono sentito male".
Prime parole: "Cosa vorrei cancellare dalla mia mente? La cosa più facile sarebbe dire: "Perché mi sono preso quel sciroppo?" O magari 'Proprio mi sono dimenticato di avvisare il dottore che mi sono preso quel sciroppo per la tosse'. Però dico sempre che le cose succedono per un motivo. Molte volte scherzavo dicendo: 'Se vinco il Mondiale non gioco più a calcio'. E ho vinto il Mondiale, ho giocato ancora qualche mese e poi sono stato sospeso. Dunque bisogna stare molto attenti a quello che si desidera, perché la vita te lo può restituire sempre a modo suo. Quindi, beh, per fortuna oggi sono qui e mi sto godendo di nuovo il calcio".
Come ti hanno comunicato la sanzione? È arrivato un messaggio prima della finale del Mondiale?
"Sì, è stato orribile. Credo che sia una delle cose peggiori che possano capitare a uno sportivo, a meno che non si tratti di un infortunio grave: un caso di doping. Nel mio caso, immagina, stavo vivendo il momento migliore della mia carriera, ero in finale di un Mondiale, apro la mia casella di posta e vedo "CELAD". Vedo l'email: Alejandro Gómez, CELAD, antidoping, positivo, terbutalina. Dico: 'Cos'è questa roba?'. Non capivo nulla. Quando chiedo al dottore cosa fosse la terbutalina, mi dice che di solito è presente negli sciroppi per la tosse. Subito dopo vado a chiedere a mia moglie se c'era qualche sciroppo per la tosse in casa che contenesse questa sostanza. E sì, c'era uno sciroppo per la tosse chiamato Flutox. E lì mi sono reso conto che avevo preso lo sciroppo del bambino. E beh, ti giuro che mi sono sentito male".
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