
21 marzo 2004, il derby sospeso per un bambino morto. Che non è mai esistito
Il 21 marzo 2004, allo stadio Olimpico, c'è il derby fra Lazio e Roma. Da una parte ci sono i vari Totti e De Rossi, ma anche Panucci, Montella, Cassano e Candela, con Capello come condottiero. Dall'altra Peruzzi, Stam, Simone Inzaghi, Mihajlovic e Mancini in panchina.. Come al solito è una partita sentitissima, ma nessuno si ricorda di quanto è accaduto in campo, tutti per quello che succede vicino all'Olimpico, perché ci sono violenti incidenti fra gli ultras e le forze dell'ordine prima della gara, tanto da dovere utilizzare i lacrimogeni. In molti, quindi, entreranno a partita già cominciata, con le cariche che arrivano fino ai cancelli d'ingresso.
Fuori dalla Sud c'è un ragazzo con un telo steso sopra e circondato dai poliziotti. La leggenda metropolitana si espande in un attimo, perché c'è chi pensa sia un bambino travolto e ucciso dalla camionetta della polizia. In quel momento la tensione si può tagliare a fette, tanto l'aria si è fatta pesante. Per il primo tempo si gioca, zero a zero.
I tifosi però non vogliono incominciare la ripresa. Viene data la notizia che nessuno è rimasto vittima degli scontri, tramite altoparlante dell'Olimpico. Però le due curve ritirano gli striscioni e urlano "assassini" in coro. I destinatari sono le forze dell'ordine, con i tifosi che scavalcano e vanno a parlare con Totti, imponendo l'interruzione della partita. L'arbitro interrompe per 25 minuti, ma - come detto dagli altoparlanti - non c'è nessun bambino morto. Sembrerebbe una scelta delle tifoserie, ma la verità giudiziaria racconta di come non fosse qualcosa di premeditato.
Fuori dalla Sud c'è un ragazzo con un telo steso sopra e circondato dai poliziotti. La leggenda metropolitana si espande in un attimo, perché c'è chi pensa sia un bambino travolto e ucciso dalla camionetta della polizia. In quel momento la tensione si può tagliare a fette, tanto l'aria si è fatta pesante. Per il primo tempo si gioca, zero a zero.
I tifosi però non vogliono incominciare la ripresa. Viene data la notizia che nessuno è rimasto vittima degli scontri, tramite altoparlante dell'Olimpico. Però le due curve ritirano gli striscioni e urlano "assassini" in coro. I destinatari sono le forze dell'ordine, con i tifosi che scavalcano e vanno a parlare con Totti, imponendo l'interruzione della partita. L'arbitro interrompe per 25 minuti, ma - come detto dagli altoparlanti - non c'è nessun bambino morto. Sembrerebbe una scelta delle tifoserie, ma la verità giudiziaria racconta di come non fosse qualcosa di premeditato.
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